I Comuni individueranno le aree dove si verificano i maggiori assembramenti, ma sarà il governo a doverne garantire la chiusura tramite i controlli delle forze dell’ordine. Il presidente dell’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) e sindaco di Bari, Antonio Decaro, abbassa i toni dopo il botta e risposta tra enti locali e governo seguito all’annuncio del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che nella conferenza stampa di domenica sera aveva attribuito agli amministratori locali il compito di attuare o meno dei mini-lockdown in strade o piazze a rischio assembramenti dalle 21. Al termine della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla quale ha partecipato il prefetto di Bari alla presenza del direttore del dipartimento di prevenzione della Asl, Decaro ha dichiarato che “i sindaci non si sottraggono alle responsabilità. Mai. Figuriamoci in tempo di emergenza. Prenderci cura delle nostre comunità è nel nostro dna. Se oggi il nostro compito è individuare strade e piazze da chiudere per evitare gli assembramenti e quindi i contagi, lo faremo. Anzi, lo stiamo già facendo. Individueremo le aree all’interno del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, lo Stato dovrà assicurare il controllo attraverso le forze dell’ordine, coordinate dal prefetto e dal questore. Perché, come è noto, non sono i sindaci a disporre delle forze dell’ordine“.
Un’interpretazione poi confermata dallo stesso premier Conte, che a margine di una conferenza stampa sulla legge di bilancio 2021 spiega: “Ci siamo sentiti con Decaro e Lamorgese e abbiamo già concordato un protocollo che consentirà ai sindaci, sentite le Asl, di adottare una proposta per le piazze e le vie che più si prestano ad assembramenti. Poi, nell’ambito di una riunione tecnica del Comitato ordine e sicurezza pubblica si cercherà una soluzione per controlli e attuazione da parte di tutte le autorità competenti. Si tratta di misure sperimentali: dobbiamo costruire anche qualcosa di nuovo”. La telefonata è stata confermata anche da Decaro che ha chiuso definitivamente la partita, ribadendo il ruolo di prefetti e questori nei coprifuoco locali: “Non chiedete ai sindaci i controlli perché, come ha confermato il presidente del Consiglio Conte, i controlli li fanno il prefetto e il questore”. In serata è proprio lui a fare da apripista tra i colleghi, firmando la prima ordinanza di chiusure nella sua Bari.
Si placano quindi le polemiche sui nuovi poteri assegnati ai sindaci dall’ultimo dpcm. Lo scontro era nato nella serata di domenica, per poi proseguire per tutta la mattinata di lunedì tra i rappresentanti dell’esecutivo e i primi cittadini italiani. Proprio Decaro era arrivato a definire la comunicazione di Conte “una scorrettezza istituzionale che scarica le responsabilità di un coprifuoco sui sindaci”. Alle sue parole aveva ribattuto il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, sostenendo invece che “se c’è un quartiere da chiudere lo decidono i sindaci, non c’era nemmeno bisogno di specificarlo”. Di fronte alle proteste degli amministratori, dal testo definitivo del nuovo Dpcm è poi sparito il riferimento ai sindaci, un cambiamento puramente formale più che fattuale. Ma ciò che ha scatenato le proteste è il fatto che la comunicazione del presidente del Consiglio sia arrivata senza essere stata concordata nel corso dei vertici precedenti al dpcm: “Non parteciperemo più a riunioni di regia perché tanto la presenza dei sindaci è inutile”, aveva dichiarato il primo cittadino barese. Sulla questione era poi intervenuto il Viminale precisando, con il sottosegretario con delega agli Enti Locali, Achille Variati, che “i primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai Prefetti negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico. Ed è proprio con i Prefetti e nei Comitati Provinciali che si potranno valutare casi particolarmente delicati in cui risultasse necessario, opportuno e possibile chiudere al pubblico strade o piazze”.
Decaro: “Scaricabarile, il governo si assuma le sue responsabilità”
Poco dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio, il sindaco di Bari è stato il primo a protestare per l’annuncio del premier. “Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. Questo non lo accettiamo. Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità, non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso”, aveva tuonato.
