Il raggiungimento “intenzionale” dell’immunità di gregge non ci salverà dalla pandemia. Anzi, puntare su questa strategia è “un errore pericoloso non supportato da evidenze scientifiche”. È un verdetto unanime quello contenuto nella lettera aperta redatta da un gruppo internazionale di 80 scienziati. Nel documento “John Snow Memorandum”, pubblicato sulla rivista The Lancet e che sarà presentato al 16esimo World Congress on Public Health Programme 2020, gli studiosi bocciano definitivamente l’approccio all’emergenza Covid-19 che prevede il raggiungimento dell’immunità nella popolazione a basso rischio in modo da proteggere i più vulnerabili. Molto meglio, secondo i ricercatori, le misure restrittive e il lockdown. Almeno finché non avremo vaccini e terapie efficaci.
La lettera aperta arriva dopo la diffusione di una petizione, sottoscritta da scienziati, medici e professori universitari, intitolata “The Great Barrington Declaration”, che suggerisce di lasciare che il virus faccia il suo corso tra i giovani e le persone in buona salute, proteggendo e isolando invece coloro che sono più vulnerabili. L’obiettivo di questa petizione è appunto l’immunità di gregge, un approccio alla pandemia che ha riscontrato il favore del presidente degli Stati Uniti, Donal Trump, di recente guarito da Covid-19 dopo essere stato sottoposto anche una cura sperimentale. In realtà, Trump non è il primo e né l’unico a caldeggiare questa strategia. Tra i suoi primi sostenitori, poi pentiti, c’è il premier britannico Boris Johnson. Dopo essersi ammalato gravemente a causa del virus Sars-CoV-2 lo scorso 27 marzo, ha fatto un passo indietro e sono iniziati i primi blocchi anche nel Regno Unito. Non avrebbe invece cambiato idea il presidente brasiliano Jair Bolsonaro che, dopo aver superato la malattia, mostra ancora il proprio disprezzo verso le misure restrittive. Il Brasile è terzo per numero di casi dopo Usa e India per numero di casi. La Svezia, con una densità abitativa molto bassa e con una popolazione inferiore a quella della sola Lombardia, è stata anche tra le fautrici dell’immunità di gregge.
Per i firmatari della nuova lettera, però, lockdown e restrizioni sono l’unica via più sicura contro l’emergenza. Questo corposo gruppo di esperti ha riunito diverse competenze – sanità pubblica, epidemiologia, medicina, pediatria, sociologia, virologia, malattie infettive, sistemi sanitari, psicologia, psichiatria, politica sanitaria e matematica – e alla fine hanno concluso che l’immunità di gregge non è la strada giusta. Anche se l’alternativa richiederà molti sacrifici. “A breve termine saranno probabilmente necessarie restrizioni continue per ridurre la trasmissione”, scrivono. “Lo scopo – continuano – è sopprimere efficacemente le infezioni da SARS-CoV-2 e portarle a livelli bassi per consentire un rapido rilevamento di focolai localizzati”. Gli autori riconoscono che le restrizioni in corso hanno comprensibilmente portato, oltre a un grave shock economico, anche una generale demoralizzazione e diminuzione della fiducia e che di fronte a una seconda ondata di infezione vi è un rinnovato interesse per i cosiddetti approcci di immunità di gregge “naturale”. Ma questo, secondo gli scienziati, porterebbe di fatto a perdere totalmente il controllo di questa pandemia.
