Il rifinanziamento degli ammortizzatori per il sostegno all’occupazione e al reddito dei lavoratori, il fondo per le imprese in difficoltà a causa della pandemia, la stabilizzazione dell’esonero contributivo del 30% per tutti i lavoratori del Sud e del taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente, l’avvio dell’assegno unico per i figli. Il Documento programmatico di bilancio inviato lunedì sera a Bruxelles conferma che sono questi, in termini di spesa, i capitoli principali della manovra per il 2021, che vale 39 miliardi di euro di cui 24 coperti in deficit e 15 grazie alle risorse europee del Recovery Fund. Per quanto riguarda gli investimenti pubblici, è prevista una accelerazione della capacità di spesa dei ministeri “grazie all’assegnazione immediata dei fondi che saranno disponibili per impegni pluriennali il 1 gennaio 2021, per un ammontare complessivo in 15 anni di oltre 50 miliardi“. Il Dpb rileva che riportare il rapporto debito/Pil dell’Italia ai livelli precedenti la pandemia nell’arco di un decennio “sarebbe un ottimo risultato”.
Il quadro programmatico per il periodo 2021-2023 ipotizza il completo utilizzo delle sovvenzioni previste dalla prima fase del Recovery Plan europeo e “un esiguo ricorso ai prestiti” del piano di ripresa Next Generation Eu.
Cassa integrazione Covid e aiuti per le imprese in difficoltà – Confermata la proroga della copertura della Cig in deroga con causale Covid-19 per un totale di 18 settimane fino al 31 dicembre 2020. A sostegno dei lavoratori dipendenti che non sono assicurati dalla cassa integrazione ordinaria si prevede, invece, un trattamento integrativo salariale. “Qualora necessarie tali misure saranno estese selettivamente nel corso del 2021 in base all’evolversi della crisi pandemica”, si legge nel Dpb. Prevista poi l’istituzione di un Fondo per sostenere le imprese in difficoltà a causa della pandemia, la proroga della moratoria sui mutui, risorse aggiuntive al Fondo per l’internazionalizzazione delle imprese, proroga delle misure a sostegno della ripatrimonializzatine delle piccole e medie imprese, nuove risorse per il fondo di garanzia Pmi.
Le decontribuzioni per i lavoratori del Sud e il rifinanziamento del bonus 100 euro – Sono resi strutturali l’esonero del 30% dei contributi a carico dei datori di lavoro privati non agricoli per le aziende del Sud – partito a ottobre – e il finanziamento del taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente (il bonus 100 euro), in vigore da luglio. Chi ha redditi fino a 26.600 euro, e già riceveva il bonus Renzi, ora riceve 100 euro, così come chi guadagna da 26.600 a 28mila euro e fino a luglio era escluso dal bonus. Per i redditi da 28.000 a 39.999 euro c’è invece una detrazione d’imposta di 600 euro progressiva: in pratica più si ha il reddito alto, più si riduce il taglio delle tasse. Si parte da un massimo di 480 euro annui a un minimo di 80. Oltre i 40mila euro il beneficio si azzera.
Assegno unico per i figli e assegno di natalità – L’assegno unico per i figli partirà a luglio con un finanziamento da 3 miliardi ed è indicato nel Dpb tra le misure che compongono la riforma fiscale che dovrebbe andare a regime nel 2022 con l’obiettivo di migliorare “l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi”. Arriverà “fino a 200 euro a figlio” per le famiglie con Isee più basso, ha confermato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Anche nel 2021 ci sarà comunque l’assegno di natalità e rimane l’estensione a 7 giorni del congedo di paternità.
I bonus vacanze e bici – Resta in vigore fino a tutto giugno 2021 il bonus vacanze. Il bonus mobilità per l’acquisto di biciclette, per il quale si attende il clic day del 3 novembre, resterà valido dal 2021 al 2024 ma a differenza di quest’anno potrà essere ottenuto solo a fronte della rottamazione di un veicolo obsoleto.
I bonus per le ristrutturazioni – Per favorire gli investimenti sul patrimonio edilizio, “anche per aumentare la resilienza e sostenibilità e sostenere la ripresa del settore delle costruzioni”, il governo prorogherà fino a fine 2021 la detrazione Irpef al 50% delle spese sostenute per interventi di recupero edilizio, la detrazione delle spese per interventi di riqualificazione energetica (50% per infissi, biomassa e schermature solari, 65% per le rimanenti tipologie), quella al 50% delle spese sostenute per l’arredo di immobili ristrutturati e il Bonus facciate al 90%, oltre alla detrazione Irpef 36% delle spese sostenute per le opere di sistemazione a verde, coperture a verde e giardini pensili. Il Tesoro, dopo gli allarmi lanciati dal Movimento 5 Stelle, ha ricordato che il superbonus del 110% è già finanziato fino al 31 dicembre 2021 (per sisma e condomini fino al 30 giugno 2022). La proroga avverrà con i fondi del Recovery Plan. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, punta a confermare la misura anche negli anni successivi per dare il tempo di ottenere le autorizzazioni e concludere gli interventi.
Gli incentivi 4.0 per l’industria da rimodulare – Il Piano Transizione 4.0, rivisto dalla Legge di Bilancio per il 2020 in unico credito di imposta per vari incentivi, “verrà esteso al 2021 anche attraverso una sua rimodulazione atta a favorirne l’efficacia”. Mancano ancora i dettagli sulla revisione delle soglie di detraibilità. Il piano comprende credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, “funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi”, credito d’imposta per ricerca, sviluppo, innovazione e design (anche per favorire i processi nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale) e infine credito per stimolare gli investimenti delle imprese nella formazione 4.0 del personale. Saranno inoltre rafforzati gli Its. Inoltre è allo studio “l’introduzione di misure per potenziare i Centri di competenza ad alta specializzazione (Competence Center) in modo da rendere più efficiente il network del trasferimento tecnologico costituito anche da altri centri di trasferimento tecnologico qualificati (Università ed enti pubblici di ricerca) e dai Digital Innovation Hub delle associazioni datoriali e dai Pid (Punti Impresa Digitale) del sistema camerale”.
Lotta all’evasione – Arriva la stretta “contro il trasferimento illecito di capitali oltreconfine e la residenza fittizia all’estero di persone fisiche e società”. Il piano del governo prevede anche il rafforzamento degli strumenti di contrasto alle frodi nel settore dei carburanti, alle illegalità nel settore dei giochi e alla contraffazione di marchi, brevetti e disegni industriali del Made in Italy. Il Piano ‘Italia Cashless’ per incentivare i pagamenti elettronici partirà come è noto già da dicembre.
Sparisce la spending review (fino al 2023) – La spesa pubblica proseguirà il percorso di “efficientamento”, attraverso digitalizzazione, snellimento delle procedure burocratiche e “rimodulazioni”. Ma nel Dpb, al capitolo dedicato a ‘Revisione e rimodulazione della spesa’, i saldi previsti in percentuale del Pil sono pari a zero, sia sul 2021 che sul 2022. Solo nel 2023 la revisione della spesa delle amministrazioni pubbliche dovrebbe portare risparmi pari allo 0,052% del pil, circa 900 milioni. Il documento parla di “risparmi prodotti attraverso la revisione delle procedure amministrative o organizzative” e di una “rimodulazione di altre spese in base alle priorità e della tempistica dei trasferimenti a vari enti in base alle effettive esigenze dello stato di avanzamento dei lavori, mantenendo comunque invariato il totale complessivo delle risorse destinate agli interventi”.