Dopo gli appelli della società civile e del terzo settore le risorse destinate ai progetti arriveranno a 300 milioni per il 2021 e altrettanti per il 2022. Cifre che permetteranno di far accedere al programma circa 50mila volontari ogni anno, anche se gli enti hanno presentato progetti che ne richiedono di più. Soddisfatto il presidente del Forum nazionale servizio civile, Enrico Maria Borrelli: "Con l’emergenza Covid è uno strumento al servizio dei bisogni delle persone e delle comunità"
Mai così tanti fondi per il servizio civile. Con i 400 milioni di euro stanziati nella manovra le risorse destinate ai progetti arriveranno a 300 milioni per il 2021 e altrettanti per il 2022. Cifre che permetteranno di far accedere al programma circa 50mila volontari ogni anno. “Non possiamo che plaudire a questa notizia”, dice soddisfatto il presidente del Forum nazionale servizio civile, Enrico Maria Borrelli, che lega questa decisione anche alla crisi sanitaria: “È stata proprio l’emergenza Covid a mettere in luce quanto il servizio civile potesse essere strumento al servizio dei bisogni delle persone e delle comunità, dimostrando la capacità di intervento dei suoi enti e una straordinaria resilienza dei suoi giovani volontari”.
I 400 milioni inseriti in manovra non basteranno comunque a coprire il fabbisogno del sistema: per il 2021 gli enti hanno presentato progetti che richiedono 67mila volontari. Questa legge di bilancio rappresenta in ogni caso uno snodo cruciale per il futuro del servizio civile: “Nel 2019 erano stati stanziati appena 139 milioni, ma le risorse sono arrivate a 224 milioni tra avanzi di gestione, fondi di diversi ministeri e fondi europei”, spiega Borrelli. Questo consentirà a 45mila giovani di prendere parte al programma nel 2021. Esaurito il tesoretto, per gli anni successivi rimanevano risorse per appena 18mila posti.
Per questo nei mesi scorsi si è acceso un dibattito al quale hanno contribuito accademici, intellettuali, società civile e giovani, culminato con una lettera inviata da 127 enti del settore al governo per chiedere di finanziare in modo adeguato questo istituto e con l’appello promosso da VITA, la testata di riferimento del Terzo settore e dell’innovazione sociale, che sul numero del magazine di ottobre ha lanciato un documento sottoscritto da 132 opinion leader e personalità della società civile, del mondo accademico e religioso a favore del servizio civile universale.
“Con il servizio civile c’è un paese intero che si mobilita, fatto di enti pubblici, organizzazioni no-profit, università, strutture sanitarie e scolastiche, operatori qualificati e, soprattutto, decine di migliaia di giovani. Questa è vera partecipazione alla vita democratica del paese, questa è la politica che serve all’Italia per ripartire e crescere”, dice Borrelli. La mancanza di risorse è un problema cronico del servizio civile reso “universale” dalla riforma del 2016. Universale perché aperto a tutti i ragazzi fra i 18 e i 28 anni che ne fanno richiesta, a patto però che ci siano i fondi per attivare i progetti. Tra il 2010 e il 2019, a fronte di 787.051 domande il governo ha finanziato appena 261.975 posti, negando questa possibilità a due aspiranti volontari su tre. Con il trend delle richieste in aumento, senza nuove risorse l’anno prossimo sarebbero rimasti fuori più di 70mila ragazzi. “Le domande crescono perché è aumentata anche l’offerta di progetti, che sono sempre più diffusi sul territorio”, spiega Borrelli.