La auto elettriche si stanno pian piano ritagliando uno spazio significativo, sia nel resto del mondo che in Italia. Nel nostro Paese, ad esempio, da gennaio a settembre ne sono state vendute 17.549, pari all’1,8% del totale: una crescita notevole (sostenuta anche dagli incentivi), considerando che nei primi mesi del 2019 si erano fermate a quota 7.712, ovvero allo 0,5% del mercato.

E sebbene la corsa all’elettrificazione veda attualmente in prima fila le ibride (anche plug-in), il futuro sembra sempre più orientato verso le emissioni zero. A sostenerlo è una ricerca della Deloitte (la Deloitte Electric Vehicles – Setting a course for 2030), secondo cui di tutti i veicoli a batteria venduti entro il 2030 l’80% sarà rappresentato proprio dalle elettriche pure: parliamo di 25,3 milioni di mezzi, contro i 5,8 milioni di ibride e auto con motori a combustione.

Proprio questi ultimi, secondo la ricerca, come reazione dopo la crisi innescata dalla pandemia globale, torneranno nelle preferenze dei consumatori almeno per i prossimi cinque anni. Per poi tornare a diminuire a livello di vendite nel quinquennio 2025-2030.

Sempre secondo Deloitte, per riprendersi dalla crisi il mercato impiegherà altri tre anni: solo nel 2024 infatti si potrà tornare ai liveli di vendite pre-Covid. Nonostante questo, le previsioni sull’andamento dei veicoli elettrici rimangono ottimistiche, con un tasso di crescita previsto nel prossimo decennio del 29%, fino ad arrivare a valere un terzo delle ventite totali di veicoli nuovi nel 2030.

Il boom dell’elettrico, nondimeno, avrà impatti diversi a seconda delle aree geografiche. La Cina, insieme al sud est asiatico, la farà da padrona: qui troverà un acquirente circa la metà dei nuovi veicoli ad emissioni zero. Al secondo posto l’Europa, con il 27%, e fanalino di coda gli Stati Uniti, con il 14% del totale.

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