Oggi, di nuovo interpellato sul tema, il primo cittadino del capoluogo pugliese ha fatto sapere che il riferimento ai “sindaci” è stato tolto dal testo definitivo del Dpcm, anche se la sostanza non cambia. Così ha annunciato che le delegazioni dei primi cittadini non parteciperanno più alle cabine di regia con esecutivo e Regioni: “È stata commessa una scorrettezza istituzionale, non parteciperemo più a riunioni di regia perché tanto la presenza dei sindaci è inutile. Si incontrano i ministri con i presidenti di Regione e decidono in autonomia. Il governo decide senza tener conto delle esigenze locali”.
Boccia: “Comuni non sono stati abbandonati, ma tocca ai sindaci decidere”
Al presidente dell’Anci ha risposto, in mattinata, il ministro Boccia: “Il governo scarica sui sindaci? No, non è così, Decaro lo sa – ha detto a Rainews24 – La norma che chiamava espressamente in causa i sindaci è stata smussata ma in ogni città se c’è un luogo da chiudere lo decide il sindaco, i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima”. E ha poi aggiunto: “I sindaci ci hanno dato un contributo importante, la norma specifica non è il centro del Dpcm, c’è ben altro”.
Viminale: “Se urgenti, chiusure anche in 24 ore”
Dopo aver chiarito il ruolo di supporto dei Prefetti alla gestione dei mini-lockdown decisi dai sindaci, Variati ha anche aggiunto che, in caso di situazioni di emergenza, le chiusure possono avvenire anche nell’arco di 24 ore: “Laddove si rivelassero condizioni di urgenza, nell’arco di 24 ore si può fare anche l’ordinanza di chiusura, ma è chiaro che non vanno tralasciati una serie di passaggi, non ultimo quello che, quando un provvedimento riguarda un esercizio, va notificato. Essendo una motivazione di natura sanitaria – ha aggiunto – il Prefetto non ha la capacità di emettere l’ordinanza ma solo di attuarla. Il sindaco fa l’ordinanza e lo strumento è il Comtato di ordine e sicurezza pubblica che supporterà, motiverà e accompagnerà il sindaco sull’opportunità di emettere il provvedimento da lui firmato”. Inoltre, prosegue, per emettere ordinanze di chiusura come quelle previste nel Dpcm “bisognerà sentire anche l’Asl, che potrà essere invitata dal Prefetto al Comitato per l’ordine pubblico, per portare tecnicamente il pensiero della sanità locale. Sicuramente verranno valutate anche le relazioni delle forze dell’ordine stilate a seguito delle loro verifiche in quei luoghi dove eventualmente dovessero verificarsi assembramenti”.
Da Gori a Nardella, le proteste dei primi cittadini
D’accordo con Decaro anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che su Facebook definisce la misura “inapplicabile”: “È una previsione non concordata con i rappresentanti dei sindaci, mai discussa negli incontri che si sono tenuti con il governo fino a stamattina, e che i sindaci giudicano non realizzabile con le sole forze di polizia locale a loro disposizione. Condivido dunque la posizione del presidente dell’Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, rilanciata in queste ore da moltissimi altri sindaci”.
Anche Dario Nardella, sindaco di Firenze, spiega su Twitter che “lasciare sulle spalle di noi sindaci la scelta delle zone dove imporre e controllare il coprifuoco è impossibile”. Mentre il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, aggiunge che “l’esecutivo non può scaricare questa responsabilità dopo mesi durante i quali il ruolo delle amministrazioni locali è stato a dir poco sottovalutato. Se il governo valuta, come sembra che sia dal contenuto del Dpcm, che la situazione in Italia sia grave e stia ulteriormente peggiorando come in altri Paesi d’Europa, si assuma le sue responsabilità come hanno fatto altri governi europei. Se si valuta la necessità di una sorta di lockdown notturno che somiglia molto al coprifuoco, il governo lo decreti e disponga chi, come e con quali forze deve effettuare i controlli. Basta con il gioco al massacro contro le amministrazioni locali”.
Quello del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, suona come un j’accuse: “Conoscendo la sensibilità istituzionale del presidente Conte e la coesione che deve caratterizzare questo difficilissimo periodo che vive la nostra Repubblica, non posso credere che si sia deliberatamente e dall’alto, senza consultare sul punto i sindaci d’Italia, scelto di scaricare su di noi una decisione non praticabile“, ha dichiarato. “L’effetto delle parole pronunciate dal presidente del Consiglio davanti a milioni di italiane e italiani – aggiunge – sarà quello di lasciare ancora una volta i sindaci con il cerino in mano. Lo Stato sceglie, quindi, di puntare il dito per nascondere quello che non si è fatto, in tante parti del Paese, per rafforzare la rete territoriale di sanità pubblica”. E dice di provare “amarezza, sconforto e delusione per uno Stato che non ha la sensibilità, la volontà e la lungimiranza di mettere al centro i suoi cittadini e chi li rappresenta, a mani nude, sul territorio, con poche risorse umane e spesso senza un euro. Dopo 9 mesi dallo scoppio della pandemia è un segno di debolezza e mancanza di lucidità dello Stato non riuscire a garantire il controllo del territorio e scaricarlo sui sindaci che spesso non hanno né personale né soldi per pagare straordinari”.
