Finora la situazione è rimasta sotto controllo, “ma siamo sulla buona strada per perderla“. L’ammissione arriva direttamente dal ministro federale della sanità, Jens Spahn: il modello tedesco del tracciamento, fiore all’occhiello della strategia della Germania nella lotta al coronavirus, è in affanno. Nella capitale Berlino e a Monaco di Baviera è entrato in azione anche l’esercito per tentare di aiutare le autorità sanitarie. Che cosa è successo? Venerdì il Paese è arrivato al nuovo picco di contagi: oltre 7.300 in 24 ore. “Il problema è che a causa dell’aumento quotidiano dei casi, le autorità locali non possono più tracciare come dovrebbero”, ha spiegato ieri il ministro Spahn in un webinar di Bloomberg. L’aumento della mole di nuovi positivi, dovuta anche al milione di tamponi settimanali che la Germania effettua già da metà agosto, è una parte della spiegazione. L’altra risiede nella difficoltà a trovare nuovo personale. Il governo e i Länder ad aprile avevano fissato l’obiettivo di aver un team da 5 persone ogni 20mila abitanti solo per il tracciamento: ad oggi solo il Land di Brema ha soddisfatto questo requisito.

La maggiore capacità di tracciamento dei contatti è stata la chiave che ha permesso alla Germania di essere uno dei Paesi europei meno colpiti dalla pandemia, soprattutto per quanto riguarda il numero dei morti. Mentre gli altri Paesi soccombevano durante la prima ondata della pandemia, il sistema tedesco ha potuto contare fin da subito sull’appoggio delle oltre 400 autorità sanitarie locali. La Germania si è basata sull’infrastruttura e sull’esperienza della propria sanità territoriale, unita a un numero di tamponi sempre crescente, per migliorare fin da subito la ricerca dei contatti. Per aiutare i Gesundheitsämter, dipendenti sono stati trasferiti da altri uffici pubblici in soccorso al lavoro di tracciamento.

Il governo e la cancelleria Angela Merkel hanno sempre puntato sul tracciamento. Il 20 aprile è stato annunciato il nuovo piano siglato con i Länder: formare squadre di cinque tracciatori ogni 20mila abitanti. Per raggiungere questo fine, spiegava allora il ministero della Salute, si poteva reclutare personale da altre aree della pubblica amministrazione o assumere studenti di medicina. Cinque mesi dopo, le testate tedesche Süddeutsche Zeitung, NDR e WDR hanno fatto il punto della situazione, sentendo più di 380 autorità sanitarie. La Baviera, ad esempio, ha 13 milioni di abitanti, quindi dovrebbero esserci 650 squadre di tracciatori disponibili. Il governo bavarese ha riferito che solo 288 sono attualmente in servizio. Nella stessa situazione si trovano anche gli altri Länder: in Assia ci sono 268 squadre, ne servirebbero 313. Il Baden-Württemberg dovrebbe avere 553 team di contact-tracing, ma solo da inizio ottobre si è arrivati a più di 300 squadre.

Il Baden-Württemberg, che ha poco più di 10 milioni di abitanti, ha 1,4 tracciatori per 10mila abitanti. La media delle Regioni italiane è di 1,5. Fino a poche settimane fa il sistema tedesco però ha tenuto la situazione sotto controllo: a fine settembre, il 99% delle autorità sanitarie che hanno risposto a NDR, WDR e Süddeutscher Zeitung ha dichiarato di aver raggiunto con successo “tutte” o “quasi tutte” le persone di contatto. Le denunce dei cittadini raccolto dai media tedeschi raccontavano però una realtà diversa, con soggetti a rischio contatti dalle autorità anche con 10 giorni di ritardo. Le difficoltà ora stanno emergendo a livello ufficiale: 5 autorità sanitarie hanno denunciato ufficialmente di aver raggiunto il “collo di bottiglia“, compresa Berlino. Molte altre, da Stoccarda ad Amburgo, denunciano di essere ormai sovraccaricate di lavoro.

Il tracciamento stava raggiungendo la sua capacità limite già a maggio, ma poi durante i mesi estivi l’abbassamento dei casi ha portato i Länder a sottovalutare l’opportunità di aumentare il personale a disposizione. Ora si sta cercando di correre ai ripari, prima che sia troppo tardi. Il reclutamento però non è facile: l’Istituto Robert Koch sta provando a venire in soccorso alla richiesta di aiuto che arriva dai territori con delle assunzioni a livello federale. 430 persone sono state già selezionate per diventare tracciatori. Tuttavia, sono necessari altri 270 dipendenti. All’Rki sono arrivati quasi 4mila candidature, ma solo 36 di loro sono stati assunti fino ad oggi. Gli altri non avevano le competenze necessarie.

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