Membri di medio e basso rango, malati terminali, colpevoli di reati minori e over 75, tutti in carcere da più di due anni. Le Forze Democratiche Siriane (Sdf), a maggioranza curda, hanno deciso di concedere l’amnistia a migliaia di prigionieri, tra cui alcuni ritenuti membri dello Stato Islamico, che così potranno godere di sconti di pena o, addirittura, essere liberati. A comunicarlo sono le stesse autorità curde citate dai media siriani.
Destinatari del provvedimento saranno alcuni dei 12mila prigionieri di nazionalità siriana rinchiusi nelle carceri curde del nord-est del Paese, su un totale di circa 19mila carcerati in larga parte considerati ex combattenti del Califfato provenienti anche da Iraq (5mila) e da altre 55 diverse nazionalità (2mila). “Numerosi detenuti nel nord e nord-est della Siria saranno rilasciati o le loro pene saranno ridotte in forza di un’amnistia generale – si legge nel comunicato delle forze curdo-siriane – Questa prevede delle eccezioni per assicurare il rispetto della sicurezza nella regione e garantire il diritto delle vittime di ricevere giustizia”. In particolare, si legge, saranno rimessi in libertà “i detenuti che scontano pene minori, quelli affetti da malattie incurabili e i prigionieri con più di 75 anni di età”. I prigionieri con pene più gravi vedranno dimezzate le loro condanne e chi è stato condannato all’ergastolo avrà una pena ridotta a 20 anni di carcere. Anche i latitanti potranno beneficiare dell’amnistia se si costituiranno entro due mesi.
Esclusi dallo sconto di pena solo i colpevoli di “spionaggio”, “tradimento”, “crimine d’onore”, “traffico di droga”, “dirigenti di organizzazioni terroristiche come l’Isis”. Saranno rilasciati “membri dell’Isis di medio e basso rango se hanno ottenuto meriti di buona condotta“.
Una decisione che sorprende se si tiene conto della presenza di numerose cellule dormienti dello Stato Islamico in tutto il Paese, anche nel nord-est, dove i miliziani in nero compiono costantemente attacchi terroristici e kamikaze contro le Sdf. Inoltre, è di pochi giorni fa la notizia, confermata dalle stesse Forze Democratiche Siriane, di una nuova presenza dello Stato islamico in alcuni villaggi nella regione petrolifera di Deir Ezzor, dove i jihadisti sono tornati a minacciare le donne che non indossavano indumenti islamici secondo i dettami del Califfato fondato da Abu Bakr al-Baghdadi e a chiedere il pagamento della zakat.