Entro il 28 ottobre è prevista la firma di un memorandum of understanding. Poi per circa 10 settimane ci sarà la due diligence. A quel punto - a fine anno - verrà finalizzata l'offerta e si saprà dunque qual è il prezzo concordato. E quale cifra finirà dunque alla famiglia Benetton, azionista di Atlantia con il 30%
Come da attese, il cda di Cassa depositi e prestiti lunedì sera ha dato il via libera a Cdp Equity a procedere alla presentazione di un’offerta per l’acquisizione dell’88,06% di Autostrade per l’Italia detenuto da Atlantia insieme a Blackstone Infrastructure Partners e Macquarie. Il via libera è arrivato alla scadenza dell’esclusiva concessa dalla holding della famiglia Benetton allo Stato. La struttura di investimento definita da Cdp, Blackstone e Macquarie – si aggiunge – consente inoltre l’ingresso di altri investitori istituzionali, in particolare italiani.
Entro il 28 ottobre è prevista la firma di un memorandum of understanding che disciplini in dettaglio i termini e condizioni dell’operazione. Dalla data di firma del memorandum, per circa 10 settimane, ci sarà la due diligence. A quel punto – ormai a fine anno – verrà finalizzata l’offerta e si saprà dunque qual è il prezzo concordato. E quale cifra finirà dunque alla famiglia Benetton, azionista di Atlantia con il 30%.
Per risolvere il problema della manleva, ossia la garanzia che il futuro acquirente non debba farsi carico degli oneri per i danni derivanti dal crollo del ponte Morandi, Cdp potrebbe ottenere un meccanismo di indennizzo oppure uno sconto sul prezzo di Aspi, per la quale il range stimato dagli analisti è tra gli 8 e i 10 miliardi. Secondo indiscrezioni l’assegno finale potrebbe essere di circa 7-7,5 miliardi, al netto dei 2-2,5 miliardi di sconto per i rischi legali di Genova. Cdp auspica a questo punto che il cda di Atlantia rinvii l’assemblea del 30 ottobre che avrebbe dovuto dare il via libera alla scissione e quotazione di Aspi in Borsa, operazione già approvata dal board e congelata per la trattativa con Cdp.
Intanto il fondo Tci ha aumentato “significativamente” la sua partecipazione nel capitale di Atlantia, portandola oltre la soglia rilevante del 10%. Starebbe consolidando la sua posizione per avere maggiore peso nell’assemblea dei soci del prossimo 30 ottobre, soprattutto nel caso in cui venga ricevuta un’offerta non soddisfacente da parte di Cdp. Tci, in una serie di dichiarazioni, ha considerato accettabile per Aspi un valore rientrante nella forbice tra 11 e 12 miliardi per il 100% del capitale, specificando che in assenza di un processo competitivo e di un’offerta attrattiva sarebbe preferibile la scissione.
Stando al comunicato diffuso lunedì sera “L’intervento è coerente con la mission di Cdp di sostenere le infrastrutture strategiche del Paese, che hanno bisogno di capitali pazienti, in grado di supportare piani di investimento ambiziosi e con un orizzonte di lungo termine, favorendo la transizione verso nuovi modelli di reti digitali e di logistica integrata. Cdp conferma il suo ruolo di principale investitore infrastrutturale del Paese e di partner affidabile in progetti di lungo periodo in grado di attrarre anche primari investitori internazionali. L’operazione proposta segue consuete regole di mercato, coerentemente con i criteri di investimento di Cassa Depositi e Prestiti”.