Giancarlo Magalli con viso affranto ha lanciato un servizio di Laura Squizzato sulla comunità del Forteto con queste parole: “Una realtà triste che è accaduta a decine di bambini strappati alle loro famiglie e affidati a una comunità che avrebbe dovuti crescerli ma non è andata così”. Parte il servizio-scheda e che cosa appare? Uno si aspetterebbe di vedere la figura di Rodolfo Fiesoli, 79 anni , il fondatore e “profeta” della comunità Il Forteto ma la faccia è quella di Don Milani
Venerdi 16 ottobre, Rai2, trasmissione “I fatti vostri”. Tra chef, musichine e battute, ad un certo punto il conduttore Giancarlo Magalli con viso affranto lancia un servizio di Laura Squizzato sulla comunità del Forteto con queste parole: “Una realtà triste che è accaduta a decine di bambini strappati alle loro famiglie e affidati a una comunità che avrebbe dovuti crescerli ma non è andata così”. Parte il servizio-scheda e che cosa appare? Uno si aspetterebbe di vedere la figura di Rodolfo Fiesoli, 79 anni , il fondatore e “profeta” della comunità Il Forteto, condannato a 14 anni e 10 mesi per abusi e maltrattamenti nei confronti di minori, condanna confermata dalla Cassazione, nel novembre del 2019. “Un personaggio pazzo e diabolico, mi basta guardarlo in faccia per incutermi terrore”, lo definisce in studio, intervistato da Magalli, Emanuele, fiorentino, una delle tante vittime del Forteto.
Ma no, non vede Fiesoli, vede don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana, con il suo mantello da prete, mentre cammina con i suoi allievi montanari. L’accostamento tra Fiesoli e quello che papa Francesco in visita sulla sua tomba il 20 giugno 2020 ha definito “un prete e un educatore esemplare”, ha fatto infuriare la fondazione Don Milani mentre il segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi (parlamentare di Italia Viva) ha presentato un’interrogazione definendo il servizio di Fatti vostri “un errore gravissimo e indecente, l’ennesimo di questa Rai”. Da parte sua la Fondazione don Milani si dichiara “profondamente scossa e offesa per questa illogica, inopportuna e diffamatoria associazione di due esperienze totalmente distinte e distanti nel tempo, nei modi, nei contenuti e soprattutto nei valori. Che si tratti di un errore o di una intollerabile strumentalizzazione. Un’associazione cinica e barbara figlia della superficialità e soprattutto non consona alla Tv di Stato”. Il comunicato della Fondazione si conclude chiedendo alla Rai “esplicita e ufficiale rettifica” e se ciò non avvenisse annuncia la tutela “dell’esperienza di Barbiana e di don Milani, in tutte le sedi opportune”.
Il dilemma è proprio quello evocato dalla Fondazione: errore o strumentalizzazione? E’ vero che il Forteto dista pochi chilometri da Barbiana e che Fiesoli più volte abbia vantato i suoi riferimenti ideali con il cattolicesimo fiorentino di Giorgio La Pira e di don Milani, appunto. Ma si tratta di evidente millanteria. Basti dire che don Milani muore il 26 giugno del 1967 mentre la comunità del Forteto si insedia nel comune di Dicomano, in Mugello, dieci anni dopo, nel 1977. Magalli ai Fatti Vostri lancia il servizio sul Forteto parlando di una comunità orribile, ma il video ne mostra una, quella di don Milani e dei suoi ragazzi, che a partire dal 1977 non esisteva più: la scuola di Barbiana chiude i battenti nel 1967 con la morte del suo maestro prete.
Un errore di cassetta, come sembra evocare Anzaldi, o una vera e propria strumentalizzazione politica da parte di una rete Rai molto vicina alla Lega e sovranista? Nella destra cattolica e politica l’accostamento tra Barbiana e il Forteto non è nuovo. Basti ricordare il convegno tenutosi il 30 novembre del 2019 a Bergamo dal titolo scandaloso “Da Barbiana a Bibbiano”, passando per il Forteto, organizzato da associazioni cattoliche filo leghiste e ultra reazionarie. Per non dire di polemisti e scrittori di destra che in questi anni hanno cercato di colpire don Milani come riferimento ideale del Forteto e dei suoi orrori. Nel mirino l’idea religiosa e pedagogica del priore di Barbiana. Alla sbarra come “cattivo maestro” e non “esemplare”, come lo ha definito papa Francesco. La cui visita a Barbiana, nel 2017, non a caso, è stata duramente contestata dalla destra cattolica.