L’outing del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, arriva all’ora di pranzo: la sua erede per le elezioni comunali del 2021, la sua candidata a prenderne il posto dopo dieci anni, è Alessandra Clemente. “Ho ritenuto – spiega de Magistris – che Alessandra Clemente potesse essere la persona in questo momento utile per aprire un ragionamento con la città, al nostro interno, con la nostra maggioranza, con chi ha fatto il viaggio insieme a noi, con la città, con i partiti, con tutti. Credo che questo sia il metodo giusto”.
Clemente è assessore ai Giovani, è titolare della delega alla Polizia municipale, fa parte della giunta da quasi otto anni. Entrò insieme a Carmine Piscopo in sostituzione di Sergio D’Angelo e Alberto Lucarelli, e otto anni consecutivi sono tanti in un esecutivo caratterizzato da numerosissimi avvicendamenti e rimpasti: de Magistris ha cambiato 34 assessori dal 2011 in poi. Al momento della nomina di Clemente, la stampa napoletana ricordò che era la figlia di Silvia Ruotolo, vittima di una sparatoria di camorra che avvenne davanti ai suoi occhi nel 1997. “La ferita che porto dentro non è solo mia – disse Clemente – porto la mia storia personale e la forza dei movimenti. I ragazzi non sono ospiti in città ma protagonisti”.
De Magistris però afferma che “non si tratta di una candidatura che va in continuità o in discontinuità” con la sua esperienza amministrativa: “Io credo – sottolinea – che l’esperienza di Luigi de Magistris sindaco, nel bene e nel male e ognuno darà le sue valutazioni, non sia ripetibile. E’ stata un’esperienza rivoluzionaria per come è nata e come si è costruita e per come si è lavorato in questi anni. Ma credo sia doveroso, da parte di chi ha costruito un’esperienza che oggi è unica in Italia, poter indicare che anche senza il leader, senza chi ha fatto per primo la rivoluzione da solo e poi insieme ad altri in questi anni, si possa esprimere una squadra per il governo della città, fatta di persone oneste, con le mani pulite, coraggiose, competenti, preparate, che davvero amano Napoli”.
La strada per allargare la coalizione arancione capeggiata dal movimento DemA è in salita. Con il Pd di Napoli che sta lavorando a un’alleanza con i Cinque Stelle, alleanza che richiede tempo e pazienza per disinnescare il più che probabile boicottaggio all’operazione da parte dei dem vicini al governatore Vincenzo De Luca, quella di de Magistris appare come una fuga in avanti. Il sindaco la pensa così: “Con Alessandra Clemente mettiamo a disposizione un nome per una coalizione larga, ma siamo anche in grado di mettere in campo molte liste civiche per costruire anche una candidatura che vada in una direzione diversa rispetto ai grandi partiti”. “Se invece c’è la disponibilità a dialogare veramente – ha aggiunto de Magistris – allora noi ovviamente siamo sempre disposti, in maniera non arrogante né supponente, in maniera non pregiudiziale come stiamo facendo, a dialogare su tutto con tutti. Ma da oggi possiamo dire che iniziamo i cento passi per la vittoria”.
Il primo ‘no’ a Clemente arriva in famiglia. A pronunciarlo infatti è il senatore indipendente di sinistra Sandro Ruotolo, zio di Clemente, eletto a febbraio in un collegio di Napoli, dopo un accordo tra Pd e DemA che pareva un buon auspicio per le comunali: “Il candidato sindaco deve essere un nome che unisce e così si parte col piede sbagliato. È il metodo che non va, uno prima decide che tipo di città e poi la società civile con le forze politiche che sostengono l’attuale maggioranza di governo provano a fare un progetto per Napoli. Non valuto io le mosse di de Magistris ma a me pare sbagliato questo metodo, basta guardare come nasce la mia candidatura”, ha detto a caldo Ruotolo durante un’intervista a Radio Crc. “Non mi interessa commentare i motivi o i metodi di tale scelta. Il ragionamento da fare in questi casi è molto più semplice: Napoli, dopo 10 anni di giunta arancione, è migliorata o peggiorata? La risposta è chiara a tutti, anche a chi attualmente guida la nostra città”, dice invece il segretario del Pd di Napoli, Marco Sarracino.