Duro il commento del sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che parla di “Stato di polizia”: “I sindaci non sono spaventapasseri della popolazione, soprattutto quella giovanile. Già abbiamo incombenze straordinarie, senza avere assai spesso la possibilità di poter passare dalle decisioni all’operatività. Darci anche compiti esagerati, quasi da Stato di Polizia, è inaccettabile. Bisogna essere tutti responsabili e i sindaci lo sono, ma nessuno trasferisca le proprie responsabilità agli altri. L’unica cosa vera è che è mancato in questo periodo un maggior ascolto dei sindaci e un loro maggior coinvolgimento”.
Sindaco di Aosta col governo: “Polemica sul nulla, competenze ci sono già”
Controcorrente rispetto ai suoi omologhi italiani è il sindaco di Aosta, Gianni Nuti: “Il riferimento ai sindaci nel Dpcm è implicito, la misura restrittiva in questione riguarda competenze che sono già in capo a noi, da adottare in accordo con la prefettura. Si sta facendo polemica sul nulla“, ha dichiarato.
Politica
Coprifuoco, Decaro: “Comuni indicheranno aree con assembramenti, poi sarà lo Stato a chiuderle”. Conte: “Concordato un protocollo”
Il presidente dell'Anci abbassa i toni dopo il botta e risposta tra i primi cittadini italiani e il governo seguito all'annuncio di Giuseppe Conte che nella conferenza stampa di domenica sera aveva attribuito agli amministratori locali il compito di attuare o meno dei mini-lockdown in strade o piazze a rischio assembramenti dalle 21. Ora il premier precisa: "Ci siamo sentiti con Decaro e Lamorgese. Sarà il Comitato ordine e sicurezza pubblica a trovare una soluzione per le aree più critiche"
I Comuni individueranno le aree dove si verificano i maggiori assembramenti, ma sarà il governo a doverne garantire la chiusura tramite i controlli delle forze dell’ordine. Il presidente dell’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) e sindaco di Bari, Antonio Decaro, abbassa i toni dopo il botta e risposta tra enti locali e governo seguito all’annuncio del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che nella conferenza stampa di domenica sera aveva attribuito agli amministratori locali il compito di attuare o meno dei mini-lockdown in strade o piazze a rischio assembramenti dalle 21. Al termine della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla quale ha partecipato il prefetto di Bari alla presenza del direttore del dipartimento di prevenzione della Asl, Decaro ha dichiarato che “i sindaci non si sottraggono alle responsabilità. Mai. Figuriamoci in tempo di emergenza. Prenderci cura delle nostre comunità è nel nostro dna. Se oggi il nostro compito è individuare strade e piazze da chiudere per evitare gli assembramenti e quindi i contagi, lo faremo. Anzi, lo stiamo già facendo. Individueremo le aree all’interno del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, lo Stato dovrà assicurare il controllo attraverso le forze dell’ordine, coordinate dal prefetto e dal questore. Perché, come è noto, non sono i sindaci a disporre delle forze dell’ordine“.
Un’interpretazione poi confermata dallo stesso premier Conte, che a margine di una conferenza stampa sulla legge di bilancio 2021 spiega: “Ci siamo sentiti con Decaro e Lamorgese e abbiamo già concordato un protocollo che consentirà ai sindaci, sentite le Asl, di adottare una proposta per le piazze e le vie che più si prestano ad assembramenti. Poi, nell’ambito di una riunione tecnica del Comitato ordine e sicurezza pubblica si cercherà una soluzione per controlli e attuazione da parte di tutte le autorità competenti. Si tratta di misure sperimentali: dobbiamo costruire anche qualcosa di nuovo”. La telefonata è stata confermata anche da Decaro che ha chiuso definitivamente la partita, ribadendo il ruolo di prefetti e questori nei coprifuoco locali: “Non chiedete ai sindaci i controlli perché, come ha confermato il presidente del Consiglio Conte, i controlli li fanno il prefetto e il questore”. In serata è proprio lui a fare da apripista tra i colleghi, firmando la prima ordinanza di chiusure nella sua Bari.
