“Era il regalo che aveva chiesto per il suo compleanno. Per lei era la prima volta”. Così ha detto Francesco, il fidanzato di Maria Chiara, la 18enne trovata morta per overdose nel letto di un’abitazione di Amelia, in provincia di Terni, nel corso dell’interrogatorio nella caserma dei carabinieri. Il giovane è indagato per omissione di soccorso ed è stato ascoltato per sei ore dagli inquirenti nel tentativo di ricostruire i dettagli di quanto accaduto quel giorno, quello del 18esimo compleanno di Maria Chiara Previtali: lui è l’unico che conosce i contorni di una storia che non convince appieno né la famiglia, né gli amici di Maria Chiara e nemmeno gli investigatori. È stato proprio Francesco infatti a chiamare i soccorsi all’alba del primo giorno da maggiorenne della giovane, come riferisce il Messaggero.
“Confermerà di aver preso con lei il treno per la capitale dalla stazione di Attigliano venerdì mattina e di aver raggiunto uno dei luoghi dello spaccio” per comprare la droga. Lì, secondo la ricostruzione riportata dal Messaggero, attorno all’ora di pranzo la coppia si sarebbe iniettata eroina. Poi il ritorno in provincia di Terni. Maria Chiara, che a quanto pare già non stava bene, ha incontrato delle amiche per l’aperitivo mentre Francesco è tornato a casa ad aspettarla. I due hanno trascorso la notte insieme e poi, all’alba, quando lui si è svegliato, lei era già morta. “Quando mi sono svegliato era bianca, ho cercato di svegliarla. Lei non rispondeva. Allora ho chiamato i soccorsi. L’unica cosa che mi rimprovero è di non averli chiamati prima”, ha detto il giovane a “La Vita in Diretta“. Ma la sua versione non convince la Procura che sta cercando di capire cos’è realmente successo nelle due ore trascorse tra la morte di Maria Chiara e l’arrivo dei soccorsi.
Sempre secondo il Messaggero, Francesco ha detto agli inquirenti di “aver perso tempo nel tentativo di svegliarla, di averla presa su di peso per portala in bagno, di aver telefonato ad un’amica che fa la volontaria al 118 che gli ha consigliato di chiamare l’ambulanza”. Ora si attendono i risultati dell’autopsia sul corpo della ragazza per avere qualche elemento in più che aiuti a far luce sulla vicenda. “Che sia stato o no un regalo di maturità, noi faremo di tutto per capire chi ha fatto questo dono, chi lo ha confezionato, chi lo ha venduto, per fare a lui, o a loro, a nostra volta un regalo”, ha assicurato il procuratore capo di Terni, Alberto Liguori . “Sembra un film. Ma noi vogliamo capire bene i fatti“, ha aggiunto.
Come riferisce il Corriere della Sera, Maria Chiara e Francesco si erano conosciuti pochi mesi fa e da allora avevano iniziato una relazione. Lei, “ragazza solare, studentessa modello, due volte campionessa italiana di Arti Marziali e amica di tutti, soprattutto quelli più in difficoltà”; lui un tossicodipendente, si erano conosciuti nella comunità terapeutica Incontro di Amelia, di cui il padre della giovane è dirigente. “Io ci ho litigato tante volte. Ma da luglio, quando era arrivato Francesco, non era più lei: la droga parlava al suo posto”, ha raccontato il migliore amico della ragazza al Corriere. “Non era amore, era droga. Una persona li aveva messi in contatto e da quel momento lei non c’era più”.