Nella riunione della giunta del regolamento di Montecitorio, la terza carica dello Stato ha avanzato alcune proposte per riuscire a tutelare l'attività dell'Aula nonostante l'emergenza Coronavirus. Resistenze da centrodestra e Italia viva
Il presidente della Camera Roberto Fico “ha aperto” alla possibilità di valutare modalità di voto a distanza per i deputati in quarantena a fronte dell’emergenza Covid. La terza carica dello Stato ha sottolineato ai commissari della giunta del regolamento, che si è incontrata in giornata, la necessità di stabilire un “diritto parlamentare dell’emergenza” basato su un accordo tra i gruppi parlamentari per articolare meglio i lavori di Aula e Commissioni e ridurre tempi di esame dei provvedimenti.
In serata Fico ha poi scritto su Facebook, invitando a un confronto tra le varie forze politiche: “Serve un lavoro comune, un confronto costruttivo e una seria collaborazione fra tutti i gruppi parlamentari per consentire alla Camera di lavorare al meglio in questa fase”, si legge. “Oggi ho presentato una serie di proposte da mettere in campo per essere pronti a ogni evenienza. Fra queste anche la possibilità del voto a distanza per i deputati in quarantena. Su questa come su altre soluzioni per riorganizzare spazi e lavori continueremo a confrontarci. Per costruire un diritto parlamentare dell’emergenza occorre infatti partire dalle intese fra i gruppi parlamentari. Nelle prossime settimane la Camera sarà chiamata ad assolvere fondamentali compiti legislativi, su tutti la legge di bilancio. Abbiamo una grande responsabilità davanti al Paese, ed è dunque necessaria la massima cooperazione e partecipazione”.
Sulla possibilità di un voto a distanza per chi è in quarantena rimane la contrarietà di Italia viva e opposizioni di centrodestra. Mentre la maggioranza spinge perché si lavori in fretta su questo fronte. “Condividiamo”, hanno detto i 5 stelle in una nota, “l’approccio del presidente Roberto Fico sulla necessità di interrogarsi sul voto a distanza, vista la situazione legata alla pandemia. Occorre garantire sia il corretto funzionamento del Parlamento, sia l’approvazione della legge di stabilità, come previsto dalla Costituzione. Riteniamo che sia giusto un approfondimento del tema, visto l’articolo 64 della Costituzione e, da parte nostra, non c’è nessuna preclusione in un senso o nell’altro”. Soddisfatti anche i dem che però chiedono di velocizzare le procedure: “Oggi per la prima volta”, ha scritto su Facebook il presidente del gruppo Pd alla Camera Enrico Borghi, “dopo mesi di nostra insistenza, da un lato si è preso atto che occorre innovare il modo col quale i Parlamentari lavorano per renderlo compatibile con le esigenze di profilassi e salute e dall’altro sono state messe sul campo una serie di possibili soluzioni di natura tecnica. A mio personale giudizio si sarebbe dovuti arrivare prima, molto prima. Ma in ogni caso, finalmente qualcosa si muove, e questo è oggettivamente ascrivibile all’azione del Pd. E positivo l’impegno del presidente Fico, che investirà della questione la Conferenza dei capigruppo, così come la sua apertura all’ipotesi da noi avanzata di contemplare anche il voto a distanza”.