Si placano quindi le polemiche sui nuovi poteri assegnati ai sindaci dall’ultimo dpcm. Lo scontro era nato nella serata di domenica, per poi proseguire per tutta la mattinata di lunedì tra i rappresentanti dell’esecutivo e i primi cittadini italiani. Proprio Decaro era arrivato a definire la comunicazione di Conte “una scorrettezza istituzionale che scarica le responsabilità di un coprifuoco sui sindaci”. Alle sue parole aveva ribattuto il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, sostenendo invece che “se c’è un quartiere da chiudere lo decidono i sindaci, non c’era nemmeno bisogno di specificarlo”. Di fronte alle proteste degli amministratori, dal testo definitivo del nuovo Dpcm è poi sparito il riferimento ai sindaci, un cambiamento puramente formale più che fattuale. Ma ciò che ha scatenato le proteste è il fatto che la comunicazione del presidente del Consiglio sia arrivata senza essere stata concordata nel corso dei vertici precedenti al dpcm: “Non parteciperemo più a riunioni di regia perché tanto la presenza dei sindaci è inutile”, aveva dichiarato il primo cittadino barese. Sulla questione era poi intervenuto il Viminale precisando, con il sottosegretario con delega agli Enti Locali, Achille Variati, che “i primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai Prefetti negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico. Ed è proprio con i Prefetti e nei Comitati Provinciali che si potranno valutare casi particolarmente delicati in cui risultasse necessario, opportuno e possibile chiudere al pubblico strade o piazze”.
Decaro: “Scaricabarile, il governo si assuma le sue responsabilità”
Poco dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio, il sindaco di Bari è stato il primo a protestare per l’annuncio del premier. “Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. Questo non lo accettiamo. Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità, non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso”, aveva tuonato.
Oggi, di nuovo interpellato sul tema, il primo cittadino del capoluogo pugliese ha fatto sapere che il riferimento ai “sindaci” è stato tolto dal testo definitivo del Dpcm, anche se la sostanza non cambia. Così ha annunciato che le delegazioni dei primi cittadini non parteciperanno più alle cabine di regia con esecutivo e Regioni: “È stata commessa una scorrettezza istituzionale, non parteciperemo più a riunioni di regia perché tanto la presenza dei sindaci è inutile. Si incontrano i ministri con i presidenti di Regione e decidono in autonomia. Il governo decide senza tener conto delle esigenze locali”.
Boccia: “Comuni non sono stati abbandonati, ma tocca ai sindaci decidere”
Al presidente dell’Anci ha risposto, in mattinata, il ministro Boccia: “Il governo scarica sui sindaci? No, non è così, Decaro lo sa – ha detto a Rainews24 – La norma che chiamava espressamente in causa i sindaci è stata smussata ma in ogni città se c’è un luogo da chiudere lo decide il sindaco, i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima”. E ha poi aggiunto: “I sindaci ci hanno dato un contributo importante, la norma specifica non è il centro del Dpcm, c’è ben altro”.
Viminale: “Se urgenti, chiusure anche in 24 ore”
Dopo aver chiarito il ruolo di supporto dei Prefetti alla gestione dei mini-lockdown decisi dai sindaci, Variati ha anche aggiunto che, in caso di situazioni di emergenza, le chiusure possono avvenire anche nell’arco di 24 ore: “Laddove si rivelassero condizioni di urgenza, nell’arco di 24 ore si può fare anche l’ordinanza di chiusura, ma è chiaro che non vanno tralasciati una serie di passaggi, non ultimo quello che, quando un provvedimento riguarda un esercizio, va notificato. Essendo una motivazione di natura sanitaria – ha aggiunto – il Prefetto non ha la capacità di emettere l’ordinanza ma solo di attuarla. Il sindaco fa l’ordinanza e lo strumento è il Comtato di ordine e sicurezza pubblica che supporterà, motiverà e accompagnerà il sindaco sull’opportunità di emettere il provvedimento da lui firmato”. Inoltre, prosegue, per emettere ordinanze di chiusura come quelle previste nel Dpcm “bisognerà sentire anche l’Asl, che potrà essere invitata dal Prefetto al Comitato per l’ordine pubblico, per portare tecnicamente il pensiero della sanità locale. Sicuramente verranno valutate anche le relazioni delle forze dell’ordine stilate a seguito delle loro verifiche in quei luoghi dove eventualmente dovessero verificarsi assembramenti”.
