E’ un giorno speciale il nonno di Elisa Del Genio (in arte Lenù) compie 80 anni. Alberto Del Genio, decano di chirurgia, specializzato nelle malattie dell’esofago, e si festeggia inaugurando l’installazione site-specific di Nello Petrucci. Si chiama “Margine” e si tratta di un’Italia capovolta o vista di traverso, dipende dai punti di vista. Arriva Elisa con fratellanza e mamma Kristine, norvegese, bella anche lei, deve aver fatto la modella, oggi fa l’architetta, abbracciano, con gli occhi, i nonni. Li raggiunge papà Gian Mattia, anche lui medico. Sembrano la famiglia Mulino Bianco quando posano davanti alla scultura open-air in ferro, alta 3 metri e mezzo, posizionata fra cielo e mare. All’ombra della Torre cinquecentesca, antico baluardo saraceno, Capri è ai nostri piedi.
“Margine” non ha bisogno di cornice, ha già quella naturale del paesaggio mediterraneo e non a caso l’arista, nato a Pompei ma vive a New York, nasce proprio nel punto in cui Joseph Beuys, negli anni Ottanta, piantò una quercia come simbolo di impegno ecologico e di continua ricerca di un equilibrio armonioso tra uomo e natura. Non c’erano ancora i “gretini”, ma già cresceva una coscienza “green”.
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Elisa, la dolce Lenù, de L’Amica Geniale prima stagione, è cresciuta di tre spanne, bellissima e racée, non ha più l’aria timida da bambina, si è iscritta al primo anno al liceo Umberto e se continuerà a fare l’attrice, sceglierà solo progetti di qualità. Ha appena fatto un provino via Skype in inglese. Per il resto top secret. Le chiedo come è arrivata sul set de L’Amica geniale, dopo una selezione di un migliaio di candidate. E’ andata così, i responsabili del casting andavano in giro per le scuole e selezionavano i volti più interessanti. Avevano notato il fratello, biondo e occhio azzurro, ma poco credibile come scugnizzo. Le attenzioni si spostarono su Elisa e cominciarono subito le lezioni di verace dialetto napoletano.
Nonna Valeria la chiama, c’è da portare la torta con le candeline al nonno. Il tramonto sta per pennellare il cielo in tutte le nuance del rosso e il concerto di musica classica dell’Orchestra Artemus Ensemble attaca con una Sinfonia numero 2 di Beethoven.
Il resto è stato già detto.
Cambio di set: “Quartiere Intelligente”, progetto veramente smart cominciato 8 anni fa dall’eco/imprenditrice Cristina Di Stasio per il recupero del Monumentale Scalone di Montesanto. Questa spettacolare scalinata a balze dove Vittorio De Sica girò alcune scene del “Giudizio Universale” sfregiata dal degrado e cumuli di monnezza per Maurizio Cattelan ( auguri per il suoi 60 anni da enfant terrible dell’arte contemporanea) sarebbe la location perfetta: per un’installazione, per un servizio fotografico del suo cult magazine Wall Paper o anche solo per supportare l’iniziativa di Cristina e sua figlia Lorenza: Vuoi essere un buggy e salvare la biodiversità? Oh, yes. E nel giardino un groviglio di arbusti formano un gigantesco nido sulla scia di “Migrazioni”, (progetto di Michele Iodice), maialini e papere in libertà, e un pentolone che ribolle una “performante” passata di pomodoro. E’ il concept anche mangereccio dell’artista austriaco “insettologo” Edgar Honetschläger con messaggio incluso: se non ci fossero gli insetti, gli inseminator green, non avremmo piante e ortaggi. E addio anche alla pizza napoletana che ci viene servita fumante sotto gli occhi. Io, come Cattelan, sono diventata socio finanziatore dell’Onlus no profit “Go Bugs Go”.
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