Come prevedibili i rialzi degli indici di fiducia registrati in settembre si stanno rivelando fuochi di paglia, alla luce del nuovo peggioramento della situazione sanitaria dopo l’estate. L’indice Zew tedesco di ottobre ha così registrato un drastico calo scendendo dai 77 punti di settembre a 56,1. Un crollo che ha sorpreso gli analisti che si attendevano una flessione ma non di queste dimensioni. L’istituto di statistica tedesco ha confermato oggi lo scenario deflazionistico del paese. I prezzi al consumo sono scesi in settembre dello 0,2% rispetto al mese precedente e del -0,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Si tratta del livello più basso dal gennaio 2015 quando il calo dei prezzi su base annua si era attestato ad un – 0,3%.

Da Berlino giunge oggi anche un altro segnale degli effetti che sta avendo la pandemia. Per la prima volta in dieci anni la popolazione tedesca registra una flessione, dovuto principalmente al rallentamento del flusso di immigrati riconducibile all’emergenza sanitaria. Il numero di di abitanti si è ridotto di 40mila unità nei primi sei mesi dell’anno scendendo a 81 milioni e 100 mila persone. L’istituto di statistica tedesco segnala come nella prima metà dell’anno l’ingresso di migranti si sia ridotto del 29%. Come l’Italia anche la Germania è contraddistinta da un basso tasso di natalità che sinora è stato però più che compensato da un saldo positivo tra le persone che arrivano nel paese e quelle che lo abbandonano.

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