Il Tar ha dato definitivamente ragione al Piemonte sul ricorso presentato dal governo contro la tanto discussa ordinanza della Regione, che dal 14 settembre imponeva la verifica anche da parte della scuola della temperatura degli studenti. E non solo a casa, come invece chiedeva la legge nazionale. Per il Tribunale amministrativo del Piemonte il ricorso da parte del governo è “improcedibile“, perché l’ordinanza impugnata è scaduta il 7 ottobre e il provvedimento regionale della doppia misurazione della temperatura continua a essere in vigore, dal momento che è stato confermato con due nuove ordinanze di cui l’ultima firmata il 16 ottobre dal presidente della Regione, Alberto Cirio.
E’ la seconda vittoria per il Piemonte, dopo che il Tar (il 17 settembre) aveva già respinto le richiesta di sospensiva d’urgenza presentata dai ministri dell’Istruzione Lucia Azzolina e della Salute Roberto Speranza. Al tempo, la decisione del Tribunale amministrativo si basava sul fatto che l’ordinanza regionale non sovvertiva quanto stabilito dallo Stato, ma lo integrava. Per i giudici inoltre il rischio sanitario era comunque tale da giustificare provvedimenti straordinari. Una decisione che trova conferma definitiva. “Il Tar aveva già manifestato di aver compreso le nostre motivazioni non accogliendo a settembre la richiesta del governo di una sospensiva d’urgenza dell’ordinanza – sottolinea il presidente Cirio – questa sentenza conferma le nostre ragioni. Il Piemonte ha scelto di introdurre un livello di controllo in più per garantire maggiore sicurezza ai suoi cittadini, alle scuole e alle famiglie, con il pensiero rivolto ai nostri figli ma anche ai nonni che sono tra i soggetti più vulnerabili di fronte alla pandemia”.
Così in Piemonte da lunedì niente cambia e la temperatura degli alunni, segnata sul diario o su un apposito modulo ogni mattina dai genitori, verrà controllata dal personale scolastico o rimisurando la febbre prima dell’ingresso a scuola (se possibile) o ritirando la certificazione compilata al mattino dalle famiglie, così da dimostrare che il figlio sta bene. Nel caso in cui lo studente non abbia la certificazione, l’istituto ha l’obbligo di misurargli la temperatura.