Nuovo scandalo a Medjugorje. La Congregazione per la dottrina della fede ha emesso un decreto di scomunica nei confronti di Tomislav Vlasic, diventato famoso per essere stato il padre spirituale dei sei presunti veggenti della cittadina bosniaca che dal 1981 sostengono di vedere la Madonna. L’ex sacerdote aveva curato la vita spirituale dei sei ragazzi fino al 2009 quando fu ridotto allo stato laicale per “diffusione di dubbia dottrina, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza verso gli ordini legittimamente costituiti e atti contro il sextum”, ovvero atti sessuali vietati dal sesto comandamento del decalogo. La decisione dell’ex Sant’Uffizio è stata comunicata al vescovo di Brescia, monsignor Pierantonio Tremolada, visto che Vlasic, come ha precisato una nota ufficiale, “in tutti questi anni, nella diocesi di Brescia e in altri luoghi, ha continuato a svolgere attività di apostolato nei confronti di singoli e di gruppi, sia mediante conferenze che attraverso mezzi informatici; ha continuato a dichiararsi religioso e sacerdote della Chiesa cattolica, simulando la celebrazione di sacramenti non validi; ha continuato a suscitare grave scandalo tra i fedeli, compiendo atti gravemente lesivi della comunione ecclesiale e dell’obbedienza all’autorità ecclesiastica”.
Il divieto di celebrare e partecipare all’Eucarestia – La diocesi di Brescia ha spiegato anche che “il grave provvedimento canonico penale è stato irrogato nei suoi confronti per il fatto che purtroppo, nel corso di questi anni, il Sig. Vlasic non ha mai ottemperato ai divieti a lui imposti nel precetto penale canonico emesso nei suoi confronti dalla medesima Congregazione, il 10 marzo 2009, sotto pena di scomunica riservata alla Santa Sede”. E ha aggiunto: “A motivo di tale pena di scomunica è fatto divieto al Sig. Vlasic di prendere parte in alcun modo come ministro alla celebrazione dell’Eucarestia o di qualunque altra cerimonia di culto pubblico, di celebrare sacramenti o sacramentali e di ricevere i sacramenti, di esercitare funzioni in uffici o ministeri o incarichi ecclesiastici qualsiasi, o di porre atti di governo. Nel caso in cui il Sig. Vlasic intendesse prendere parte alla celebrazione dell’Eucarestia o a qualsiasi atto di culto pubblico, deve essere allontanato o si deve interrompere l’azione liturgica, se non si opponga una grave causa. Sarà cura del vescovo di Brescia, – si legge ancora nella nota – viste le indicazioni ricevute dalla Santa Sede, provvedere alla notifica del suddetto decreto alla parte interessata, informando debitamente i vescovi della Cei ed altri ordinari interessati, di diocesi non italiane, da cui provengono i fedeli che seguono il Sig. Vlasic”.
Il silenzio di Papa Bergoglio – Intanto, dopo aver dato il via libera ai pellegrinaggi, nel 2019 , Bergoglio non ha ancora preso alcuna decisione sul dossier Medjugorje. Il lavoro della commissione d’inchiesta sulle presunte apparizioni, voluta nel 2010 da Benedetto XVI e presieduta dal cardinale Camillo Ruini, è durato quattro anni ed è stato consegnato a Papa Francesco nel 2014. L’anno successivo fu proprio il Papa, di ritorno da Sarajevo, ad annunciare che presto ci sarebbero state decisioni su Medjugorje. E, invece, a distanza di cinque anni, Bergoglio si è limitato a dare il via libera ai pellegrinaggi. Il dossier Medjugorje, però, è stato reso pubblico ed è emerso che la commissione Ruini ha ritenuto vere le prime sette apparizioni mariane che sarebbero avvenute dal 24 giugno al 3 luglio 1981 ai sei presunti veggenti. Da parte sua, invece, Francesco non ha mai nascosto il suo forte scetticismo su questi fenomeni: “La Madonna è madre non è un capo ufficio della posta per inviare messaggi tutti i giorni”. E ha aggiunto: “Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più. È un’altra strada per fare passi indietro nell’identità cristiana”