Il mantenimento della distanza tra gli alunni, il sovraffollamento dei mezzi pubblici e l’igienizzazione degli ambienti scolastici. Sono queste le tre preoccupazioni principali indicate da genitori e insegnanti intervistati dall’Osservatorio “Futura” della Cgil. Il 39% di mamme e papà guarda con ansia al tema dei trasporti. Una questione già affrontata da ilfattoquotidiano.it ma che torna a galla a ormai un mese dalla ripartenza della scuola.
Stavolta a suonare il campanello d’allarme sono i dirigenti degli uffici scolastici regionali che hanno il polso della situazione nei territori. Il primo è stato il dirigente degli uffici scolastici territoriali di Cremona e Sondrio Fabio Molinari, che sul suo profilo Facebook ha scritto: “Sono molto preoccupato, ed anche un po’ infastidito, per quanto ho letto riguardo alle inefficienze dei trasporti sia in Provincia di Sondrio che in Provincia di Cremona. Non è ammissibile che il treno salti una fermata o che l’autobus sia carico oltre i limiti di legge”. Una situazione che l’ex provveditore ha voluto prendere in mano immediatamente: “Lunedì ho avuto un confronto – spiega Molinari a ilfattoquotidiano.it – con il prefetto di Sondrio e le situazioni di disagio stanno rientrando. Il problema dei trasporti scolastici si è registrato soprattutto in Valtellina: c’erano bus troppo pieni, soprattutto nella Bassa Valle”.
Dalle Alpi alla Sicilia, la preoccupazione per i bus troppo pieni c’è. Il problema, tuttavia, sembra essere che dalle Regioni, dagli uffici scolastici regionali, non arrivano segnalazioni al Mit. In un mese di attività scolastica al ministero di piazzale di Porta Pia non è giunta una sola richiesta d’intervento. A detta del ministero dei Trasporti è già stato fatto tutto il possibile per risolvere la questione ma a sentire chi ha in mano la fotografia delle singole zone non è così.
Carmela Palumbo è la dirigente dell’Usr Veneto: “La situazione più delicata è dove ci sono dei poli scolastici. Dove ci sono più scuole superiori che insistono sulla stessa zona ci sono corse di linea che in certi orari sono sovraffollate. Purtroppo in Veneto non è stato possibile aumentare il numero di corse e mezzi. Non mi risulta che siano state attribuite risorse in questa direzione. Un dato positivo c’è: sono calati gli abbonamenti agli autobus. I ragazzi usano di più la bicicletta e il monopattino”.
Ad ammettere che il trasporto scolastico resta un nodo da sciogliere è anche il capo dell’Usr del Piemonte: “E’ un problema che mi ha segnalato lo stesso assessorato regionale ai trasporti con il quale stiamo lavorando. Stiamo sviluppando questa sinergia acquisendo le esigenze delle scuole. C’è un problema di gestione, di concentrazione delle persone che usano i mezzi”. Dal Piemonte alla Liguria dove a controllare la situazione è Ettore Manca, dirigente dell’Usr: “La nostra regione è molto frastagliata. Nelle aree metropolitane c’è un problema di affollamento così come nelle vallate chiedono di aumentare le corse. Dovremo continuare a monitorare il territorio”.
Un confronto tra Usr Friuli Venezia Giulia e aziende di trasporto è fissato per il 13 ottobre, ci dice l’ex provveditore regionale Daniela Beltrame. A riconoscere alla Regione Lazio d’aver fatto tutto il possibile è invece Rocco Pinneri a capo dell’Usr: “Sono state incrementate le corse dei bus e sono aumentati anche gli autisti. Per quanto ci riguarda abbiamo dato indicazione di scaglionare gli ingressi a scuola in due turni”. A dire la sua sulla questione dei bus pieni è anche l’immunologa Antonella Viola che nei giorni scorsi ha scritto: “Insieme all’introduzione dei test rapidi, quello che serve subito è il potenziamento del trasporto pubblico. E’ del tutto inutile tenere i ragazzi a distanza di 1 metro a scuola se ci arrivano ammassati in tram”.