Nel centro di Capannelle sono ospitati 500 allievi. Il coordinatore nazionale del sindacato, Costantino Saporito, denuncia: "Non abbiamo screening, né mascherine. Se non prendiamo le dovute precauzioni diventeremo a breve il più grande centro di diffusione del virus di tutta Italia". Il responsabile Paduano replica: "Per i tamponi siamo cittadini come tutti. Il nostro personale viene seguito dai medici"
Sei positivi al coronavirus e undici allievi in isolamento dentro la Scuola Centrale Antincendi dei vigili del fuoco, in località Capannelle a Roma: un’enorme struttura che ospita 500 ragazzi, ma che vede passare mille persone tra istruttori, personale amministrativo e vigili del fuoco operativi. “Se non vengono prese le dovute precauzioni ci troveremo a essere nel giro di poco il più grande centro di diffusione del virus in tutta Italia”, denuncia il coordinatore nazionale del sindacato Usb dei Vvf, Costantino Saporito che a ilfattoquotidiano.it spiega come il corpo, soprattutto nel centro-sud Italia e in particolare a Roma e Napoli, sia “sprovvisto di dispositivi di protezione e tamponi”. “Tanti colleghi si sono dovuti comprare la mascherina da soli – racconta Saporito – perché nessuno di noi ne ha ricevuta una in dotazione dal comando. A Genova il sindacato ha dovuto pagare il tampone a diversi colleghi: quando ci sono casi sospetti informiamo il dipartimento centrale, ma poi dopo qualche blanda rassicurazione veniamo lasciati soli”. L’elenco delle lacune all’interno del corpo dei vigili del fuoco, secondo il sindacato Usb, è lungo: oltre ai dispositivi di protezione e ai tamponi, a mancare sono anche i guanti e gli occhialini monouso, le telecamere termografiche, in alcuni uffici i dispenser con gel igienizzante e soprattutto “dei luoghi preposti per la quarantena“. “Abbiamo fatto richiesta per un reparto dell’ospedale Spallanzani o per altre strutture ma ci sono stati tutti negati, così i nostri colleghi contagiati devono isolarsi a casa”, continua Saporito.
“Dentro la scuola di Capannelle la situazione è drammatica – attacca il coordinatore nazionale di Usb Vvf – i ragazzi positivi o in isolamento precauzionale vengono chiusi in qualche camerata dell’ex palazzina Nanni, che è diventata un vero e proprio lazzeretto, e lì dentro passano 14 giorni, misurandosi la febbre da soli e mangiando tre volte al giorno dei pasti in busta. Possono uscire quando comunicano una temperatura accettabile, che si auto misurano, auto-dichiarando di stare bene”. Della presenza di medici e infermieri, secondo Usb, dentro la Scuola di Capannelle non c’è traccia. Ma più di ogni altra cosa a preoccupare il sindacato è la mancanza di “controlli, screening e mappatura” per un corpo come quello dei Vvf che lavora a stretto contatto sia con i cittadini che assistono, sia con i colleghi durante i lunghi turni di lavoro.
Eppure i Vigili del fuoco, insieme alle forze dell’ordine e al personale sanitario, sono categorie considerate più esposte al contagio e quindi per loro i tamponi dovrebbero essere prioritari. Ma non è di questo avviso l’ingegnere Giuseppe Paduano (responsabile dell’Ufficio per il contrasto al rischio NBCR e per i servizi) che a ilfattoquotidiano.it dichiara: “Siamo cittadini come gli altri e i tempi del tampone sono gli stessi per tutti“. Riguardo invece alle mancanze esposte dal sindaco Usb, replica: “Non entro nei casi specifichi perché non li conosco, ma in linea generale abbiamo inviato delle linee guida alle nostre sedi territoriali per gestire l’emergenza. Oltretutto, al di là delle periodiche comunicazioni, nel nostro sito c’è una sezione in cui tutti quanti i comandi possono aggiornarci sulle mancanze riscontrate: ma non ci è arrivata alcuna segnalazione e abbiamo un numero di mascherine per il momento sufficiente. Il nostro personale viene seguito dai medici e non mi sembra che su quest’aspetto ci siano lacune“.
“Non c’è nessun canale preferenziale per noi” , dichiara ancora Saporito, che fa l’elenco di altri positivi nel Lazio all’interno del corpo: “Al Fluviale un positivo, a Viterbo due, a Roma uno, un altro a Tuscolano secondo e a Piombino, due a Empoli e quattro a Genova”. “E’ da marzo che aspettiamo l’equipaggiamento completo individuale, che ci era stato promesso dal capo dipartimento di cui adesso siamo sguarniti. Loro stanno dentro la torre d’avorio, al Viminale, mentre sul territorio ci siamo noi, che tocchiamo con mano la gente. Se non guardiamo chi ci tutela – conclude – siamo nelle mani di nessuno”. In queste ore il dipartimento dei Vvf, del soccorso pubblico e della difesa civile ha rivisto le linee guida per l’emergenza Covid-19, inviando una nuova circolare a tutti gli uffici sul territorio, per invitarli a compilare un questionario sulle mancanze e le pratiche intraprese per affrontare la pandemia “così da raccogliere e valorizzare le iniziative, sistematizzare i contributi in una raccolta aperta […] e allo stesso tempo incentivare una riflessione pragmatica su nuove modalità di intervento che, ove possibile, possano utilmente entrare nella programmazione e nella erogazione dei servizi istituzionali”, si legge sulla circolare.