Ancora un “no” alla scarcerazione di Patrick George Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna arrestato lo scorso 7 febbraio all’aeroporto del Cairo con l’accusa, tra le altre, di propaganda sovversiva su Facebook. I giudici del tribunale della capitale egiziana hanno respinto il ricorso presentato dai legali del giovane dopo l’ultimo rinnovo di 45 giorni della carcerazione preventiva, lo scorso 7 ottobre. A dare la notizia è stata uno degli avvocati, Hoda Nasrallah, aggiungendo che Zaki era presente in aula.
Dopo una prima fase di cinque mesi di rinnovi quindicinali ritardati dall’emergenza Covid, per il giovane attivista è iniziata quella dei prolungamenti di 45 giorni che può protrarsi fino a un tempo massimo di due anni, come previsto dalla legge egiziana. Le accuse a suo carico sono basate su dieci post di un account Facebook che i suoi legali considerano fake, a differenza dei procuratori, ma che hanno configurato i reati di diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e istigazione alla violenza e ai crimini terroristici. Reati che secondo Amnesty gli fanno rischiare fino a 25 anni di carcere.