“Perché guariremo“: si chiama così il libro scritto dal ministro della Salute Roberto Speranza che da ieri, giovedì 22 ottobre, avrebbe dovuto arrivare sulle librerie italiane. L’uscita del volume, che tratta della pandemia di Covid-19, è stata invece posticipata a data da destinarsi. Per ora, con i casi giornalieri che giovedì erano sopra 16mila, non sarà presente sugli scaffali.
Il libro “subirà un ritardo nella data di messa in vendita”, precisa una nota di Massimo Pellegrino, direttore commerciale Giangiacomo Feltrinelli Editore. Il comunicato della casa editrice non fornisce spiegazioni sulle motivazioni di questo ritardo. “Il libro è stato pensato per aprire un dibattito sul futuro del Servizio Sanitario Nazionale. E i suoi proventi sono destinati alla rete degli Irccs (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, ndr). Sarà pubblicato quando il ministro avrà il tempo da dedicare alla sua presentazione. Oggi ogni energia è impegnata nella gestione dell’emergenza“, afferma Nicola Del Duce, portavoce del ministro.
Il volume firmato da Speranza era già arrivato nei magazzini ed era pronto a essere esposto: “Invitiamo i librai a non rendere il libro, ma a tenerlo nei propri magazzini, fino a quando, auspicabilmente in tempi brevissimi, verrà comunicata la nuova data di messa in vendita”, prosegue la nota. “Contestualmente verrà accordata” ai librai “una dilazione di pagamento di ulteriori 60 giorni”, conclude Feltrinelli Editore.
Il titolo completo del volume è “Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute”. Secondo il presidente della Federazione nazionale Ordini dei medici, Filippo Anelli, i “giorni duri si avvicinano. Da mesi dicevamo che ci sarebbe stata una seconda ondata: tutte le epidemie hanno una prima e una seconda fase. E questa sarà un po’ più lunga della prima: ci accompagnerà fino a primavera“. “Avevamo detto in tutti i modi di non rilassarci, di prepararci. Ora siamo preoccupati per le segnalazioni di colleghi contagiati e per il fatto che si ricomincia a chiudere le prestazioni dei reparti ordinari”, conclude Anelli.