Cronaca

Vigili del fuoco, chiusa la scuola di Capannelle a Roma: 8 positivi e 32 in isolamento. L’Usb: “Dentro la situazione resta drammatica”

"Le lezioni in presenza sono sospese dal 19 ottobre al primo novembre e continueranno a distanza", riferisce la circolare a firma del direttore per la Formazione dei Vvf, Gaetano Vallefuoco. Secondo il coordinatore del sindacato Saporito, però, che aveva segnalato i rischi della struttura al Fatto.it già venerdì 16 ottobre, "il corso cinofili sta continuando. In più "gli allievi si misurano la febbre da soli e ricevono pasti in busta"

La scuola dei vigili del fuoco di Roma, in località Capannelle, alla fine è stata chiusa. Come segnalato dal Ilfattoquotidiano.it venerdì 16 ottobre, nelle scorse settimane sei persone tra allievi e istruttori sono risultate positive, mentre 11 sono state messe in isolamento. Ma l’individuazione di due nuovi casi, che ha portato il numero degli attuali contagiati a otto e delle persone in isolamento a 32, ha portato il direttore della centrale per la Formazione del corpo nazionale dei vigili del fuoco, Gaetano Vallefuoco, a sospendere le lezioni in presenza. Dal 19 ottobre al primo novembre, gli aspiranti pompieri continueranno la formazione a distanza. “Gli allievi vigili del fuoco dell’89esimo corso di formazione potranno riprendere dal 2 novembre la frequenza del corso nuovamente in modalità ‘residenziale’, presso le scuole centrali antincendi e la scuola di formazione operativa, fermo restando che l’ufficio per il Coordinamento delle attività sanitarie e di medicina legale fornisca le indicazioni di carattere sanitario per il rientro degli allievi dalle rispettive residenze“, si legge nella nota inviata dal Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del ministero dell’Interno. Ilfattoquotidiano.it ha provato a chiedere ulteriori chiarimenti al dipartimento dei vigili del fuoco, senza ricevere risposta.

Costantino Saporito, coordinatore nazionale del sindacato Usb Vvf, che aveva contattato Ilfatto.it per denunciare l’accaduto, commenta così la scelta di chiudere la struttura: “Dentro la scuola di Capannelle la situazione resta drammatica: oggi (19 ottobre ndr) abbiamo avuto una riunione con il direttore Vallefuoco che ci ha comunicato l’evacuazione della scuola. Ma dentro la struttura rimangono il corso cinofili sta continuando. In più gli istruttori che ‘accudiscono’ gli allievi positivi e isolati, chiusi ancora qui dentro, ci dicono che se qualcuno dovesse avere un problema respiratorio, nessuno è in grado di aiutarli. Non esiste nessun canale preferenziale per noi né con l’ospedale Spallanzani di Roma, né con altri. La dirigenza dei vigili del fuoco è più attenta all’immagine che alla concretezza, e i risultati si vedono: la scuola di Capannelle a Roma è stata chiusa, ma contemporaneamente la dirigenza ha invitato i vigili del fuoco all’Istituto superiore antincendio per un corso amministrativo, che poteva essere fatto tranquillamente da remoto: non c’è nessuna visione generale del problema”. Per quanto riguarda la gestione dei positivi pare che niente sia cambiato dentro la struttura, dato che, aggiunge Saporito, “gli allievi continuano a misurarsi la febbre da soli e a ricevere pasti in busta“. Il Fatto.it ha provato a contattare la scuola di Capannelle per avere un riscontro della situazione, ma i responsabili si sono resi indisponibili.

Sullo sfondo restano le difficoltà per l’intera categoria. Secondo Saporito, il nuovo Dpcm del 18 ottobre potrebbe portare la direzione del corpo ad “aumentare i turni a 24 ore, nel tentativo di diminuire gli eventuali contatti. Mentre ai nostri vigili chiedono ancora di sostituire i colleghi in altre sedi, ma per evitare i contagi, in maniera del tutto insensata, lo permettono soltanto nelle sedi ‘vicine’. Le norme presenti nel decreto sono inapplicabili per noi, che ci spostiamo in abitacoli molto stretti e lavoriamo a stretto contatto dentro le caserme. Oltretutto, per lavorare 24 ore il nostro corpo dovrebbe essere investito dello ‘stato di calamità’“, conclude il coordinatore dell’Usb. “Ma questo non è successo neppure quando l’Italia in piena emergenza Covid-19 aveva dichiarato il ‘codice rosso’ nazionale”.