“Se non si muore di Covid si perisce perché dimenticati dal governo regionale”. Un attacco diretto a Nello Musumeci, presidente siciliano, lanciato non già dai banchi dell’opposizione ma nientemeno che dal presidente nazionale di Confimprenditori, il siciliano Stefano Ruvolo. Che mette sotto accusa il governo siculo per i forti ritardi nei prestiti e nei finanziamenti alle imprese. Questa volta Ruvolo, alla guida della confederazione che raggruppa 150mila imprese in tutta Italia e 28mila in Sicilia, punta il dito sulla Crias, la Cassa regionale per il credito agli artigiani siciliani fondata nel 1954, che ogni anno garantisce l’1 per cento di prestiti senza garanzie. Prestito che nel 2019 è stato richiesto dalla totalità delle aziende artigiane. Ma ci sono aziende che ancora aspettano, come denuncia Ruvolo che non le manda a dire: “Talvolta penso che questa giunta regionale sia peggio di quella precedente”.
E annuncia: “Se non ci ascoltano, come rappresentanti degli imprenditori, possiamo affermare di essere disposti a consegnare le chiavi delle nostre attività ”. Solo l’ultimo attacco del presidente di Confimprenditori al governo regionale: “Quello del Bonus Sicilia è un fallimento annunciato”, aveva detto all’indomani del primo intoppo, lo scorso 5 ottobre, del click day, quando cioè le imprese siciliane avrebbero dovuto collegarsi al sito creato ad hoc, Sicilia Pei, per ottenere i finanziamenti per le imprese segnate dal lockdown, ma solo per le più veloci nella connessione. Una gara al click più rapido che ha letteralmente mandato in tilt il sistema, costringendo prima a un rinvio, poi alla resa totale, cancellando l’operazione che in un solo giorno doveva erogare 125 milioni di euro per medie e piccole imprese: “Cancellare il click day per il Bonus Sicilia, come avevamo suggerito, è stata la soluzione migliore. La gara a chi era più veloce, infatti, è un metodo barbaro e iniquo”, aveva detto ancora Ruvolo.
Pochi giorni dopo dal crash del Bonus Sicilia, è un altro il finanziamento fermo che spinge il presidente di Confimprenditori a lanciare strali contro il governo siciliano: “I prestiti all’1% che servono agli artigiani per avviare le attività – spiega Ruvolo – per acquistare beni strumentali e attrezzature sarebbero anche un mezzo efficace, se solo venissero erogati”. Gli artigiani, però, nell’attesa, hanno già acquistato le attrezzature: “Hanno già fatto i loro investimenti – sottolinea – e rischiano i fallimenti per le mancate erogazioni di quanto dovuto”. Nel frattempo la Crias ha attivato anche un finanziamento 2.0 per la crisi dovuta al Covid. Cioè quando ancora il prestito ordinario non è stato erogato, ha creato un upgrade, così lo chiama, attivandone un altro post lockdown di 8 milioni di euro: “Si tratta di 800mila euro a provincia che non servono assolutamente a nulla, il problema è che la Regione non ha soldi in cassa, ma almeno lo dicesse”, apre le braccia Ruvolo.
“La Crias ha già a sua disposizione 100 milioni di euro, previsti nella legge di stabilità, perciò può soffrire di molte cose ma non di liquidità”, chiarisce però l’assessore all’Economia, Gaetano Armao. Mentre dall’assessorato alle Attività produttive, al quale fa capo la Crias, chiariscono che l’Ente viene assimilato agli istituti bancari così da venire sottoposto a controlli più stringenti che provocano forti ritardi. Intanto la Cassa di credito per gli artigiani, guidata dal commissario Giovanni Perino, deve ancora approvare il bilancio, anche se assicurano: “Sono poco più di 2723 pratiche già deliberate e 70 milioni i prestiti già erogati per il 2019, la parte restante verrà erogata a breve, mentre di qui a breve provvederemo ai prestiti 2020. Nel frattempo l’Ente ha subito, infatti un ritardo per la trasformazione dell’impianto contabile, ma adesso stiamo procedendo spediti. A questi si aggiungono 8 milioni del finanziamento per la crisi Covid, ai quali a breve si aggiungeranno altri 40 milioni previsti dall’assessorato alle Attività produttive”.
Intanto, però, proprio il dirigente generale di questo assessorato, Carmelo Frittitta, pare essere nel mirino assieme al dirigente dell’Autorità regionale per l’Innovazione tecnologica, Vincenzo Falgares, dell’ispezione interna voluta da Musumeci a seguito del flop per il Click Day. Dopo avere nominato la commissione ispettiva, il presidente della Sicilia avrebbe, infatti, mandato – come anticipato da AdnKronos – ai due dirigenti una lettera in cui esprime “disappunto” su quanto avvenuto. Una strigliata ai dirigenti dopo avere annunciato, in prima battuta, una richiesta di risarcimento a Tim che gestiva la piattaforma.