Cultura

Contro lo spauracchio del lockdown. Il Teatro San Carlo guarda oltre, lancia una piattaforma alla “Netflix” e si auto/produce

Si alza il sipario su La Rondine di Puccini con quel tocco dannunziano. Il Teatro Stabile Mercadante riapre e svuota la platea. Ruoli invertiti: attori al posto delle poltronissime, spettatori nei palchi

di Januaria Piromallo

“Parigi brilla, Parigi luccica. Parigi ama”, arieggia La Rondine. E si alza il sipario del Teatro San Carlo sull’operetta pucciniana. Intanto Parigi vive il coprifuoco da epidemia. E la scelta del neo-sovrintendete Lissner, già Sovrintendente de La Scala e dell’Operà de Paris, sembra volere essere di buon auspicio per la capitale francese.

La cultura è una macchina che una volta partita non può ritornare indietro. Dunque la Prima de La Rondine, per le necessità imposte dall’emergenza sanitaria, va in scena come un concerto di un unico atto. Ma basta per applaudire a piene mani Ailyn Perez, straordinario soprano, di lei il New York Times ha scritto: “Come entra in scena la domina da subito”. La Rondine, una mondaine mantenuta, ha un amour fou per il poeta Pruiner, interpretato con tocco dannunziano dal baritono Marco Ciaponi

Ogni due poltrone c’è uno schermo in plexiglas per aumentare i posti in platea. I cantanti entrano in scena e si tolgono la mascherina. Ma si guarda oltre. In fase di lancio con il direttore generale Emmanuela Spedaliere il San Carlo digital, ossia una piattaforma in streaming: i muscoli se li sono già scaldati durante il lockdown. Si parla già di “netflixizzare” il San Carlo produrrà corti, lungometraggi, grafic animation, partendo dal patrimonio lirico dal 700 in poi e dall’archivio storico del teatro ma punterà anche su altri contenuti, intrecciando la “classicità” con linguaggi musicali più pop che avvicineranno un pubblico giovane. Il potenziale è enorme. Basti solo pensare che le prime delle opere liriche e dei concerti potranno avere una seconda vita, un secondo palcoscenico, quello digitale ( diciamo un mese dopo la rappresentazione, altrimenti nessuno più comprerebbe gli abbonamenti).

Il Teatro Stabile Mercadante apre la stagione e il neo direttore artistico Roberto Andò si accredita subito un gesto audace: svuota la platea, via le poltrone, e la fa diventare palcoscenico per ospitare “I Manoscritti del Diluvio” (testo di Michel Marc Bouchard e regia di Carlo Cerciello). Testo tosto ed evocativo post-catastrofe come quella che stiamo vivendo adesso. A ruoli invertiti: attori in platea, spettatori nei palchi. Applausi.

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