Il sistema illecito di compravendita della cittadinanza europea era stato messo in luce – con nomi e cognomi – anche da Al Jazeera. Che con un’altra inchiesta scrive la parola fine per il sistema in base al quale la cittadinanza cipriota viene concessa agli stranieri che fanno consistenti investimenti nell’isola. La decisione, maturata a seguito della scoperta di numerosi abusi, è stata annunciata dal portavoce del governo Kyriakos Koushos dopo la trasmissione della tv qatariota.
Nel servizio mandato in onda, l’emittente ha infiltrato un finto uomo d’affari cinese con precedenti penali che ha chiesto la cittadinanza in cambio di importanti investimenti e poi ha messo in onda i video nei quali si vedevano alti funzionari e politici ciprioti che si rendevano disponibili ad aiutarlo. Tra loro il presidente del Parlamento, Demetris Syllouris, che ha comunicato l’autosospensione dall’incarico a partire dal 19 ottobre fino alla conclusione delle indagini e in un comunicato si è scusato “per questa spiacevole immagine trasmessa al pubblico cipriota e per qualsiasi disagio che potrebbe aver causato”.
L’abolizione del sistema è stata decisa nel corso di una riunione d’emergenza su proposta dei ministri delle Finanze e dell’Interno con la motivazione che “si basava su debolezze di lunga data, abusi e sfruttamento delle disposizioni del programma di investimenti”, ha precisato Koushos. Il portavoce ha spiegato poi che lo schema – che ha generato investimenti per sette miliardi di euro – sarebbe comunque terminato il primo novembre 2020. In un post su Twitter l’ufficio del presidente cipriota Nicos Anastasiades ha detto che la proposta è stata avanzata in risposta alle “debolezze” dello schema che potrebbero essere “sfruttate”.
Cipro, che ha aderito all’Unione europea nel 2004, ha iniziato a offrire la cittadinanza a cittadini extraeuropei in cambio di ingenti investimenti già nel 2007, ma il programma è stato intensificato a seguito della crisi economica dell’isola a partire dal 2013. Attualmente il governo concede un passaporto in cambio di un investimento di 2,5 milioni di euro. Dall’Europa erano già arrivate pressioni per riformare il regime a causa delle preoccupazioni su possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel sistema che si poteva prestare a operazioni di riciclaggio ed evasione fiscale.
Il mese scorso Al Jazeera ha riferito che dozzine di coloro che avevano richiesto ‘passaporti d’oro’ erano sotto inchiesta penale o sanzioni internazionali, o stavano scontando pene detentive. Lo scorso anno, ricorda la Bbc, Cipro aveva revocato i passaporti d’oro a 25 investitori stranieri tra i quali nove russi, otto cambogiani e cinque cinesi. Nel novembre scorso era emerso inoltre che nel 2015 aveva ottenuto il passaporto cipriota anche il finanziere malese Low Taek Jho – ora latitante – accusato di essere la mente del mega scandalo da 2,7 miliardi di dollari fra riciclaggio di denaro e tangenti del fondo statale malese 1MDB. .