Calcio

Denis Godeas nella storia: due reti in tutte le categorie. “E’ il mio lavoro, ma con la mia Triestina ho fatto gol d’amore”

L'attaccante di Medea ha timbrato il cartellino per almeno due volte in tutte le serie calcistiche d'Italia: il suo è un record, ma non è l'unico visto che è il bomber più prolifico nella storia della compagine giuliana. Una carriera in flash nell'intervista a ilfattoquotidiano.it

Denis Godeas ha segnato anche domenica scorsa. Sotto la pioggia di Aquileia la sua Triestina Victory, campionato di Prima Categoria, ha perso ma lui non ha mancato l’appuntamento con il gol. Ora è l’unico calciatore ad aver realizzato più di una rete in tutte le categorie del calcio italiano. Antonio Martorella e Marcello Diomedi sono stati in passato altrettanto bravi, hanno timbrato il cartellino in tutti i tornei. Godeas almeno due gol dalla Terza Categoria alla Serie A.

Come è stata questa rincorsa al record?
Dopo il campionato in Lega Pro Seconda Divisione con il Venezia, sono tornato nei Dilettanti, segnando in D con la mia Triestina e poi in Eccellenza con il Monfalcone. Un amico mi ha fatto notare che avrei potuto realizzare questo record. Faccio gol sia in Seconda che in Terza e nelle ultime settimane ci sono riuscito due volte in Prima.

Allora manca la Promozione.
No. Perché l’anno scorso sono andato in prestito qualche mese al Trieste Calcio, dove ho segnato in quattro occasioni. Non potevo aspettare di raggiungere la categoria con la Triestina Victory. Ho già 45 anni…

Della Triestina Victory sei capitano, allenatore e responsabile dell’area tecnica.
Nata qualche anno fa, è la squadra gemella della Triestina. È presieduta da Romina Milanese, la sorella di Mauro. Il progetto è quella di portarla in Eccellenza, sperando che la storica squadra della città nel frattempo raggiunga la B. Diventerebbe così il posto per far giocare i giovani che non arrivano al professionismo. Intanto ho costruito un gruppo fatto anche di calciatori con esperienza, servono per poter vincere i campionati. Siamo come una famiglia.

Com’è la Prima?
Per strutture, contesto e qualità dei calciatori è diversa da una Terza, lì è una fatica vera.

Tantissimi club, tutte le categorie in Italia e una brevissima esperienza in Olanda al De Graafschap.
Era un club satellite dell’Udinese, che aveva il mio cartellino. Sono stato là solo tre mesi, mi ci ha mandato la società. Sono stato benissimo a livello umano, malissimo per il calcio vissuto in una maniera a cui non ero abituato. Io sono attaccato al mio territorio, non mi manca un’altra esperienza all’estero. Ho tolto probabilmente qualcosa alla mia carriera. Ma io sono fatto in questa maniera, vivo ancora nel mio paesello d’origine, Medea, tre minuti da Cormons, in mezzo alle province di Udine e Trieste e non distante della Slovenia. Mi sento fortunato già così. Ho giocato più di 15 anni nella mia Triestina, ho il record di gol nel club, non rimpiango davvero nulla.

Quali sono gli allenatori da cui ha imparato di più?
Ne ho avuti tantissimi e molto bravi. Tesser, Guidolin, Delneri… Quello con cui ho legato maggiormente è stato Tesser, con lui ho lavorato molti anni. La mia è stata una carriera bella anche per questo, ho imparato tanto da questi tre mister e da tutti gli altri.

Dei tanti gol realizzati quali sono quelli che le sono più cari?
Il primo gol con la Triestina tra i Dilettanti e i due nello spareggio per rimanere in B con il Vicenza di Schwoch. Le reti a Buffon e in Coppa Uefa con Chievo e Palermo sono stati gol di lavoro. Con la Triestina ho segnato gol d’amore.

Ha vinto anche una classifica cannonieri in B.
Il Mantova è stata la squadra più forte con cui abbia giocato in B. Aveva giocatori di categoria superiore. Ma siamo arrivati sesti. Ne ho passate tante in carriera e ho capito che i record fine a se stessi non contano, devono essere orientati ad un successo di squadra.

Una mentalità che le sarà d’aiuto quando diventerà allenatore?
Sono cose imparate con il tempo, da giovane te le dicono, ma ti entrano da un orecchio e ti escono dall’altro. Ero poco attento da giovane. Ora lo so che il collettivo fa la differenza, non il singolo.