La giunta comunale con a capo il sindaco leghista Mario Conte ha deciso di dissociarsi dall'appuntamento previsto in Università per via della presenza del virologo che ha criticato la struttura sanitaria veneta sui metodi usati nell'affrontare l'emergenza Covid
C’è Crisanti? Il Comune di Treviso ritira il proprio patrocinio a un evento culturale perché il ricercatore e virologo dell’Università di Padova ha criticato la struttura sanitaria veneta sui metodi usati nell’affrontare l’emergenza Covid. Andrea Crisanti è ormai da mesi in rotta di collisione con la giunta di Luca Zaia, in particolare dopo che gli era stata offerta una candidatura dal centrosinistra. Per questo attorno al docente universitario è stata fatta terra bruciata. L’ultimo episodio accade nel capoluogo della Marca trevigiana dove la giunta comunale ha deciso di ritirare il patrocino all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Ateneo di Treviso prevista nel teatro Dal Monaco. Le motivazioni? Le affermazioni di Crisanti che “che mettono in dubbio, con esternazioni del tutto personali, il lavoro svolto dagli operatori della sanità veneta”. La citazione è del provvedimento assunto dalla giunta comunale che ha a capo il sindaco leghista Mario Conte.
L’Ateneo è il più antico ente culturale della città, visto che venne istituito nel 1810 da Napoleone e rifondato nel 1983. Crisanti avrebbe dovuto parlare il 27 ottobre della pandemia e delle prospettive in Veneto. Il Comune ha deciso di dissociarsi, ritenendo evidentemente gravi le critiche che il virologo ha formulato in più di una occasione. “Ho saputo della decisione dalla segreteria alcuni giorni fa – spiega la presidente dell’associazione, Antonietta Pastore Stocchi – e ne sono rimasta veramente delusa. Non mi è mai capitato di veder ritirato un patrocinio”.
Sull’argomento interviene il consigliere regionale del Pd, il trevigiano Andrea Zanoni. “È vergognoso. Il sindaco Conte dovrebbe ringraziarlo: è anche merito delle sue intuizioni se la sanità veneta ha retto, se l’ospedale di Treviso non è collassato come quelli di Bergamo e della Lombardia. Evidentemente nello Zaiastan si può tutto, tranne criticare il Doge: un’idea di democrazia piuttosto singolare”. Rincara Zanoni: “Non solo non era mai accaduto, ma le motivazioni, politiche, sono davvero imbarazzanti: l’Università è un luogo di libero confronto. Oltretutto il professor Crisanti, a differenza di quanto dice la giunta comunale, non si è mai permesso di criticare il lavoro del personale sanitario, sempre in prima linea”.
Con le sue affermazioni Cristanti “ha invece legittimamente contestato chi mandava messaggi falsamente rassicuranti, raccontava favole, parlando di virus più debole o addirittura morto. Nel frattempo raccomandava invece misure più stringenti, specialmente per quanto riguarda tamponi e tracciamento, per evitare quello che sta purtroppo accadendo: un incremento esponenziale dei contagi”, sostiene Zanoni. E riferendosi all’orientamento negazionista, conclude: “Stiamo parlando di uno scienziato che dà lustro al nostro Paese, non di un ‘apprendista stregone’ negazionista, di quelli che piacciono al segretario della Lega Salvini. Già il 20 gennaio Crisanti avvisò la direzione sanitaria della Regione che avrebbe acquistato reagenti per ben 500 mila tamponi Covid19, a fine marzo acquistò per il suo laboratorio una macchina dagli Usa capace di processarne ben novemila al giorno, ed è stata sua l’idea di gestire i contagiati da casa mettendoli in isolamento domiciliare, evitando un afflusso pericoloso verso gli ospedali”.