Una buona parte dei vigili urbani di Roma ha deciso di disertare i controlli per il rispetto delle ordinanze anti-Covid. A meno che non si preveda un “giusto compenso straordinario”, come sottolineano il sindacati Ugl. La prima notte di “coprifuoco notturno” nella Capitale sarà infatti vegliata da meno di 100 agenti di Polizia locale, spalmati durante un “turno lungo” partito alle ore 18 e da concludere alle 8 di sabato mattina. Questo su circa 6000 caschi bianchi presenti all’interno del Corpo capitolino. Per intenderci, durante i mesi del lockdown totale – marzo e aprile 2020 – a disposizione dell’ex comandante Antonio Di Maggio, c’erano ben 2100 agenti spalmati sui tre turni, dunque circa 700 contemporaneamente su tutta la città.
I vigili diventeranno 300 nella notte fra sabato e domenica, quando partiranno gli straordinari accordati da Roma Capitale per la gestione del territorio in materia di prevenzione al contagio. I 100 “arruolati” questa notte – su base pressoché volontaria – saranno impegnati in diversi servizi. Innanzitutto il pattugliamento e il controllo delle quattro piazze e strade della movida chiuse preventivamente da Virginia Raggi con l’ordinanza di giovedì sera (Campo de’ Fiori, Trilussa, via del Pigneto, Madonna de’ Monti); quindi il rispetto dell’altro provvedimento di giornata, quello della chiusura dei minimarket dalle ore 21; e naturalmente il rispetto delle ordinanze regionale che impongono, l’ultima, il “coprifuoco” dalle 24 alle 5, e quella ormai “digerita” sull’obbligatorietà della mascherina anche all’aperto e in solitudine.
Ovviamente, nel controllo del territorio coordinato dalla Prefettura di Roma, la Polizia locale è sostenuta anche da Carabinieri e Polizia di Stato, dunque la città sarà presidiata. Ma sui vigili urbani negli ultimi giorni sono fioccate parecchie polemiche. A cominciare dalla discussa adesione alla manifestazione dei ‘No Mask’ del 10 ottobre da parte dell’Ugl: in seguito a quel comunicato, il sindacato vicino alla Lega ha sospeso il coordinatore romano Marco Milani e il segretario provinciale Sergio Fabrizi. Sebbene con i dovuti distinguo e prese di distanze, una sostanziosa fetta della Polizia locale da settimane guarda con fastidio ai cosiddetti ‘servizi anti-Covid’, con alcune sigle sindacali che rivendicano la necessità di introdurre le indennità per l’ordine pubblico e una maggiore equiparazione salariale alle forze di polizia governative. Un segno (anche) della campagna elettorale capitolina pronta ad entrare nel vivo.