La Procura di Milano ha aperto un’indagine conoscitiva sull’acquisto di vaccini antinfluenzali da parte di Regione Lombardia a prezzo superiore rispetto a quello di mercato. Il fascicolo, che non ha né indagati né titolo di reato, verrà coordinato dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli assieme al pool che dirige e che si occupa di reati relativi alla pubblica amministrazione. Ieri il direttore generale dell’Assessorato al Welfare della Regione Lombardia, Marco Trivelli, rispondendo a una domanda sulle polemiche sul prezzo al quale sono stati acquistati i vaccini anti-influenzali in Lombardia aveva risposto: “Noi abbiamo fatto degli acquisti in varie fasi. Diciamo che l’85 per cento delle nostre forniture è stato fatto a prezzi di mercato e l’ultimo lotto a un prezzo superiore. Il mercato adesso è variegato. Basti pensare che le farmacie adesso non sono in grado di comprare i farmaci, questo fa capire come il mercato adesso sia diverso è come sia complicato muoversi in questo momento” ha poi aggiunto Trivelli, a chi gli ha chiesto se il prezzo superiore pagato per le dosi è dovuto al fatto che la Regione si è ‘mossa tardi’ nel reperire le forniture
Nei giorni scorsi è emerso prima che una gara per 1,5 milioni di dosi non è stata aggiudicata nonostante un prezzo doppio rispetto ai primi bandi e la promessa di un pagamento anticipato da 15 milioni di euro. E in seguito un’ultima gara lampo, la decima, ha consentito alla Regione di trovare 500mile dosi, di cui100mila a 11 euro l’una e 400mila a 26 euro l’una, a un prezzo cinque volte maggiore delle prime aggiudicazioni. Prima di questo bando erano solo 2,3 milioni le dosi in arrivo, a fronte di una platea che la Regione stimava in 2,7 milioni, anche la fondazione Gimbe faceva salire a 3,4 milioni. Carenza di vaccini a cui si aggiungono i ritardi: la campagna vaccinale, che da indicazioni ministeriali sarebbe dovuta partire ai primi di ottobre come le telefonate de ilfattoquotidiano.it a diversi centri vaccinali hanno dimostrato. Colpa non solo di un mercato dove i fornitori hanno ormai esaurito la propria capacità di produzione in tempi ristretti, ma anche di un filotto iniziale di tre bandi sbagliati imputabili ai vertici regionali e alla coppia Fontana-Gallera.
L’iter per aggiudicarsi i vaccini risulta piuttosto lungo e complicato: nei giorni scorsi la Regione Lombardia ha indetto il decimo bando, dopo il fallimento del primo avvenuto in piena emergenza coronavirus. In quel momento, lo scorso marzo, un’azienda sarebbe stata disponibile a fornire 1,3 milioni di vaccini a 5,9 euro a dose, ma la gara indetta da Aria (la centrale acquisti, ndr) è per 4,5 euro a dose, probabilmente nel tentativo di risparmiare. La seconda gara viene revocata a maggio perché in Regione si rendono conto che sono necessari più vaccini di quanti ne sono stati richiesti. A giugno, nella terza gara, l’offerta sale a 5,9 euro a dose ma sarebbero stati trovati solo 20mila vaccini pediatrici, nulla per adulti. Dopo le quattro gare portate a buon fine durante l’estate, a fine agosto si ripropone il problema: nessuna offerta viene ricevuta per 700mila vaccini per adulti a oltre 4 milioni di euro. Con la nona gara la Lombardia è disponibile a pagarli più del doppio ma ormai non si trovano più. Nel dettaglio la richiesta è 1,5 milioni di dosi, al prezzo di 10 euro l’una, per un totale di 15 milioni di euro. La Regione sarebbe anche disposta al pagamento anticipato, ma neanche questo basta così come i 10 euro a dose messi sul tavolo, il doppio rispetto a quanto offerto nelle prime gare. L’assenza di risultato costringe, solo pochi giorni fa, a un nuovo bando, il decimo, soltanto in parte andato a buon fine. Se la situazione vaccini scatena la reazione politica di più parti, l’assessore al Welfare Giulio Gallera rassicura che per la campagna contro l’influenza, che partirà “subito dopo la prima metà di ottobre, la Lombardia potrà contare su circa 3 milioni di vaccini”: 2,5 milioni di anti-influenzali risulterebbero acquistati con le nove gare precedenti e altre 500 mila dosi arriverebbero con l’ultimo bando di gara. Solo gli over 60 che dovrebbero vaccinarsi sono quasi 2,2 milioni (il 75% del totale), in più ci sono tutte le altre categorie a rischio. Su bandi, numero di dosi e prezzi ora la procura di Milano vuol fare luce.
La Regione ieri ha fatto sapere che la campagna vaccinale partirà da lunedì 19 ottobre e che le prime somministrazioni gratuite saranno destinate ai pazienti fragili, alle donne in gravidanza, agli ospiti delle Rsa e a una prima parte di over 65. A novembre sarà quindi il turno degli operatori sanitari, i bambini da sei mesi a 6 anni di età e gli over 60. “Ad oggi la Regione ha già acquistato 2,884 milioni di dosi a fronte di un fabbisogno massimale raccomandato e aggiuntivo a titolo gratuito previsto di 2,768 milioni. Ciò significa che l’offerta dei vaccini è non solo coerente con il bisogno, ma addirittura superiore” ha assicurato ieri direttore generale dell’assessorato regionale al Welfare, Marco Trivelli. Per il dg, dunque, ci sarà “spazio per sub-fornire anche le farmacie e consentire alla fasce non target di vaccinarsi volontariamente“, mentre le forniture saranno garantite anche agli operatori delle strutture sanitarie private. Le vaccinazioni antinfluenzali saranno erogate dai medici di medicina generale e – novità di quest’anno – anche dai pediatri che aderiscono alla campagna, nei centri vaccinali e nei consultori degli ospedali per le donne in gravidanza. Infine nei luoghi individuati dai Comuni per garantire il distanziamento, come palestre, centri civici e tensostrutture (a Milano sarà allestita in piazza Duomo).