Da Gori a Nardella, le proteste dei primi cittadini
D’accordo con Decaro anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che su Facebook definisce la misura “inapplicabile”: “È una previsione non concordata con i rappresentanti dei sindaci, mai discussa negli incontri che si sono tenuti con il governo fino a stamattina, e che i sindaci giudicano non realizzabile con le sole forze di polizia locale a loro disposizione. Condivido dunque la posizione del presidente dell’Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, rilanciata in queste ore da moltissimi altri sindaci”.
Anche Dario Nardella, sindaco di Firenze, spiega su Twitter che “lasciare sulle spalle di noi sindaci la scelta delle zone dove imporre e controllare il coprifuoco è impossibile”. Mentre il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, aggiunge che “l’esecutivo non può scaricare questa responsabilità dopo mesi durante i quali il ruolo delle amministrazioni locali è stato a dir poco sottovalutato. Se il governo valuta, come sembra che sia dal contenuto del Dpcm, che la situazione in Italia sia grave e stia ulteriormente peggiorando come in altri Paesi d’Europa, si assuma le sue responsabilità come hanno fatto altri governi europei. Se si valuta la necessità di una sorta di lockdown notturno che somiglia molto al coprifuoco, il governo lo decreti e disponga chi, come e con quali forze deve effettuare i controlli. Basta con il gioco al massacro contro le amministrazioni locali”.
Quello del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, suona come un j’accuse: “Conoscendo la sensibilità istituzionale del presidente Conte e la coesione che deve caratterizzare questo difficilissimo periodo che vive la nostra Repubblica, non posso credere che si sia deliberatamente e dall’alto, senza consultare sul punto i sindaci d’Italia, scelto di scaricare su di noi una decisione non praticabile“, ha dichiarato. “L’effetto delle parole pronunciate dal presidente del Consiglio davanti a milioni di italiane e italiani – aggiunge – sarà quello di lasciare ancora una volta i sindaci con il cerino in mano. Lo Stato sceglie, quindi, di puntare il dito per nascondere quello che non si è fatto, in tante parti del Paese, per rafforzare la rete territoriale di sanità pubblica”. E dice di provare “amarezza, sconforto e delusione per uno Stato che non ha la sensibilità, la volontà e la lungimiranza di mettere al centro i suoi cittadini e chi li rappresenta, a mani nude, sul territorio, con poche risorse umane e spesso senza un euro. Dopo 9 mesi dallo scoppio della pandemia è un segno di debolezza e mancanza di lucidità dello Stato non riuscire a garantire il controllo del territorio e scaricarlo sui sindaci che spesso non hanno né personale né soldi per pagare straordinari”.
Duro il commento del sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che parla di “Stato di polizia”: “I sindaci non sono spaventapasseri della popolazione, soprattutto quella giovanile. Già abbiamo incombenze straordinarie, senza avere assai spesso la possibilità di poter passare dalle decisioni all’operatività. Darci anche compiti esagerati, quasi da Stato di Polizia, è inaccettabile. Bisogna essere tutti responsabili e i sindaci lo sono, ma nessuno trasferisca le proprie responsabilità agli altri. L’unica cosa vera è che è mancato in questo periodo un maggior ascolto dei sindaci e un loro maggior coinvolgimento”.
Sindaco di Aosta col governo: “Polemica sul nulla, competenze ci sono già”
Controcorrente rispetto ai suoi omologhi italiani è il sindaco di Aosta, Gianni Nuti: “Il riferimento ai sindaci nel Dpcm è implicito, la misura restrittiva in questione riguarda competenze che sono già in capo a noi, da adottare in accordo con la prefettura. Si sta facendo polemica sul nulla“, ha dichiarato.