Stando agli autori della lettera la storia ci ha proprio insegnato questo. Esperienze passate avrebbero infatti dimostrato che “non è possibile limitare i focolai a determinate sezioni della società, ed è praticamente impossibile e altamente immorale isolare ampie fasce della popolazione”, spiegano gli studiosi. Senza contare il fatto che ci sono ancora grossi dubbi sulla durata dell’immunità naturale a Sars-CoV-2. C’è il rischio concreto che la pandemia non si esaurisca e che si verifichino “ripetute ondate di trasmissione per diversi anni”, avvertono gli studiosi. Questo significa mettere le popolazioni vulnerabili a rischio per un futuro indefinito: “Le strategie immunitarie di branco basate sulle infezioni naturali provocherebbero infatti epidemie ricorrenti, come si è visto con molte malattie infettive prima della vaccinazione di massa”, spiegano i ricercatori, secondo i quali l’immunità di gregge basata sulle infezioni naturali rischia invece di avere un impatto sulla forza lavoro nel suo insieme e rischia di compromettere la capacità dei sistemi sanitari di fornire cure urgenti e di routine. La strada quindi su cui puntare è quella di controllare la diffusione del virus fino a quando la popolazione non potrà essere vaccinata. “L’evidenza è molto chiara: controllare la diffusione nella comunità è il modo migliore per proteggere le nostre società ed economie fino all’arrivo di vaccini e terapie sicure ed efficaci nei prossimi mesi. Non possiamo permetterci distrazioni che minino una risposta efficace. È essenziale agire con urgenza sulla base delle prove”, concludono i ricercatori.
La lettera su The Lancet
Scienza
Coronavirus, la “sentenza” di 80 scienziati sull’immunità di gregge. Ecco cosa hanno scritto in una lettera
È un verdetto unanime quello contenuto nel documento redatto da un gruppo internazionale di 80 scienziati e pubblicato sulla rivista. Per i firmatari della nuova lettera, però, lockdown e restrizioni sono l'unica via più sicura contro l'emergenza
Il raggiungimento “intenzionale” dell’immunità di gregge non ci salverà dalla pandemia. Anzi, puntare su questa strategia è “un errore pericoloso non supportato da evidenze scientifiche”. È un verdetto unanime quello contenuto nella lettera aperta redatta da un gruppo internazionale di 80 scienziati. Nel documento “John Snow Memorandum”, pubblicato sulla rivista The Lancet e che sarà presentato al 16esimo World Congress on Public Health Programme 2020, gli studiosi bocciano definitivamente l’approccio all’emergenza Covid-19 che prevede il raggiungimento dell’immunità nella popolazione a basso rischio in modo da proteggere i più vulnerabili. Molto meglio, secondo i ricercatori, le misure restrittive e il lockdown. Almeno finché non avremo vaccini e terapie efficaci.
La lettera aperta arriva dopo la diffusione di una petizione, sottoscritta da scienziati, medici e professori universitari, intitolata “The Great Barrington Declaration”, che suggerisce di lasciare che il virus faccia il suo corso tra i giovani e le persone in buona salute, proteggendo e isolando invece coloro che sono più vulnerabili. L’obiettivo di questa petizione è appunto l’immunità di gregge, un approccio alla pandemia che ha riscontrato il favore del presidente degli Stati Uniti, Donal Trump, di recente guarito da Covid-19 dopo essere stato sottoposto anche una cura sperimentale. In realtà, Trump non è il primo e né l’unico a caldeggiare questa strategia. Tra i suoi primi sostenitori, poi pentiti, c’è il premier britannico Boris Johnson. Dopo essersi ammalato gravemente a causa del virus Sars-CoV-2 lo scorso 27 marzo, ha fatto un passo indietro e sono iniziati i primi blocchi anche nel Regno Unito. Non avrebbe invece cambiato idea il presidente brasiliano Jair Bolsonaro che, dopo aver superato la malattia, mostra ancora il proprio disprezzo verso le misure restrittive. Il Brasile è terzo per numero di casi dopo Usa e India per numero di casi. La Svezia, con una densità abitativa molto bassa e con una popolazione inferiore a quella della sola Lombardia, è stata anche tra le fautrici dell’immunità di gregge.
