Che fosse ad interim era chiaro, ma lo studio Solidarity dell’Oms – che boccia per ora alcuni farmaci usati in funzione anti Covid come il Remdesivir (approvato anche se sviluppato per Ebola) e l’idrossiclorochina (considerato inefficace da molti scienziati) – viene contestato dalla Gilead che del Remdesivir è il produttore. I risultati sull’efficacia dell’antivirale nel trattamento di Covid-19, “sono stati resi noti prima della loro pubblicazione su riviste peer-reviewed” ovvero revisionati. “Preoccupa quindi il fatto che i risultati dello studio Solidarity, uno studio ‘in aperto’, non siano ancora stati sottoposti al normale e rigoroso iter di peer-reviewing che consente la loro validazione dal punto di vista scientifico. Ciò in particolare alla luce dei limiti presenti nel disegno dello studio”. “I risultati resi noti – sottolinea inoltre la compagnia – non sono coerenti con le solide evidenze emerse invece dagli studi randomizzati e controllati – questi sì pubblicati su riviste peer-reviewed come New England Journal of Medicine (Nejm)- che hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza di Remdesivir”. (Qui l’articolo sullo studio).
Lo studio Solidarity, puntualizza Gilead, è “uno studio globale multicentrico in aperto che ha consentito a pazienti di tutto il mondo di ricevere Remdesivir (e altri farmaci sperimentali per Covid 19), in particolare nei Paesi in cui non erano in corso studi su questo tipo di farmaci. Lo studio è stato disegnato prima di tutto per garantire ampio accesso ai farmaci: ogni Paese partecipante ha quindi adottato e realizzato il trial secondo le sue specifiche esigenze, arruolando popolazioni di pazienti in alcuni casi anche molto differenti. Ecco perché è molto difficile stabilire se dai risultati ottenuti è possibile trarre conclusioni definitive”.
I “benefici clinici” di Remdesivir, riporta ancora la società Usa, “sono stati dimostrati in tre studi clinici randomizzati e controllati, incluso uno studio clinico randomizzato in doppio cieco controllato con placebo, in assoluto la migliore tipologia di sperimentazione per quanto riguarda la valutazione dell’efficacia e della sicurezza di farmaci sperimentali come Remdesivir. I risultati di questo studio (Actt-1), realizzato dal National Institute for Allergy and Infectious Diseases americano (Niaid) e condotto principalmente negli Stati Uniti e in Europa, hanno mostrato miglioramenti clinicamente significativi nei pazienti colpiti da Covid 19 valutati attraverso differenti parametri. I risultati dello studio sono stati inoltre sottoposti alla procedura di peer-reviewing e pubblicati sulla rivista Nejm. In base a questi risultati, Remdesivir è stato incluso in diverse linee guida per il trattamento di Covid-19 ed è stato inoltre approvato in via definitiva o temporanea in circa 50 Paesi del mondo”.
Su Remdesivir, come agente singolo o in combinazione, attualmente “sono in corso 43 studi e lo stesso studio Oms continuerà per Remdesivir – fa notare Gilead – Ricordiamo infine che oggi l’Oms, attraverso il Programma di prequalificazione dei farmaci, ha valutato positivamente Remdesivir per quanto riguarda gli standard di qualità, sicurezza ed efficacia, rassicurando così le agenzie internazionali che si occuperanno della sua distribuzione, tra cui le Nazioni Unite“.