A fronte della crescita dei casi, fare un tampone a Genova è un’impresa (quasi) impossibile anche a pagamento. Le strutture che effettuano l’esame su prenotazione sono piene (e costano di più), mentre chi vuole sottoporsi al cosiddetto tampone ‘rapido’ (antigenico) o molecolare deve attendere una settimana. Nessuna speranza per chi vuole farlo per essere stato a contatto con un positivo o è sottoposto a isolamento domiciliare o quarantena. Chi rientra in questi casi deve attendere la prenotazione dell’Asl al drive-through o la visita domiciliare (se sintomatici). Non meno di una settimana di attesa, mentre la convenzione con i medici di medicina generale annunciata nella serata di ieri dalla Regione deve ancora concretizzarsi.
Nonostante questa scrematura, sono oltre 250 le persone in fila già prima dell’apertura delle 8 alla Commenda di Prè (il totale dei tamponi disponibili, chi arriva dopo deve ritentare). In genere le persone in coda sono contatti di potenziali positivi che ancora attendono il tampone dell’Asl, o persone come Gianluca Durno, che è stato messo in quarantena perché contatto stretto di positivo, ma non è mai più stato ricontattato per prenotare il tampone, né è riuscito ad avere risposta chiamando lui i numeri dell’Asl.
Terminata la quarantena, chi non ha sintomi e non è riuscito a ottenere il tampone è “tecnicamente” libero, ma il senso civico impone di verificare autonomamente la propria eventuale positività, considerando che molte persone non manifestano alcun sintomo.
Siamo stati al laboratorio privato di via Balbi che permette di effettuare tamponi e test sierologici senza prenotazione, ma solo ai primi 30 che si presentano all’apertura. Risultato: code dalle prime luci dell’alba. L’alternativa, per chi non può o non vuole attendere lunghi giorni di attesa (spesso per motivi lavorativi o perché convive con persone fragili) è andare all’altro laboratorio che accetta ’senza prenotazioni’ a Genova Prà, dove riescono a processare 160 tamponi al giorno. Se positivi, bisognerà attendere almeno una settimana prima che l’Asl certifichi la quarantena e fissi il tampone molecolare necessario a diventare “contatto confermato”. Questi tamponi privati infatti hanno per ora solo un valore “indicativo”. Decine di nuovi positivi ‘di fatto’, che non rientrano nel conteggio ufficiale ma contribuiscono a generare i ritardi nel tracciamento che la Regione sta cercando in tutti i modi di recuperare, per ora invano.