“Le donne hanno il diritto di essere intellettuali e portare i tacchi a spillo”, scrive una ragazza dalla Francia unendosi alla solidarietà sui social. E le fa eco un’altra: “Non voglio vivere in un Paese dove i politici vengono giudicati per l’abbigliamento”
Una giacca nera portata senza camicia, con un gioiello sulla scollatura a V. Tanto è bastato per far scatenare il putiferio su Sanna Marin, la premier più giovane al mondo, capo del governo finlandese a soli 34 anni. Per quel look è stata accusata di essere “indecente”, “inappropriata”, fino al sempreverde commento: “Perché non pensa a governare invece di fare la modella?”.
L’abito scollato non è stato scelto per un impegno istituzionale ma per un servizio fotografico della rivista Trendi. A onor del vero poi, è vero che la scollatura si inabissa tra le costole qualche centimetro più giù dello standard, ma nulla altro si intravede. Un lembo di pelle all’altezza dello sterno. Ma accanto alle critiche spietate, la premier ha ricevuto anche un’ondata di solidarietà via social: dentro e fuori i confini della Finlandia, le persone hanno cominciato a postare le loto foto con un abito scollato mandando in tendenze l’hashtag #IamwithSanna, “io sto con Sanna”. Tra questi c’è anche l’attrice Anna Easteden e l’ex presidente Tarja Halonen, che ha scritto: “Benvenuta nel club delle donne politiche il cui fisico è costantemente scrutato e discusso al contrario degli uomini che possono tranquillamente farsi vedere a torso nudo, che possano o no permetterselo”.
Un altro utente – Jussi P. Laine, ricercatore e decente – mette a confronto due foto: da una parte la scollatura di Sanna Marin, dall’altra Teuvo Hakkarainen, rappresentante del Finns Party al Parlamento Europeo che si è fatto orgogliosamente fotografare a torso nudo, in bermuda, con un cappellino da baseball alla Trump che recita “Keep America Great”. “Una di queste foto è stata giudicata inappropriata e di pessimo gusto – commenta sconsolato – Indovinate quale?”
Per qualche insondabile meccanismo della psicologia del potere, gli uomini nella storia hanno mostrato i pettorali come ostentazione di forza, le donne hanno dovuto coprire ogni centimetro di pelle per farsi perdonare l’imperdonabile colpa di possedere anche un corpo, oltre che un cervello. Dalla foto di Vladimir Putin a pesca sul fiume Yenisei, nel 2007 (che a tanti ha ricordato le foto di Benito Mussolini, petto in fuori e mani sui fianchi) fino al fotomontaggio che Donald Trump ha postato lo scorso inverno sui social: il tycoon in versione Rocky, con gli addominali scolpiti e i guantoni da boxe. Per non parlare di tutti gli scatti paparazzati sulle spiagge o bordo di yatch, dove le pance di destra e di sinistra vengono risparmiate dall’impietosa lente di ingrandimento a cui vengono sottoposti i corpi delle colleghe donne.
“Le donne hanno il diritto di essere intellettuali e portare i tacchi a spillo”, scrive una ragazza dalla Francia unendosi alla solidarietà sui social. E le fa eco un’altra: “Non voglio vivere in un Paese dove i politici vengono giudicati per l’abbigliamento”.