Il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, si schiera contro la scelta del governo di applicare restrizioni più rigide anche ai matrimoni, che limitano a 30 le persone che possono partecipare: “Le Regioni ieri hanno chiesto al governo di salvaguardare una serie di iniziative, in particolare i matrimoni. Si può fare a meno di festeggiare una cresima e per qualcuno potrebbe essere comunque un dolore, ma un matrimonio che non ha un festeggiamento non è una cosa superflua – ha detto il governatore ospite a Porta a Porta su RaiUno – È un elemento fondamentale di un momento decisivo della vita, nel quale due persone si uniscono e hanno bisogno di avere vicino tutte le persone a loro care. Impedirlo è un colpo duro e si poteva evitare con un po’ di prudenza”.
Atelier, società di catering, location per eventi, organizzatori d’eventi, agenzie di viaggi, musicisti, parrucchieri, fiorai, sono solo alcune delle aziende che lavorano in questo settore che adesso rischia il crack. Secondo i dati, nel 2020 in Italia erano stati programmati 219.405 matrimoni di cui 210.258 italiani e 9.147 stranieri, con un fatturato diretto complessivo di 10 miliardi. Anche i rappresentanti del settore si schierano contro il nuovo Dpcm, che “pesa come un macigno sulla testa di un milione di occupati”.
Il movimento spontaneo Italian Wedding Industry, partito dalla Sicilia con la promozione di Barbara Mirabella, esperta del settore, e degli imprenditori Umberto Sciacca e Luca Damiani, torna a farsi sentire dopo le misure restrittive del governo. “Almeno 700 mila lavoratori sono solo stagionali, la cui unica fonte di sostentamento è il lavoro nel settore wedding ed eventi. Un insieme di norme ancora più restrittive che, senza l’adozione immediata delle dovute misure, sta già segnando il tragico destino dell’intero comparto wedding nazionale: solo nelle prime 24 ore dalla firma del nuovo Dpcm tutti gli operatori della filiera hanno ricevuto disdette da parte degli sposi”, conclude Sciacca.