Ho sentito la notizia per la prima volta grazie a La Zanzara, il programma di Giuseppe Cruciani e David Parenzo su Radio 24. Nella puntata del 18 ottobre Cruciani ironizzava sul “nuovo portavoce del Governo”, Fedez. A questo punto faceva sentire un audio.

Era l’audio di una Instagram Story dello stesso Fedez che raccontava un episodio inaspettato. Il Premier Giuseppe Conte era entrato in contatto con lui e la moglie, Chiara Ferragni, per chiedere il loro supporto nel sensibilizzare i giovani sull’utilizzo della mascherina. All’inizio si pensava fosse un fake. Invece era tutto vero.

Ingenuamente mi è venuto da sorridere. Ho pensato a quanto fosse debole un governo che doveva avvalersi di due influencer per diffondere un messaggio a reti unificate su un tema così delicato. Poi ho spento la radio. Ho iniziato ad analizzare la questione dal punto di vista puramente strategico. Ho cambiato idea.

Punto primo, Conte ha scelto l’opzione migliore per raggiungere un’ampia platea di giovani in così poco tempo. Chiara Ferragni solo su Instagram ha 21,6 milioni di follower, Fedez ne ha 11,1. Con un paio di video il messaggio sarebbe arrivato a buona parte dell’Italia in meno di 24 ore. Inoltre non esiste mezzo di comunicazione più immediato delle Instagram Stories.

Punto secondo, Conte ha rispettato la regola aurea dell’influencer marketing: lasciare libertà creativa alle personalità ingaggiate. Il genuino impaccio con cui Fedez ha condiviso il messaggio, e maneggiato nervoso la mascherina, restituisce l’immagine di una persona che ha sposato la causa adattandola al suo stile. Informale e improvvisato.

Punto terzo, Conte ha attualizzato una strategia già sperimentata in passato. Come ricorda l’esperto di comunicazione politica Francesco Picchio, nel 1956 Elvis Presley venne vaccinato in diretta sulla Cbs per convincere gli americani che il vaccino per la poliomielite fosse sicuro. La storia avanza, ma le dinamiche umane restano sempre le stesse.

Qualcuno ha osservato che il governo si sia dimostrato debole con questa mossa, e qui torniamo alla prima sensazione a caldo che ho avuto anche io. Eppure a volte nella vita è importante mettere l’ego da parte pur di fare la cosa giusta. Conte ha saputo farsi da parte e ingaggiare le persone giuste.

Qualcuno ha poi obiettato che Fedez e Ferragni avrebbero dovuto tenere segreta la convocazione del premier Conte. Penso sarebbe stata una mossa suicida. Prima o poi sarebbe venuta fuori la verità, e ci sarebbe stato un contraccolpo negativo a livello di immagine che avrebbe sporcato la bonarietà dell’iniziativa.

Qualcuno infine ha fatto notare che i rapper dovrebbero rappresentare la musica della ribellione, mentre Fedez si sarebbe prostrato alle indicazioni del governo. Ricordo che l’attivismo può assumere mille forme e artisti di ogni epoca hanno portato avanti cause di valore usando anche la propria popolarità. In tempi di incertezza ribellarsi alle istituzioni non significa difendere gli oppressi. Significa semplicemente stare dalla parte sbagliata della storia.

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