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Laura Pausini: “Mi sono chiesta se interessasse a qualcuno che io cantassi ancora. Poi è arrivata questa proposta”

La cantante, in occasione del lancio del nuovo progetto musicale e cinematografico “Io sì (Seen)”, ha detto la sua anche sul tema dei lavoratori dello spettacolo in profonda crisi a causa del blocco del settore Live. “Non stiamo risolvendo la situazione nemmeno con l'appello, perché finora non ci sono stare risposte adeguate però penso che questa sia la strada da percorrere”, ha dichiarato 

Laura Pausini ha presentato “Io sì (Seen)” il brano che fa da tema al film “La vita davanti a sé” con Sophia Loren, diretta dal figlio Edoardo Ponti, in sala il 3, 4 e 5 novembre e disponibile su Netflix dal 13 novembre. Il testo italiano è stato scritto dalla stessa Laura con Niccolò Agliardi da un brano inedito in lingua inglese, firmato Diane Warren. “Con il lockdown mi sono sentita persa. – ha dichiarato la Pausini – Invece di tirar fuori le mie inquietudini, mi sono chiesta se interessasse a qualcuno che io cantassi ancora. In estate sono stata tre mesi in Romagna, continuavo a rimandare il momento in cui iniziare ad ascoltare le oltre 500 canzoni arrivate per il prossimo disco”. Poi la proposta della casa discografica Warner e l’incontro con il regista che ha voluto fortemente che Laura partecipasse al progetto.

Il pensiero di Laura è poi andato ai lavoratori fragili dello spettacolo che stanno vivendo un momento molto difficile soprattutto a causa del blocco di tutte le attività live almeno fino al 2021. “C’è una crisi che riguarda un po’ tutte le professioni e lo vedo con miei compagni di scuola con i quali ho un rapporto quotidiano e ognuno di loro fa un altro mestiere. – ha affermato Laura – Sono abbastanza disperati. Bisogna cercare di risolvere questo problema, l’unico modo per risolverlo e non è attraverso la polemica. Secondo me, ognuno di noi ha un suo modo diverso di pensare su come affrontare questa situazione perché noi queste persone le conosciamo bene e veramente davvero da tantissimi anni. C’è un ragazzo che ha cominciato con me nel ’93, sono 26 anni che fa parte della mia vita ed è lo stesso ragazzo per il quale ho pensato di fare Amiche per l’Abruzzo, si chiama Max Gentile, abruzzese”.

Poi l’artista entra nel merito della proposta di Fedez, lanciata qualche giorno fa ai suoi colleghi, di donare il minimo garantito dei concerti ai lavoratori dello spettacolo. “Penso che Federico abbia proposto quello che secondo lui è un modo risolutivo da un certo punto di vista per aiutare davvero i nostri amici e collaboratori – ha continuato l’artista -. Siccome i lavoratori del settore sono 570.000 e facendo un calcolo matematico di un minimo di 600 euro al mese (che è quanto il Governo ha dato ai liberi professionisti, non del nostro settore purtroppo) si arriva a un totale di circa 350 milioni di euro al mese. Sono sicura che noi cantanti (siamo una cinquantina) non potremmo mai arrivare a questa cifra anche perché anche rinascendo mille volte nessuno di noi arriva nella vita a guadagnare quelle cifre. Per quanto riguarda il mio pensiero, io faccio fatica a decidere a chi destinare questi fondi, capire chi gestisce questi fondi e allora ho preferito, assieme ai miei colleghi, rivolgermi direttamente al Governo perché stiamo parlando di cifre davvero importanti che noi non possiamo sostenere, matematicamente parlando. La proposta di Fedez si può sviluppare in tanti modi anche in maniera privata, tanti di noi lo stanno facendo. Senza per forza puntare agli anticipi dei tour. Io, per esempio, non sono in tour da due anni, però qualcuno lo posso aiutare e lo faccio, poi c’è chi lo fa pubblicamente e chi no. Credo sia importante stare vicino a loro, ma stiamo parlando delle nostre maestranze personali pochissime persone rispetto al totale e non risolviamo il problema secondo me. Il problema purtroppo non lo stiamo risolvendo nemmeno con l’appello, perché finora non hanno contribuito, secondo me, a rispondere nella maniera adeguata però penso che questa sia la strada da percorrere”.