Articolo Precedente
Conte: “Nuove misure per evitare un altro lockdown”. Si potranno chiudere vie e piazze. Orario flessibile nei licei. Stop a gare sportive dilettantistiche e rinvio di 7 giorni per le palestre
Articolo Successivo
Mes, Zingaretti a Conte: “Tema da affrontare in Parlamento, non con battuta alla stampa. Rischio stigma? Speriamo di no, c’è già il virus”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Politica
Pagelle sanità, Fontana senza freni contro il ministero: “Sono puttanate, inaccettabili”. La replica stizzita: “Linguaggio inopportuno”
Giustizia & Impunità
Sciopero magistrati, l’adesione all’80%. “Lo facciamo per i cittadini”. Milano, il giudice Roia: “Paura quando si vogliono sentenze in nome di aspettative politiche”
Mondo
Turchia, Abdullah Öcalan annuncia lo scioglimento del Pkk: ‘È arrivato il momento di abbandonare le armi’
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Qualcuno cerca di strumentalizzare le mie parole di prima, peraltro senza riportarle per intero: se c'è una leader italiana che si è schierata contro le parole e i falsi storici di Trump sono io, perché Meloni non ha ritenuto di farlo". Lo dice Elly Schlein nella replica in Direzione Pd.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Riprendo gli interventi di Fassino, Picierno, Zampa e dico che siamo d'accordo sul fatto che senza il supporto all'Ucraina, a quest'ora staremmo discutendo di come Putin ha riscritto i confini dell'Ucraina e questa è una cosa che da sinistra non si può accettare". Così Elly Schlein nella replica in Direzione Pd.
"Io invece non sono d'accordo sul fatto che l'Europa non potesse fare niente di diverso. Non c'è stato nessuno in Europa che ha voluto questa guerra partita dall'aggressione di Putin" e Trump su questo ha detto "un falso storico".
"Ma è altrettanto vero che, anche se l'Europa non ha voluto questa guerra e ha sostenuto l'Ucraina, non possiamo dire di essere stati in grado come Europa di fare abbastanza per la pace. Noi lo chiediamo da due anni. Se questa iniziativa fosse stata presa prima, quando Biden sosteneva Kiev, forse avrebbe reso la discussione più facile rispetto a farla oggi dove quello che sta facendo Trump non è un negoziato equo ma di assumere il punto di vista dell'aggressore. Per questo, a maggior ragione, l'Europa deve starci dentro".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - Approvata all'unanimità la relazione della segretaria del Pd, Elly Schlein, in Direzione.
Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) - Piccole ombre o filamenti che sembrano fluttuare nel campo visivo, specie quando si guardano sfondi luminosi o chiari, come un cielo azzurro o un foglio bianco. Si presentano così le miodesopsie, un disturbo visivo molto comune e fastidioso a cui è dedicato 'Mosche volanti e problemi alla retina: cosa c'è da sapere'. Si tratta del primo episodio del vodcast ‘Guardiamoci negli occhi’, una serie dell’Oculista Italiano realizzata da Adnkronos - pubblicato oggi e disponibile nella sezione podcast di Adnkronos.com e su l’oculistaitaliano.it - che approfondisce in modo semplice, autorevole e diretto, le principali problematiche della vista e suggerisce accorgimenti che possono aiutare a mantenere gli occhi in buona salute, grazie al contributo di esperti, medici oculisti, ricercatori e professionisti del settore farmaceutico.
Insieme a Vittorio Picardo, specialista in oftalmologia e a Carmelo Chines, direttore della testata L’Oculista Italiano, presenti in studio, sono intervenuti Scipione Rossi, professore e responsabile dell'Unità operativa di Oculistica dell'ospedale San Carlo di Nancy, Roma e Tommaso Candian, specialista dell’Unità operativa complessa di Oculistica dell'Ospedale S. Antonio di Padova.
