Nato a Livorno, è stato questore di Brescia, Lecce e Imperia. Tra il 2007 e il 2012 ha diretto il commissariato di Viareggio, dove ha ricevuto l’Encomio Solenne per come ha gestito i giorni della strage ferroviaria. Prende il posto del poliziotto che ha arrestato Provenzano, destinato a nuovo incarico dopo la condanna in primo grado per il caso Shalabayeva
Dopo l’addio di Renato Cortese a Palermo arriva un nuovo questore: si chiama Leopoldo Laricchia e viene dalla questura di Brescia. “Voglio ringraziare il capo della Polizia per il grande onore di dirigere la Questura più significativa d’Italia e voglio ringraziare il mio predecessore, con cui siamo stati a cena ieri sera per il lavoro svolto in questi anni di guida della questura. Cortese è nel cuore dei palermitani e in quello di tutti noi”, sono le parole usate dal neo questore per presentarsi ai giornalisti nella sala Corona della caserma “Pietro Lungaro”.
Nato a Livorno nel 1959, Laricchia è stato questore di Brescia, Lecce e Imperia. Tra il 2007 e il 2012 ha diretto il commissariato di Viareggio, dove ha ricevuto l’Encomio Solenne per come ha gestito i giorni della strage ferroviaria. Oggi arriva a Palermo e come prime parole non può non citare la lotta a Cosa nostra: “La lotta alla mafia non si può certamente mai considerare conclusa, deve andare avanti con tutti gli strumenti investigativi a disposizione delle forze dell’ordine. Bisogna continuare con la massima professionalità come è stato fatto finora. Non possiamo abbassare la guardia. Il fatto che si spari di meno o non si spari più non deve farci stare tra due guanciali – ha aggiunto -. La criminalità organizzata è un fenomeno che sembra sparire, ma in realtà muta“.
Laricchia prende il posto di Cortese, una lunga carriera da cacciatore di latitanti (è noto per aver arrestato Bernardo Provenzano) che è stato destinato a nuovo incarico dopo che la sentenza di primo grado del tribunale di Perugia: insieme ad altri quattro poliziotti è stato condannato per il sequestro e l’estradizione di Alma Shalabayeva. “Pur ribadendo la profonda amarezza ed il pieno convincimento dell’estraneità dei poliziotti ai fatti”, con la decisione presa si riafferma il principio che “la Polizia, il cui motto non a caso è ‘sub lege libertas’, osserva e si attiene a quanto pronunciato dalle sentenze, quand’anche non definitive”, aveva detto Franco Gabrielli motivando il trasferimento. Nel suo ultimo giorno di servizio Cortese ha lasciato la città con una lettera: “Ciao Palermo, con il cuore spezzato vado via da una città che mi ha accolto con affetto, che mi ha visto crescere ed invecchiare, che mi ha visto soffrire e gioire e che con me ha sofferto e gioito”.