A due giorni dall’arresto la V Corte d’appello di Milano ha convalidato il provvedimento e disposto il carcere per Cecilia Marogna, la manager coinvolta nell’indagine vaticana sull’ex numero 2 della Segreteria di Stato, il cardinale Angelo Becciu, dopo che la Guardia di finanza ha eseguito, tramite Interpol, la misura cautelare firmata dall’autorità giudiziaria della Città del Vaticano. La convalida è stata decisa dopo aver rilevato la “gravità dei fatti” e “il pericolo di fuga”, in quanto la donna si sarebbe “appropriata di fondi della Santa Sede a lei assegnati per fini istituzionali”.
La 39enne, originaria di Cagliari titolare di una società di missioni umanitarie con sede in Slovenia, è diventata nota per aver ricevuto 500mila euro dalla Segreteria di Stato, per volontà dell’allora sostituto Angelo Becciu, al quale il Papa ha tolto i diritti connessi al cardinalato. Ufficialmente il denaro elargito da Becciu a Marogna, denominata “la dama del cardinale”, aveva lo scopo di sostenere missioni umanitarie in Africa e in Asia. Ma i soldi sono stati usati per rinnovare il guardaroba e l’arredamento dicasa: borse, scarpe, accessori lussuosi, tra i quali una costosissima poltrona in pelle. L’accusa nei confronti di Marogna è peculato per distrazione di beni. Per la difesa, il denaro sarebbe invece in parte stato il suo compenso e in parte sarebbe stato usato per gli spostamenti durante le sue missioni.
Intanto il sostituto pg di MIlano Giulio Benedetti è favorevole all’estradizione della donna. La sua condotta, in astratto, per la legge italiana porterebbe a configurare anche il reato di autoriciclaggio. E la questione verrà sollevata già domani mattina dal pg, per dar forza all’istanza che metterà per iscritto nei prossimi giorni, durante l’udienza con cui si aprirà la procedura per l’estradizione. Venerdì, davanti alla V Corte d’appello, presidente Antonio Nova, si terrà l’udienza per l’identificazione della donna e per chiederle se presti meno il consenso all’estradizione. In ogni caso, si è saputo, la Procura Generale milanese ritiene di non aver alcun interesse a trattenere in carcere in Italia la 39enne cagliaritana, esperta in relazioni diplomatiche e in grado, a suo dire, di tutelare la Santa Sede in contesti difficili come in Africa e Medio Oriente. Dopo l’udienza il sostituto pg depositerà la sua istanza di estradizione, e i giudici decideranno una nuova data per la discussione sull’eventuale consegna. I magistrati milanesi, affinché il procedimento vada avanti, sono in attesa degli atti di accusa dell’autorità giudiziaria di Città del Vaticano.