Le regole per contenere la diffusione del contagio da Covid-19 sono riportate nella nuova ordinanza firmata dal presidente Attilio Fontana venerdì 16 ottobre. Il divieto di vendita alcolici dopo le 18 riguarda tutti gli esercizi commerciali. Bar e ristoranti possono effettuare il servizio solo al tavolo
La nuova ordinanza n. 620 della Regione Lombardia, firmata venerdì 16 ottobre dal presidente Attilio Fontana, ha introdotto misure più restrittive per combattere la diffusione del contagio da Covid-19, dopo i numeri allarmanti dell’ultima settimana. Tra le regole, oltre alla didattica mista per le scuole superiori e la sospensione degli allenamenti per gli sport di contatto, ci sono forti restrizioni sulla vendita di alcolici.
Nell’ordinanza viene introdotto il divieto di vendita di bevande alcoliche da asporto dopo le 18, su area pubblica e su area privata e in tutti i tipi di esercizi commerciali. Quindi, non solo in bar, pub, ristoranti, gelaterie, pizzerie, chioschi, ma anche nei supermercati, negli alimentari e nei negozi artigianali. Ristoranti e bar possono continuare regolarmente il servizio al tavolo tra le 18 e le 24, ora a cui è prevista la chiusura per decreto nazionale. Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio.
Dalle 18 alle 6 devono restare chiusi anche i distributori automatici “h24”, che distribuiscono bevande e alimenti confezionati. Nella stessa fascia oraria è vietato bere e mangiare nelle aree pubbliche. Il consumo di bevande alcoliche – non importa la gradazione – è sempre vietato negli spazi pubblici, compreso in parchi, giardini e ville aperte al pubblico.
La sorpresa per molti cittadini lombardi è stata trovare le corsie degli alcolici sbarrate nei supermercati dopo le 18. Molti raccontano la loro esperienza su Twitter: “Ieri alle 18:15 al supermercato mi hanno detto che non potevo prendere la bottiglia di spumante – twitta una ragazza – Io subito a tirare fuori la carta di identità… e invece questa volta il motivo è che dopo le 18 non si possono vendere alcolici. Alle 18 meno 5 sì”. Alcuni si lamentano, criticando una misura a loro dire priva di senso: “A Milano per contenere il Covid si fa la lotta all’alcol. Fontana ci vuole tristi oltre che chiusi in casa”, scrive un utente. “Siamo al proibizionismo” dice un altro. “Chi lavora non può più comprarsi una birra da bere sul divano durante la settimana”, si lamenta qualcuno. C’è anche chi la prende con ironia: “Altro che lievito, bisogna fare le scorte di vino!”