Pubblica Amministrazione e rappresentanti dei docenti cercano un compromesso per gli scioperi nelle scuole. Sul tavolo delle trattative è finita anche la proposta di una franchigia di cinque giorni dopo l’inizio delle lezioni e cinque giorni prima e dopo le vacanze. Non dovrebbe invece passare l'ipotesi della precettazione dei docenti. Muro contro muro, invece, per quanto riguarda la precettazione degli insegnanti: i sindacati non ne vogliono assolutamente sapere e l’Aran farà probabilmente marcia indietro
Stop agli scioperi prima e dopo le vacanze. A mettere il bastone tra le ruote ai maestri e ai professori è l’Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. Nei giorni scorsi durante l’incontro con le organizzazioni sindacali, sul tavolo delle trattative è finita anche la proposta di una franchigia di cinque giorni dopo l’inizio delle lezioni e cinque giorni prima e dopo le vacanze. Una soluzione che non permetterebbe più di proclamare scioperi in prossimità del Natale o della Pasqua o di altre festività dettate dal calendario scolastico. Tra le altre novità di quest’anno c’è anche un software, elaborato dal ministero dell’Istruzione, che permette di rilevare i dati di adesione alle manifestazioni di protesta, non solo degli istituti ma dei singoli plessi. Numeri che saranno poi messi a disposizione delle famiglie che potranno quindi prevedere la probabilità di adesione dei docenti di volta in volta. Muro contro muro, invece, per quanto riguarda la precettazione degli insegnanti: i sindacati non ne vogliono assolutamente sapere e l’Aran farà probabilmente marcia indietro. A questo punto si attende solo il via libera definitivo che sarà dato dalla commissione garanzia.
A storcere il naso sulle proposte dell’Aran è Attilio Varengo della Cisl Scuola: “Noi abbiamo sempre ragionato mettendo in primo piano la tutela dei diritti individuali di sciopero e il diritto all’informazione alle famiglie. Se un sindacato decide di scioperare durante le vacanze di Natale e annuncia la protesta per i giorni che seguono la fine delle vacanze, in ogni caso la scuola può attraverso il sito dell’istituto o per mezzo del registro elettronico, raggiungere le famiglie per comunicare loro la data dello sciopero”. Varengo non ne vuol sapere, invece, di sentire la parola precettazione: “Su questa partita non c’è nemmeno la possibilità di dialogare. Non ci muoviamo di un passo dalla nostra posizione. Non può esistere alcuna possibilità di andare in questa direzione”. E in merito al sito del ministero il rappresentante della Cisl chiarisce: “Non si tratta di una piattaforma che raccoglie le adesioni o meno allo sciopero prima della manifestazione ma di uno strumento che può essere utile al ministero per una raccolta dati”.
La necessità di modificare la regolamentazione degli scioperi nasce a causa dell’elevata frequenza con la quale sindacati a basso tasso di rappresentatività proclamano mobilitazioni. nell’incertezza i genitori non mandano i figli a scuola, anche quando il basso tasso di adesione consentirebbe in realtà lo svolgimento delle lezioni. Per questo motivo, in una nota inviata all’Aran pochi mesi fa, veniva richiesto ai dirigenti scolastici l’obbligo di indicare agli utenti le organizzazioni sindacali che avessero proclamato lo sciopero, le motivazioni dello stesso e inoltre di rendere noti i dati relativi alle adesioni registrate nelle precedenti manifestazioni proclamate dalle medesime sigle sindacali.