Sedute segrete. Ciò che politici, amministratori, medici e tecnici diranno per comporre quel puzzle che la commissione d’inchiesta Covid in Lombardia ha il compito di consegnare alla cittadinanza resterà nelle 19 paia d’orecchie dei consiglieri regionali. Solo loro sapranno cosa emergerà, di volta in volta, nelle sessioni che si riuniranno ogni lunedì, al Pirellone, da qui ai prossimi 12 mesi. Ai tanti lombardi (e italiani) che chiedevano – e chiedono ancora – di fare chiarezza su come le istituzioni abbiano gestito la pandemia da coronavirus alla fine dello scorso inverno e per tutta la primavera rimarrà soltanto la relazione finale. Relazione che risentirà, necessariamente, dei – tanti o pochi che siano – punti di caduti sui quali, per forza di cose, maggioranza e opposizione si troveranno a trattare.

Ieri la commissione ha infatti bocciato un emendamento del Pd (firmato dai consiglieri Jacopo Scandella e Carmela Rozza), sostenuto dal Movimento 5 stelle, con cui si chiedeva che le sedute fossero pubbliche, con la possibilità di decidere quali secretare. Il centrodestra, però, ha ritenuto la proposta inutile e, così, l’ha affossata. Sul piatto resterebbe la possibilità, da parte dei commissari, di decidere attraverso votazione, in accordo con l’ufficio di presidenza, di aprire in via straordinaria le porte di una specifica seduta. “La sensazione tuttavia è che questo non accadrà mai – commentano dal Partito democratico – la maggioranza, fin dall’inizio, ha avuto paura di dare il via ai lavori. Alla lunga è stata costretta a far partire la commissione, ma la verità è che non vogliono che si faccia i conti con gli errori commessi a livello regionale. Non vogliono che ci sia la piena trasparenza”.

Sul tema, intervistato da IlFattoQuotidiano.it, era intervenuto la scorsa settimana anche il presidente della commissione d’inchiesta, il dem Gian Antonio Girelli: “Ho un ruolo super partes. Spero solo che si trovi punto d’incontro tra le due posizioni”, aveva detto. L’impressione, tuttavia, è che Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia faranno valere il loro peso numerico. “L’emergenza ha messo in luce tutte quelle cose che, in Lombardia, non andavano bene – continuano dal Pd – è evidente che ci sia imbarazzo: la maggioranza è frastornata e la giunta guidata da Attilio Fontana non è mai stata così debole”. “Abbiamo sostenuto la posizione del Partito democratico – dice Gregorio Mammì del Movimento 5 stelle – perché riteniamo che tutto ciò che riguarda gli atti amministrativi possa essere reso pubblico. È chiaro, al contempo, che quando parliamo di audizioni delicate debba essere garantita la riservatezza degli auditi. La nostra proposta è quella di rendere pubblico almeno il dibattito politico”. Nella prossima seduta, quella di lunedì 26 ottobre, la commissione d’inchiesta entrerà nel merito dei lavori e, come primo ambito, affronterà quello delle competenze istituzionali.

Twitter: @albmarzocchi

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