Per i firmatari della nuova lettera, però, lockdown e restrizioni sono l’unica via più sicura contro l’emergenza. Questo corposo gruppo di esperti ha riunito diverse competenze – sanità pubblica, epidemiologia, medicina, pediatria, sociologia, virologia, malattie infettive, sistemi sanitari, psicologia, psichiatria, politica sanitaria e matematica – e alla fine hanno concluso che l’immunità di gregge non è la strada giusta. Anche se l’alternativa richiederà molti sacrifici. “A breve termine saranno probabilmente necessarie restrizioni continue per ridurre la trasmissione”, scrivono. “Lo scopo – continuano – è sopprimere efficacemente le infezioni da SARS-CoV-2 e portarle a livelli bassi per consentire un rapido rilevamento di focolai localizzati”. Gli autori riconoscono che le restrizioni in corso hanno comprensibilmente portato, oltre a un grave shock economico, anche una generale demoralizzazione e diminuzione della fiducia e che di fronte a una seconda ondata di infezione vi è un rinnovato interesse per i cosiddetti approcci di immunità di gregge “naturale”. Ma questo, secondo gli scienziati, porterebbe di fatto a perdere totalmente il controllo di questa pandemia.
Stando agli autori della lettera la storia ci ha proprio insegnato questo. Esperienze passate avrebbero infatti dimostrato che “non è possibile limitare i focolai a determinate sezioni della società, ed è praticamente impossibile e altamente immorale isolare ampie fasce della popolazione”, spiegano gli studiosi. Senza contare il fatto che ci sono ancora grossi dubbi sulla durata dell’immunità naturale a Sars-CoV-2. C’è il rischio concreto che la pandemia non si esaurisca e che si verifichino “ripetute ondate di trasmissione per diversi anni”, avvertono gli studiosi. Questo significa mettere le popolazioni vulnerabili a rischio per un futuro indefinito: “Le strategie immunitarie di branco basate sulle infezioni naturali provocherebbero infatti epidemie ricorrenti, come si è visto con molte malattie infettive prima della vaccinazione di massa”, spiegano i ricercatori, secondo i quali l’immunità di gregge basata sulle infezioni naturali rischia invece di avere un impatto sulla forza lavoro nel suo insieme e rischia di compromettere la capacità dei sistemi sanitari di fornire cure urgenti e di routine. La strada quindi su cui puntare è quella di controllare la diffusione del virus fino a quando la popolazione non potrà essere vaccinata. “L’evidenza è molto chiara: controllare la diffusione nella comunità è il modo migliore per proteggere le nostre società ed economie fino all’arrivo di vaccini e terapie sicure ed efficaci nei prossimi mesi. Non possiamo permetterci distrazioni che minino una risposta efficace. È essenziale agire con urgenza sulla base delle prove”, concludono i ricercatori.
La lettera su The Lancet
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Politica
La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
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A Milano indagine per evasione fiscale su Twitter-X. Mancati pagamenti Iva per 12,5 milioni
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Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Ofri Bibas, sorella dell'ostaggio liberato Yarden Bibas, ha criticato duramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonché i notiziari, gli utenti dei social media e i diplomatici pubblici, per aver descritto in dettaglio, contro la volontà della famiglia, gli omicidi avvenuti durante la prigionia della moglie di Yarden, Shiri, e dei suoi figli piccoli Ariel e Kfir. Pubblicare tali informazioni nonostante le ripetute richieste della famiglia è stato "un abuso fine a se stesso nei confronti di una famiglia che ha attraversato 16 mesi di inferno e che deve ancora affrontare il peggio", ha sritto Ofri Bibas su Facebook.
Netanyahu ha descritto l'omicidio dei ragazzi in modo molto dettagliato in un discorso tenuto davanti all'America Israel Public Action Committee e, mentre teneva in mano una foto delle vittime, durante una cerimonia militare tenutasi ieri, in seguito alla quale, la famiglia Bibas ha inviato una lettera di diffida a Netanyahu e ad altri uffici governativi, chiedendo loro di smettere di pubblicare dettagli non approvati sugli omicidi, riporta il sito di notizie Ynet.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Questa decisione lacera l'indipendenza di una stampa libera negli Stati Uniti". Lo ha detto il presidente della White House Correspondents' Association Eugene Daniels, criticando l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver affermato che d'ora in poi sarà lei stessa a decidere quali giornalisti potranno seguire gli eventi della Casa Bianca. "In un paese libero, i leader non devono scegliere le testate" da accreditare, ha aggiunto.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.