La Regione segue la strada già battuta nelle scorse ore da Campania e Lombardia: per circolare di notte servirà un'autocertificazione attestante comprovate esigenze lavorative, di salute o necessità. Prevista anche la didattica a distanza al 50% per i ragazzi più grandi delle superiori e al 75% nelle università (escluse matricole e laboratori)
A partire dal 23 ottobre anche nel Lazio scatterà il lockdown notturno. Il governatore Nicola Zingaretti ha firmato insieme al ministro della Salute Roberto Speranza un’ordinanza che vieta la circolazione dei veicoli e delle persone dalle ore 24 alle ore 5, se non per “stretta necessità”, lavorativa o sanitaria. Per muoversi in quella fascia oraria, quindi, servirà un’autocertificazione sul modello di quelle introdotte dalle disposizioni governative di marzo-aprile. La decisione è stata presa alla luce degli ulteriori 1.219 casi positivi registrati nella giornata di oggi, con 16 decessi e un rapporto fra tamponi e positività del 5,9%. L’ordinanza, sulla quale da giorni spingeva l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, prevede altri tre punti fondamentali. Due di questi riguardano la scuola. Per le università viene introdotta la didattica a distanza al 75%, eccezion fatta per le matricole e per coloro che frequentano laboratori formativi; “Dad” al 50% anche per gli istituti superiori (a partire da lunedì), sempre ad eccezione del primo anno, mentre dove è possibile – considerando la rimodulazione dei trasporti – si cercherà di favorire l’alternanza con i turni pomeridiani.
Il quarto punto riguarda l’implementazione della rete ospedaliera: progressivamente si arriverà a quota 2.913 posti letto Covid – di cui 552 saranno dedicati alle terapie intensive –: attualmente, ci sono 2034 posti già attivi (o in fase di attivazione) con le precedenti disposizioni. Stando all’ultimo bollettino, il Lazio fa registrare 1.226 ricoverati ordinari Covid e 129 persone in rianimazione. Altre novità riguardano i tamponi. Innanzitutto, è stata avviata la manifestazione d’interesse per trovare strutture private che possano processare almeno 5.000 test molecolari ogni 24 ore, mentre nei prossimi giorni si arriverà alla prenotazione obbligatoria presso i centri drive-in per i test antigenici, considerando le lunghe file registrate a Roma e la disomogeneità delle attese a seconda del territorio. “La Regione Lazio, secondo i dati della Protezione Civile di ottobre, risulta essere la prima regione italiana per casi testati ogni 100mila abitanti – fa notare l’Unita’ di crisi regionale – La media nazionale è di 2.497 casi testati per 100mila abitanti, mentre quella della Regione Lazio è di 4.045 casi”. Il blocco della circolazione entrerà in vigore dalla notte fra venerdì e sabato, mentre le disposizioni sulla didattica a distanza nei licei e all’università saranno attive da lunedì.
“Queste sono le giornate più difficili, occorrono rigore e rispetto del distanziamento”, ha spiegato l’assessore alla Sanità D’Amato. La giornata era stata scandita dai dati provenienti dalla provincia di Rieti, dove la Rsa San Raffaele Borbona ha fatto registrare ben 52 positivi e 15 operatori sanitari sui circa 60 ospiti della struttura. Si tratta della quinta clinica del gruppo San Raffaele – di proprietà della famiglia del deputato di Forza Italia, Antonio Angelucci – dove dall’inizio della pandemia si registra un cluster Covid così ampio. Non solo. Dall’avvio delle attività di sorveglianza nelle scuole, l’unità di crisi regionale ha svolto ben 69.757 test sierologici al personale scolastico, docente e non docente, mentre le Asl sono intervenute in 1.077 istituti. Il risultato è che 75 scuole hanno fatto registrare un focolaio mentre i casi positivi riscontrati sono stati, ad oggi, 1.993, di cui 1.670 studenti, in prevalenza nelle scuole secondarie superiori, e 323 tra il personale scolastico. Le scuole chiuse per sanificazione dalle Asl sono state in totale 9.