L'ex pm di Mani pulite chiede anche l'immediata sospensione della delibera approvata dal Csm a maggioranza (è passata con 13 voti a favore, 6 contrari e 5 astensioni). La decisione, riferisce l'Ansa, potrebbe arrivare a breve. Alla base della decadenza c'è il suo pensionamento dalla magistratura, scattato al compimento dei 70 anni di età
Piercamillo Davigo ha presentato un ricorso al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento della delibera con la quale il 19 ottobre il Csm ha dichiarato la sua decadenza dalla carica di consigliere. Alla base della decisione del plenum, passata con 13 voti a favore, 6 contrari e 5 astensioni, c’è il fatto che l’ex pm di Mani Pulite ha appena compiuto 70 anni e quindi è costretto ad andare in pensione dalla magistratura. Davigo ha chiesto al tribunale amministrativo anche di sospendere in prima istanza la delibera, in modo tale da poter fare subito ritorno a Palazzo dei Marescialli. Su questo punto la decisione, riferisce l’Ansa, dovrebbe arrivare già giovedì 22 ottobre.
Nel frattempo al suo posto si è insediato proprio oggi Carmelo Celentano, il primo dei non eletti nel 2018 per la categoria dei giudici di legittimità. Il plenum ha infatti approvato la delibera della terza commissione che dispone il collocamento fuori ruolo di Celentano, fino a ieri sostituto procuratore generale della Cassazione. Il vicepresidente del Csm, David Ermini, gli ha dato il benvenuto, augurandogli buon lavoro, mentre lui ci ha tenuto subito a precisare il fatto di non appartenere “ad alcun gruppo associativo” della magistratura. “Un magistrato è magistrato e basta”, ha detto, ricordando di essere stato “candidato con l’appoggio di Unicost“, ma di non essere iscritto a quella corrente (la stessa di Palamara). Celentano entra subito a far parte anche della potente Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura nel posto lasciato ‘vacante’ proprio da Davigo.