I due commercialisti arrestati per l’affare del capannone venduto alla Lombardia film commission sono “uomini di partito“. E per partito s’intende la Lega di Matteo Salvini. Lo scrive il Tribunale del Riesame di Milano nelle motivazioni dell’ordinanza, appena depositate, con cui il 2 ottobre ha confermato per Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni la misura degli arresti domiciliari nell’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi.
Manzoni, già revisore contabile per la Lega alla Camera, per i giudici “può certamente essere definito un uomo di partito come il suo socio” Di Rubba, che invece era il direttore amministrativo per il Carroccio al Senato. Sempre Manzoni, si legge, “è socio di studio e di affari di Di Rubba nonché l’allievo di Scillieri”, altro commercialista arrestato, “che ha fatto carriera in politica”. Secondo i giudici l’acquisto da parte di Lombardia Film Commission del capannone a Cormano, in provincia di Milano, per un prezzo per la Procura ‘gonfiato’, è stata una “messinscena” che porta a ritenere “sussistente” la “preesistenza di un accordo collusivo” in quanto appare “indubbio che le due parti contrattuali, la fondazione acquirente e la società Immobiliare Andromeda alienante sono da ricondurre invece a un centro di interessi unitario“.
Dalle motivazioni del Riesame emerge che nell’interrogatorio davanti ai pm del 18 settembre Scillieri ha illustrato “gli accordi” tra lui Manzoni e Di Rubba “per ‘spartirsì i soldi” nell’affare della vendita del capannone. I giudici mettono in luce che l’interrogatorio di Scillieri, che ha fatto ammissioni, smonta le ricostruzioni difensive dei due contabili riportate nel provvedimento. Scillieri, infatti, ha spiegato che “sia Di Rubba che Manzoni erano coinvolti nell’affare della fondazione, che entrambi avevano visionato l’immobile di Cormano fin dal 2016, ossia prima ancora che venisse acquistato dalla “sua” Andromeda srl”. E ha parlato dei “problemi sorti per il pagamento dei lavori di ristrutturazione che alla fine esorbitavano dagli accordi già presi da tutti loro con la ditta Barachetti (imprenditore indagato anche lui per peculato, ndr), problemi che andavano ad incidere sulla già preventiva spartizione dei ricavi dell’intera operazione”.
Viene riportato il passaggio del verbale in cui Scillieri ha confermato che una “scrittura privata tra Andromeda e Sdc”, società riferibile a Di Rubba e Manzoni, era fittizia e si trattava di un contratto ‘inesistentè su un terreno in Val Seriana. E sarebbe servito solo a giustificare un passaggio di oltre 178mila euro, parte dei “famosi” 800mila euro della vendita del capannone. “La pezza e la giustificazione di quella pezza – ha messo a verbale Scillieri – sono frutto loro, non so dirle se di Di Rubba o di Manzoni (…) è una fattura per un’operazione inesistente (…) fanno parte degli 800”. Le intercettazioni e le dichiarazioni rese da Luca Sostegni, presunto prestanome in carcere, e “da Scillieri”, scrive il Riesame, “mostrano chiaro come la stessa iniziale ideazione della ‘operazionè e il primo contatto con Scillieri risalgono proprio all’operato del ‘praticantè di Scillieri, ossia di Manzoni”.
Proprio oggi, tra l’altro, l’attuale presidente della Lombardia film commission, Alberto Dell’Acqua, è stato audito in commissione Cultura al Consiglio regionale della Lombardia. Dell’Acqua ha sostenuto che sul capannone di Cormano “oggetto delle vicende giudiziarie ormai note era già stata fatta una mia prima verifica sulla base delle informazioni che avevo raccolto in Fondazione. Ho reiterato questa verifica sulla base delle richieste che mi sono arrivate dai soci acquisendo poi una perizia, che ha confermato congruità del valore economico dell’immobile”. Il presidente ha spiegato che è stata già svolta “una verifica tecnica sulle funzionalità operative è già stata svolta: l’immobile è attualmente utilizzato dalla Fondazione, ci sono gli uffici dei dipendenti e il cineporto è funzionante compatibilmente con i vincoli imposti dal Covid” . Il presidente ha poi annunciato querele per i giornali che hanno raccontato l’indagine di Milano: “E’ chiaro che le note vicende giudiziarie recenti abbiano compromesso la reputazione della Fondazione, quindi dovremo fare una serie di azioni per il recupero del valore dell’immagine. Abbiamo anche rilevato tramite un legale profili diffamatori nei confronti della Fondazione che possono portare a risarcimenti monetari, quindi il Cda ha approvato di muovere queste azioni al fine di essere risarciti da queste attività diffamatorie fatte da alcuni organi di stampa”.
Giustizia & Impunità
Fondi Lega, il Riesame sui due commercialisti arrestati: “Sono certamente uomini di partito”
Secondo i giudici l’acquisto da parte di Lombardia Film Commission del capannone a Cormano, in provincia di Milano, per un prezzo per la Procura 'gonfiato', è stata una "messinscena" che porta a ritenere "sussistente" la "preesistenza di un accordo collusivo" in quanto appare "indubbio che le due parti contrattuali, la fondazione acquirente e la società Immobiliare Andromeda alienante sono da ricondurre invece a un centro di interessi unitario"
I due commercialisti arrestati per l’affare del capannone venduto alla Lombardia film commission sono “uomini di partito“. E per partito s’intende la Lega di Matteo Salvini. Lo scrive il Tribunale del Riesame di Milano nelle motivazioni dell’ordinanza, appena depositate, con cui il 2 ottobre ha confermato per Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni la misura degli arresti domiciliari nell’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi.
