Candidato sindaco per il M5s, adesso assessore designato per l’aspirante sindaco di Carini del centrodestra. Se non un terremoto, quello scatenato da Ambrogio Conigliaro, di certo una scossa per i Cinquestelle siciliani che, dopo avere incassato assieme al Pd la vittoria di Maria Terranova a sindaco di Termini Imerese, ora annunciano battaglia contro il voltafaccia dell’ex candidato: “Mi cacciano da cosa? Non ricopro nessun incarico”, chiede Conigliaro, dopo la notizia che gli attivisti sottoporranno la vicenda al collegio dei probiviri.
Pareva dovesse essere un secondo turno senza sorprese per il Movimento fondato da Beppe Grillo, soprattutto dopo avere deciso, non avendo candidati ai ballottaggi, di non dare nessuna indicazione di voto agli elettori. Ma ecco d’improvviso il colpo di scena di Conigliaro, che si consuma a Carini, un centro ma tra i più popolosi della provincia di Palermo, con i suoi quasi 39mila abitanti. Stretto tra Capaci e Monreale, il comune siciliano è tra i pochi al ballottaggio nelle amministrative siciliane. Lo scorso 4 e 5 ottobre si è, infatti, votato al primo turno per rinnovare 60 sindaci e in quattro comuni si andrà al secondo turno il prossimo 18 e 19 ottobre: Agrigento, Floridia, Augusta e appunto Carini.
Proprio in quest’ultimo, si consuma la giravolta: consigliere comunale uscente per i Cinquestelle, candidato sindaco per ben due volte, dipendente di Legambiente per il quale è operatore nella Grotta di Carburangeli, fondatore del giornale Il Vespro, rimasto in standby da quando è diventato consigliere, Conigliaro ha spiazzato tutti con la sua decisione. Tanto che ancora nel comunicato inviato domenica pomeriggio, più di 24 ore dopo l’ufficializzazione della designazione col candidato di centrodestra, Totò Sgroi, i Cinquestelle usano dubitativi, condizionali da “secondo quanto riportato”, o “se tutto quanto appreso dovesse rispondere al vero”. “Sarò assessore alla Cultura se Sgroi dovesse vincere, è stato ufficializzato sabato alle 14, ma da altri del Movimento ho ricevuto le prime telefonate giovedì, quando si era già sparsa la notizia”, chiarisce Conigliaro.
Che alza le spalle: “Non c’è destra, né sinistra qui, ci sono le persone”. Ma ci sono anche i simboli e nel caso di Sgroi ce ne sono due di forte impatto politico: Fratelli d’Italia e Forza Italia sono infatti i simboli di due delle 8 liste a sostegno del candidato di centrodestra, che al primo turno aveva un altro competitore nella stessa area politica, la Lega, che assieme al movimento del presidente della Regione, Nello Musimeci, sosteneva Gianfranco Lo Piccolo. Spaccatura che ha lasciato spazio all’affermazione del sindaco uscente, Giovì Monteleone, sostenuto tra gli altri anche da Pd e CentoPassi di Claudio Fava.
E pure Fava sentita la notizia è balzato dalla sedia: “Stupisce che a Carini il candidato sindaco dell’M5s accetti di essere indicato assessore nella squadra del centrodestra che sfiderà al ballottaggio Monteleone. Un imbarazzo che sarà risolto, ne sono certo, dagli elettori del Movimento che sapranno scegliere tra un sindaco, Monteleone, che ha fatto della lotta all’abusivismo edilizio e la tutela dell’ambiente la propria cifra di governo, e una coalizione di destra smaniosa solo di riportare al potere il partito degli speculatori”.
Allo stupore di Fava, segue di poco l’annuncio dei parlamentari siciliani e dei consiglieri regionali: “Il Movimento 5 Stelle stigmatizza e prende nettamente le distanze da questo eventuale scenario e comunica che, se tutto quanto appreso dovesse rispondere al vero, deferirà Conigliaro al collegio dei probiviri del Movimento per i provvedimenti conseguenti”. E ribadiscono: “Per i prossimi ballottaggi in Sicilia (il M5s, ndr) non dà nessuna indicazione di voto e lascia ad attivisti e simpatizzanti 5stelle piena autonomia secondo libertà di coscienza”.
La stessa libertà che ora rivendica Conigliaro: “Dal 5 ottobre ho smesso di essere un candidato del M5s, e sono libero, senza simbolo, di accettare la proposta che mi ha fatto Sgroi”. Proposta che spiega subito: “Durante i dibattiti in campagna elettorale i miei interventi sono stati apprezzati e hanno deciso di chiedermi di guidare da tecnico, non certo a nome del Movimento, l’assessorato alla Cultura. Perché non avrei dovuto accettare?”, si chiede serafico ignorando i 758 voti incassati al primo turno e non senza rifilare qualche stilettata: “Se dovessimo parlare di tradimenti, allora bisognerebbe ricordarsi di tutti i tradimenti consumati negli ultimi 3-4 anni”. E sottolinea: “Sono stati nominati senatori dall’alto, che prima erano con l’Mpa, e ora siedono sugli scranni parlamentari a nome nostro, senza che nessuno sul territorio sia stato consultato”. Il riferimento, neanche troppo velato, è a Francesco Mollame, senatore del M5s, ex candidato sindaco per l’Mpa a Partinico nel 2008.
Così Conigliaro affonda: “Fare la morale sulla coerenza dopo essere stati al governo con la Lega prima e con il Pd adesso? Io da subito non capivo cosa c’entrasse il M5s con La lega, per esempio”. Adesso, dunque, appoggia il candidato di Fratelli d’Italia: “Sono simboli che in una città come la nostra valgono poco. Negli ultimi cinque anni da consigliere comunale mi sono ritrovato a battagliare contro il sindaco, ora candidato del centrosinistra, su argomenti come l’acqua pubblica, i rifiuti: a Carini non c’è destra, non c’è sinistra”. Ma c’è il M5s, che però non ha raggiunto al primo turno il 5 per cento, fermandosi al 3,22, più di un punto in meno della percentuale del candidato che è stata del 4,69: “Io sono un iscritto della prima ora e credo ancora nel progetto del M5s così come ci credo dall’inizio. E la mia scelta non ha nulla a che vedere col Movimento, semplicemente credo di poter fare bene in quell’assessorato e di poter fare il bene della città”.