Quali sono i migliori paesi al mondo in termini di salvaguardia della salute pubblica e dell’economia durante la “sindemia” Covid-19?
Da questo grafico pubblicato nel sito “Our World in Data” (utilizzato in corsi universitari a Harvard, Oxford, Stanford, Berkeley e Cambridge) il mondo dovrebbe andare a prendere lezioni da paesi come Taiwan e Corea del Sud. I migliori paesi al mondo nella gestione del coronavirus hanno adottato la strategia delle 4T (testing, tracing, treating, timely) evitando non solo morti in eccesso, ma anche costosi e prolungati lockdown – anche se, come spiega l’Fmi (ed evidenziato dal caso Svezia), la contrazione del’economia avviene anche senza lockdown proprio perché molte attività economiche subiscono l’effetto delle scelte volontarie della popolazione.
I paesi che, a differenza di Taiwan e Sud Corea, non hanno adottato la strategia 4T, sono stati costretti ad adottare lockdown “fuori tempo massimo” (la quarta T) pagando un prezzo molto caro sia a livello di salute che di economia. In Italia, l’idea di un modello efficace 4T non è mai stata completamente metabolizzata e il piano tamponi di Andrea Crisanti è stato ignorato. Perché?
Forse perché nel comitato tecnico scientifico non esiste nessun vero esperto in health policies e public health? Forse perché le università e le istituzioni governative (e non) afferenti alla salute (dominate da clinici) non hanno mai davvero voluto creare delle figure professionali trans-disciplinari che studiano e intervengono sulla salute da un punto di vista preventivo considerando i determinanti sociali, economici, ambientali, psicologici e politici della salute?
Molti editoriali hanno espresso parole di ammirazione verso “il modello italiano” nella gestione Covid-19, ma l’evidenza (numero di morti per milione e Pil perso a causa Covid-19) parla più chiaro delle opinioni giornalistiche: per imparare a contenere il virus in modo efficace, il ricco mondo occidentale dovrebbe guardare a Est.