Cronaca

Alto Adige, la Giunta provinciale Svp-Lega non recepisce il Dpcm con le nuove restrizioni anti-Covid. Kompatscher: “Non servono”

La Provincia di Bolzano ha deciso che per ora la stretta sulla movida, sulle feste e sugli sport di contatto non è necessaria. Il presidente: "Nuove ordinanze qualora i dati peggiorassero. Controlli più severi da parte delle forze dell’ordine e sanzioni per chi non rispetta le norme"

In Alto Adige bar e ristoranti non hanno un coprifuoco, si può continuare a sostare fuori dai locali e anche giocare a calcetto tra amici. La Giunta della Provincia di Bolzano, composta dalla Südtiroler Volkspartei e della Lega, ha deciso di non recepire le nuove restrizioni contenute nel Dpcm varato dal governo nazionale. Nessun inasprimento delle regole perché “siamo giunti alla conclusione che non servano nuovi provvedimenti”, ha spiegato il presidente Arno Kompatscher. Oggi i nuovi casi accertati in Provincia sono 124, più del doppio rispetto ai 55 registrati una settimana fa e con un netto incremento rispetto a martedì, quando erano 34. Le persone ricoverate in ospedale sono 54 (più 3 in terapia intensiva): mercoledì scorso erano solo 21.

Kompatscher ha spiegato che “la Giunta si riserva di intervenire con nuove ordinanze qualora i dati peggiorassero e vi fosse un trend evidente e costante improntato alla crescita”. La fonte principale della diffusione del Covid viene individuata dalla Provincia nelle feste private e pubbliche, dove le norme legate a distanziamento e mascherine non vengono rispettate in maniera puntuale. Il Dpcm del governo va a limitare proprio queste occasioni di contagio. Innanzitutto, viene raccomandato di evitare feste o cene a casa con più di 6 persone. Inoltre, i locali pubblici devono chiudere alle 24 e dopo le 21 sono vietate le consumazioni fuori dal locale (sono consentite solo ai tavoli). Un cambio di passo per contenere l’aumento dei positivi che l’Alto Adige ha deciso di non seguire, evitando anche di introdurre il limite di 30 partecipanti alle cerimonie come battesimi o matrimoni. Così come restano consentiti gli sport di contatto a livello amatoriale.

Il presidente Kompatscher e l’assessore alla salute Thomas Widmann hanno ribadito che la strada da seguire, in Provincia di Bolzano, sarà quella dell’intensificazione dei controlli e dell’elevazione di sanzioni nei confronti di chi non si attiene alle regole riguardanti utilizzo delle mascherine e distanziamento: “Controlli più severi da parte delle forze dell’ordine, con il coinvolgimento della polizia municipale, e sanzioni per chi non rispetta le norme”. “E’ vero che i numeri sono in crescita – ha spiegato l’assessore Widmann – ma la maggior parte dei casi si possono circoscrivere a focolai presenti in singoli comuni, aziende o scuole. I casi di pazienti sintomatici inviati a effettuare i controlli dai medici di base o dal pronto soccorso si attestano sui 25 al giorno, in linea dunque con il livello registrato nei mesi scorsi”. Widmann ha inoltre aggiunto che circa l’1% dei positivi viene ricoverato in ospedale, “ed è questa la cifra da tenere maggiormente sotto controllo in quanto ci fornisce la misura della pressione alla quale è sottoposto il sistema sanitario”.

La decisione della Giunta Svp-Lega strizza l’occhio agli esercenti locali: da Confesercenti alla Unione commercio e servizi, non è il plauso alla “responsabilità” che ha avuto la Provincia nel non recepire i provvedimenti del governo. Esprime invece le sue preoccupazioni sulle pagine del Corriere dell’Alto Adige il giuslavorista Luca Crisafulli: “Non credo che il nuovo Dpcm possa essere visto come un attentato alla nostra autonomia. Ognuno si assuma le proprie responsabilità e smettiamola di piantare le bandierine anche sopra la salute pubblica”, ha detto l’avvocato – vicino al M5s – componente della Commissione dei Sei, l’organismo che si occupa di elaborare le norme di attuazione dello Statuto di autonomia.