Manzoni, già revisore contabile per la Lega alla Camera, per i giudici “può certamente essere definito un uomo di partito come il suo socio” Di Rubba, che invece era il direttore amministrativo per il Carroccio al Senato. Sempre Manzoni, si legge, “è socio di studio e di affari di Di Rubba nonché l’allievo di Scillieri”, altro commercialista arrestato, “che ha fatto carriera in politica”. Secondo i giudici l’acquisto da parte di Lombardia Film Commission del capannone a Cormano, in provincia di Milano, per un prezzo per la Procura ‘gonfiato’, è stata una “messinscena” che porta a ritenere “sussistente” la “preesistenza di un accordo collusivo” in quanto appare “indubbio che le due parti contrattuali, la fondazione acquirente e la società Immobiliare Andromeda alienante sono da ricondurre invece a un centro di interessi unitario“.
Dalle motivazioni del Riesame emerge che nell’interrogatorio davanti ai pm del 18 settembre Scillieri ha illustrato “gli accordi” tra lui Manzoni e Di Rubba “per ‘spartirsì i soldi” nell’affare della vendita del capannone. I giudici mettono in luce che l’interrogatorio di Scillieri, che ha fatto ammissioni, smonta le ricostruzioni difensive dei due contabili riportate nel provvedimento. Scillieri, infatti, ha spiegato che “sia Di Rubba che Manzoni erano coinvolti nell’affare della fondazione, che entrambi avevano visionato l’immobile di Cormano fin dal 2016, ossia prima ancora che venisse acquistato dalla “sua” Andromeda srl”. E ha parlato dei “problemi sorti per il pagamento dei lavori di ristrutturazione che alla fine esorbitavano dagli accordi già presi da tutti loro con la ditta Barachetti (imprenditore indagato anche lui per peculato, ndr), problemi che andavano ad incidere sulla già preventiva spartizione dei ricavi dell’intera operazione”.
Viene riportato il passaggio del verbale in cui Scillieri ha confermato che una “scrittura privata tra Andromeda e Sdc”, società riferibile a Di Rubba e Manzoni, era fittizia e si trattava di un contratto ‘inesistentè su un terreno in Val Seriana. E sarebbe servito solo a giustificare un passaggio di oltre 178mila euro, parte dei “famosi” 800mila euro della vendita del capannone. “La pezza e la giustificazione di quella pezza – ha messo a verbale Scillieri – sono frutto loro, non so dirle se di Di Rubba o di Manzoni (…) è una fattura per un’operazione inesistente (…) fanno parte degli 800”. Le intercettazioni e le dichiarazioni rese da Luca Sostegni, presunto prestanome in carcere, e “da Scillieri”, scrive il Riesame, “mostrano chiaro come la stessa iniziale ideazione della ‘operazionè e il primo contatto con Scillieri risalgono proprio all’operato del ‘praticantè di Scillieri, ossia di Manzoni”.
Proprio oggi, tra l’altro, l’attuale presidente della Lombardia film commission, Alberto Dell’Acqua, è stato audito in commissione Cultura al Consiglio regionale della Lombardia. Dell’Acqua ha sostenuto che sul capannone di Cormano “oggetto delle vicende giudiziarie ormai note era già stata fatta una mia prima verifica sulla base delle informazioni che avevo raccolto in Fondazione. Ho reiterato questa verifica sulla base delle richieste che mi sono arrivate dai soci acquisendo poi una perizia, che ha confermato congruità del valore economico dell’immobile”. Il presidente ha spiegato che è stata già svolta “una verifica tecnica sulle funzionalità operative è già stata svolta: l’immobile è attualmente utilizzato dalla Fondazione, ci sono gli uffici dei dipendenti e il cineporto è funzionante compatibilmente con i vincoli imposti dal Covid” . Il presidente ha poi annunciato querele per i giornali che hanno raccontato l’indagine di Milano: “E’ chiaro che le note vicende giudiziarie recenti abbiano compromesso la reputazione della Fondazione, quindi dovremo fare una serie di azioni per il recupero del valore dell’immagine. Abbiamo anche rilevato tramite un legale profili diffamatori nei confronti della Fondazione che possono portare a risarcimenti monetari, quindi il Cda ha approvato di muovere queste azioni al fine di essere risarciti da queste attività diffamatorie fatte da alcuni organi di stampa”.
Il potere dei segreti
di Marco Lillo 12€ AcquistaArticolo Precedente
Lancia l’auto in corsa per uccidere i figli piccoli e ottenere i soldi dell’assicurazione: condannata a 10 anni e 8 mesi
Articolo Successivo
Vaticano, così è nata l’inchiesta sulla “dama del cardinale” Becciu: “I sospetti della polizia slovena e i 9 bonifici della Santa Sede”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Zonaeuro
L’assalto all’Ue dei lobbisti delle armi: 18 incontri con i commissari nei primi tre mesi del von der Leyen II. E il budget dei gruppi di pressione fa +40% in un anno
Mondo
Anche l’Italia al vertice di Parigi con i capi di Stato maggiore: “Il tema è l’invio di truppe in Ucraina”
Mondo
Ucraina, Mattarella: “Pace basata su prepotenza non durerebbe a lungo”. Truppe italiane? “Presto per dirlo”
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.