Spesso innocue, le miodesopsie - questo il termine tecnico del sintomo - possono essere il segnale di patologie più gravi della retina. All’origine delle mosche volanti “può esserci l’invecchiamento dell’umor vitreo, o corpo vitreo, la sostanza gelatinosa che si trova tra il cristallino e la retina - spiega Picardo - ma anche la miopia o alcuni traumi oculari, come la classica pallonata. Nella maggior parte dei casi tali condizioni non sono preoccupanti, ma non vanno mai sottovalutate perché il vitreo può anche sporcarsi a causa di un problema retinico, come la maculopatia, come la maculopatia diabetica. "Il diabete danneggia i piccoli vasi sanguigni della retina, che diventano come rubinetti che perdono - chiarisce Rossi - Questo porta a emorragie o accumulo di liquidi negli strati retinici, con conseguenze potenzialmente gravi sulla vista. Le terapie moderne prevedono iniezioni intravitreali, che aiutano a riassorbire questi liquidi, migliorando la visione e controllare l’evoluzione della malattia". Oltre a monitorare i sintomi, Chines consiglia alcune buone abitudini per la salute degli occhi: "Una dieta ricca di antiossidanti, come i flavonoidi del mirtillo, può aiutare a stabilizzare il vitreo - ricorda - È importante anche una buona idratazione e l’uso di occhiali da sole con filtri adeguati, per proteggere gli occhi dalla luce intensa". (VIDEO)
Se le mosche volanti compaiono improvvisamente o si associano a lampi luminosi, definiti fosfeni, diventa più urgente rivolgersi all’oculista perché "possono essere il segnale di un campanello d'allarme della retina che inizia a strapparsi - avverte Picardo - Se la retina si strappa dal vitreo, può anche staccarsi e il distacco di retina è una condizione che purtroppo trasferisce il paziente da un ambulatorio oculistico, a una sala operatoria". A tale proposito Candian evidenzia che, "quando il distacco è in fase iniziale, il laser può essere risolutivo. Nei casi più avanzati, invece, si ricorre alla chirurgia mini-invasiva, con strumenti di precisione, come microsonde, che permettono di riattaccare la retina in modo efficace e con un recupero sempre più rapido".
È sicuramente importante la prevenzione e il riconoscimento tempestivo dei sintomi, ma è "fondamentale la relazione che c'è tra un paziente il proprio oculista - conclude Chines - imparare un dialogo diverso con l’oculista, prendere coscienza della situazione e ascoltare i suoi consigli". Maggiori dettagli consigli e approfondimenti su 'Mosche volanti e problemi alla retina: cosa c'è da sapere', il primo episodio del vodcast di 'Guardiamoci negli occhi', online sulla sezione podcast di Adnkronos.com, sul canale YouTube di adnkronos.com e su l’ oculistaitaliano.it.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Serve un salto quantico" in Europa e "spero domenica a Londra vadano anche per fare questo" e per farlo "serve un vero protagonismo delle istituzioni europee e non di singoli Paesi". Così Elly Schlein nella replica alla Direzione Pd.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "No alle caricature che ci fanno da fuori. Non siamo per il finto pacifismo di Trump perché dentro la pace di Trump c'è l'idea della resa, dei ricatti e degli interessi economici. E non siamo con l'Europa per continuare la guerra che è quello di cui ci accusa Salvini e anche qualche nostro alleato... Noi pensiamo che siamo chiamati a fare di più su una posizione chiara per un'Europa unita di pace". Così Elly Schlein nella replica alla Direzione Pd.
Milano, 27 feb. (Adnkronos) - "Chiedo ai fautori della separazione delle carriere che criticano questa giornata di astensione dicendo che vogliamo difendere poteri e privilegi: guardate che la riforma attribuirà una rilevanza esterna, con conseguenti poteri e privilegi, a questa nuova casta di pm superpoliziotti che non dovrà rispondere a nessuno: né all'esecutivo, né ad un organo unitario rappresentativo dell'intera magistratura". E' uno dei passaggi dell'intervento di Luca Villa, procuratore capo presso il Tribunale per i minorenni di Milano, nel giorno dello sciopero dei magistrati contro le riforme costituzionali in tema di giustizia.
"Avremo pm che si valuteranno e giudicheranno tra di loro senza quei rompiscatole e semina-dubbi dei giudici e senza nemmeno quel giudice interno che ti dice che prima ancora che pubblico ministero sei un magistrato ed il fine ultimo del tuo agire non è ottenere la condanna ma contribuire con gli altri soggetti processuali a distinguere il vero, dal verosimile e dal falso. E inoltre: come ve lo spiegate che proprio nelle Procure si sta registrando una adesione così massiccia allo sciopero? Si é mai visto in Italia qualche funzionario pubblico che dice 'non voglio più potere, né maggiori privilegi'?" aggiunge.
"Non so come andrà a finire, lascio ad altri le elevate citazioni di Calamandrei e dei tanti nostri padri nobili, ma se andrà in porto la riforma riservo ai fautori della separazione delle carriere, che credono ancora all’importanza dei valori democratici sottesi alla nostra Costituzione, il più modesto Nanni Moretti nel 'Sol dell’avvenire': 'Un giorno vi sveglierete e piangerete, rendendovi conto di ciò che avete combinato'" conclude Villa che nella sua carriera - più che trentennale - ha svolto entrambi i ruoli di giudice e pubblico ministero.