Prima le proteste antirazziste dopo il caso di George Floyd, poi gli scontri con gli agenti federali mandati da Trump. E ora Portland torna di nuovo sotto i riflettori nel giorno del Columbus Day, cancellato in molte città a causa del Covid e delle proteste Black Lives Matter. Gruppi di manifestanti nella città dell’Oregon sono scesi in strada nella notte per celebrare la “Giornata della rabbia dei popoli indigeni”e hanno abbattuto le statue degli ex presidenti Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln, imbrattandole e rimuovendole dai loro piedistalli.
Il presidente contro gli “Antifa” – Azioni a cui ha reagito Donald Trump che su Twitter ha scritto: “Questi sono gli stupidi di Biden. Estremisti Antifa. Intervenga l’Fbi, e intervenga subito!”, aggiungendo altri commenti in cui chiede di “mettere in carcere questi animali, ora. La sinistra radicale sa soltanto come approfittare di questi stupidi che si fidano di una ‘leadership’ davvero inetta. Questo è Biden! Legge e ordine!”. Attacchi che diventano un’occasione in più per chiedere agli elettori di votarlo: “Gli stupidi della sinistra radicale di Portland non vogliono aiuto dalle vere forze dell’ordine, che noi forniremo subito”.
Le proteste – Secondo gli storici, Roosevelt fu ostile nei confronti dei nativi, e affermò anche: “Non arrivo a pensare che gli unici indiani buoni siano gli indiani morti, ma credo che nove su dieci lo siano”. Sulla base della statua di Lincoln è stato scritto con lo spray ‘Dakota 38’, riferimento all’approvazione da lui data all’impiccagione di 38 nativi Dakota accusati di un conflitto violento con coloni in Minnesota. In seguito, alcuni dimostranti hanno rotto finestre della Oregon Historical Society e si sono spostati all’università. La polizia ha ordinato al gruppo di disperdersi, ma non è chiaro se abbia effettuato arresti. Almeno 8 stati e 130 città americane in questa giornata – che dal 1930 è festa federale – hanno deciso di festeggiare i popoli indigeni e non, come tradizione vorrebbe, lo sbarco di Cristoforo Colombo, considerato responsabile dei genocidi e delle violenze contro i nativi americani.