Si leggono le parole, si leggono le immagini. Queste sono disegnate e, come fosse silenzio, non han bisogno che di lasciarsi guardare per… parlare e sussurrare. Lei è Alba Crapanzano, donna di coraggio e di mani segnate dal lavoro, polvere che ti incipria la vita e alla quale rispondere con la volontà di una madre.
E’ suo il disegno. Alba ruba il tempo quando può, negli angoli del giorno, prima di crollar di sonno, quando riesce: e disegna. Questo racconto disegnato me l’ha mandato alcuni giorni fa. Durante la Seconda Guerra Mondiale, per esempio, la parola “clandestino” aveva significato di “segreto, nascosto”. Era un’altra lingua, era un altro mondo. Poi quel “segreto” s’è fatto irregolare, migrante: clandestino.
La parola aveva cambiato faccia perché noi le avevamo cambiato il senso a suon di odio: clandestino non era più aggettivo o sostantivo, ma persona, condanna di umana disperazione, stigma. Di nuovo era cambiato il mondo e di nuovo sta cambiando: clandestini come bambini che al parco sono stati spiati come untori, piccoli umani sottosviluppati incapaci di tenere le emozioni a bada, mocciosi dal capriccio facile per esser stati reclusi più dei cani quando i cani avevano più diritto dei bambini.
Il mondo cambia ancora e diventa piccolo come una vita, la nostra, non più le vite degli altri, troppo indaffarati a fare i conti con le regole che ci fanno assaporare la libertà limitata al distanziamento, alla mascherina, al (piccolo) sacrificio. Clandestini come bambini, e qualche adulto ancora sano e complice, a cui il vuoto della distanza è più incomprensibile di un genitore che strilla, di un grande che nega, di uno qualunque che ha capito tutto e dà la colpa agli altri.
Leggilo piano questo disegno, perché se non puoi sopportare di non poter abbracciare chi ti vuole bene, pensa a quanto mare c’è tra partire in fuga “clandestino” e arrivare odiato “clandestino”. Allarga le braccia e guarda quanto spazio c’è tra una mano e l’altra se non puoi stringere per voler bene qualcuno.
Alba, che un mattone alla volta sta costruendo casa come la sua vita, che il tempo le si concede appena prima che crolli di stanchezza, prende una parola, le dà forma facendole fare il giro dei mondi attraverso il tempo. Alba ci fa vedere com’è difficile spiegare le cose da capire. Ma disegnare è capire, a voler vedere.