Il dipartimento del commercio degli Stati Uniti ha annunciato di voler imporre con effetto immediato dazi antidumping preliminari contro le importazioni di alluminio da 18 paesi fra cui l’Italia e la Germania. Gli altri paesi colpiti dal provvedimento sono il Barhein, il Brasile, la Spagna, l’India, la Croazia, l’Egitto, la Grecia, l’Indonesia, l’Oman, la Romania, la Serbia, la Slovenia, il Sud Africa, la Corea del Sud, Taiwan e la Turchia. Questo provvedimento, ha dichiarato il segretario americano al commercio Wilbur Ross in un’intervista a Fox Business News, colpisce “merci per 1,96 miliardi di dollari che rappresentano una percentuale piuttosto importante dell’industria complessiva dell’alluminio in questo paese”. “Le decisioni definitive – ha aggiunto – saranno prese nel febbraio 2021”, ovvero dopo le elezioni presidenziali. Ross ha precisato che la decisione definitiva dipendera’ dall’Ict, un organismo indipendente.
Nel frattempo, i dazi vengono introdotti in via preliminare con effetto immediato. Secondo Ross la Germania sara’ il paese piu’ penalizzato dai dazi seguita dal Bahrein in quanto secondo le indagini Usa questi paesi hanno sovvenzionato di piu’ i prezzi dell’alluminio per le esportazioni verso gli Stati Uniti. La Cina non compare nella lista, ha concluso il segretario, perche’ sui prodotti cinesi sono gia’ stati imposti numerosi dazi. “Quello che si e’ verificato – ha detto – e’ che la capacita’ in eccedenza della Cina e’ stata riversata su altri mercati”. Il primo paese al mondo per produzione di allumino è la Cina con il 54% del totale. Seguono India, Russia e Canada. Il ruolo dell’Europa è marginale (7%). La metà della produzione del Vecchio Continente proviene però dalle sole Germania e Italia. Tra i primi dieci produttori al mondo di alluminio soltanto uno è europeo: la norvegese Nosk Hydro. In un comunicato il dipartimento del commercio ricorda che sotto la presidenza di Donald Trump sono state avviate 286 inchieste. ossia quasi il triplo rispetto ai 4 anni della precedente presidenza.