“Con tutte queste restrizioni è come se già fossimo in lockdown, andiamo verso la chiusura totale delle nostre attività non perché ce lo impongono le istituzioni, che non hanno previsto nessuna misura di sostegno, ma perché andremo in bancarotta. È il suicidio del nostro settore”. A Napoli alla vigilia del coprifuoco (che scatterà alle 23 di oggi fino alle 5 del mattino) è andata in scena, sotto la sede della Regione Campania la prima di una serie di manifestazioni annunciate. Sono titolari e dipendenti, soprattutto dei locali che lavorano di notte a portare in piazza i propri timori. “Non protestiamo contro il coprifuoco perché siamo consapevoli dell’emergenza sanitaria – ci spiegano i manifestanti – noi per primi andiamo a lavorare con la paura di contagiarci, ma contestiamo l’assenza di tutele per lavoratori e dipendenti. I locali e i negozi di giorno sono semivuoti, di notte dobbiamo chiudere, senza però aver previsto tagli alle tasse, sostegno agli affitti e alle utenze che comunque andranno pagate”. Nel corso della serata un piccolo gruppo di manifestanti si è riversato sul lungomare di Napoli paralizzando il traffico cittadino. Si sono verificati momenti di tensione con le forze dell’ordine.
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