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Maternità tardiva? Possibile indicatore di buona salute e longevità: lo studio sulla rivista Menopause

Tra le ipotesi più accreditate c'è quella secondo la quale le donne che partoriscono l’ultimo figlio tra i 30 e i 40 anni d'età hanno i telomeri dei leucociti più lunghi. Si tratta dei “cappucci” che si trovano all'estremità dei cromosomi, in questo caso di quelli dei globuli bianchi, già collegati in passato alla durata della vita

di Valentina Arcovio

La maternità tardiva potrebbe essere un sorprendente indicatore di buona salute e longevità. Infatti, le donne che partoriscono un figlio tra i 30 ai 40 anni d’età potrebbero godere di un gran vantaggio sia in termini di qualità che di durata della vita. A suggerirlo è un gruppo di ricercatori dell’Università della Carolina del Nord in uno studio pubblicato sulla rivista Menopause. Lo studio ha analizzato i dati di oltre 1.200 donne in perimenopausa e postmenopausa, appartenenti a varie etnie e con status sociali diversi. Tutti i soggetti hanno preso parte alla National Health and Nutrition Examination Survey, un programma di ricerca condotto dal National Center for Health Statistics con lo scopo di valutare lo stato di salute e nutrizionale di adulti e bambini negli Stati Uniti. Dall’analisi dei dati è emerso che l’età in cui una donna partorisce l’ultimo figlio è fortemente associata alla sua longevità. Tuttavia, non sono ancora ben chiari i motivi per cui una gravidanza tardiva possa avere un effetto così benefico. Al momento le ipotesi in campo sono tante.

Tra le più accreditate c’è quella secondo la quale le donne che partoriscono l’ultimo figlio tra i 30 e i 40 anni d’età hanno i telomeri dei leucociti più lunghi. Si tratta dei “cappucci” che si trovano all’estremità dei cromosomi, in questo caso di quelli dei globuli bianchi, già collegati in passato alla durata della vita. Non è un caso che la stessa scoperta dei telomeri, così come il loro meccanismo di funzionamento, ha fatto guadagnare nel 2009 il premio Nobel per la Medicina a Elizabeth Blackburn, Carol W. Greider e Jack W. Szostak. Anche l’ipotesi che le mamme “mature” abbiano i telomeri più lunghi non è del tutto nuova. Tuttavia, la lunghezza dei telomeri potrebbe non essere l’unica spiegazione. “È complicato in questi casi stabilire una relazione di causa-effetto perché non possiamo ancora affermare se siano i telomeri a determinare l’età dell’ultima gravidanza o viceversa”, spiega Chase Latour, epidemiologo presso l’Università della Carolina del Nord. Cioè è possibile che le donne riescano a partorire più in là negli anni proprio perché hanno i telomeri più lunghi. E quest’ultimi potrebbero a loro volta essere lunghi per svariate ragioni, tra cui anche lo status socioeconomico. “Molte donne benestanti ritardano l’avvio di una famiglia per intraprendere una carriera, mentre le mamme più giovani sembrano più spesso collegate a una condizione economica meno agiata, per cui i telomeri più lunghi potrebbero essere collegati a una serie di fattori legati anche alla situazione reddituale”, aggiunge.

Secondo i ricercatori, i risultati di quest’ultimo studio, in combinazione con i dati ottenuti da precedenti studi osservazionali, suggeriscono che l’età materna e altri fattori riproduttivi chiave potrebbero essere correlati alla lunghezza dei telomeri tra le donne in menopausa. “Il nostro lavoro – commenta Latour – potrebbe avere implicazioni sulla nostra comprensione della salute a lungo termine. Tra le ipotesi c’è quella secondo cui la capacità di partorire più tardi nella vita è probabilmente un indicatore di buona salute, piuttosto che il parto possa allungare i telomeri”. Gli studiosi sottolineano che saranno necessari ulteriori studi per determinare se l’età materna più avanzata al momento dell’ultima nascita possa allungare i telomeri o se le caratteristiche legate ai cromosomi possano indicare un determinato stato di salute generale. “Gli individui con migliori caratteristiche di sopravvivenza – sottolinea Stephanie Faubion, direttore medico presso la North American Menopause Society (NAMS) – hanno maggiori probabilità di avere un maggiore successo riproduttivo. Potrebbe quindi essere che sia la lunghezza dei telomeri a determinare l’età in cui una donna può avere un figlio, piuttosto che il contrario”.

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